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Black Barbie, il docufilm per chi ama Barbie… a pelle
In onda su Netflix Black Barbie, il docu-film che racconta della prima Barbie con la pelle nera. Perché la pelle nera, oggi come ieri, fa ancora scalpore.
Il 10 settembre del 2022 la Walt Disney fece un annuncio scioccante (per molti) sui suoi social: il live action del celebre classico La Sirenetta avrebbe avuto una protagonista nera.
Questa scelta di cast controcorrente (e non parliamo di corrente marina) accese, ovviamente, una miccia ad una bomba dal sapore multi-culturale che da tempo attendeva di esplodere. La notizia era sulle bocche di tutti, e tante furono le parole spese da politici, filosofi, pensatori, autori, giornalisti.
Djarah Kan, scrittrice e attivista italo-ghanese, scrisse: “Non voglio nemmeno ritornare sulla polemica di quanti, nel tentativo di nascondere il loro sincero e genuino fastidio razzista, si arrampichino sugli specchi improvvisandosi esperti del folklore danese, o mitologia greca perché le sirene nel folklore africano, esistono”.
Di fatto, ai tempi anche il pubblico si schierò in due distinte “curve da stadio”: la curva Sirenetta Roscia old style e la curva sirenetta mulatta coi rasta new generation alias Halle Bailey. La questione inquietante, tuttavia, è che la disputa non rimase meramente letteraria e neppure unicamente – e pur fastidiosamente – politica.
Infatti, e lo so, quello che sto per dire sembrerà incredibile, sconfinò persino nello scientifico: una biologa, tale dottoressa Karen Osborn, perorò la causa della Sirenetta nera sostenendo il fatto che sia scientificamente corretto che Ariel sia scura in quanto creatura che vive in fondo all’Oceano, ove tale pigmentazione risulterebbe particolarmente vantaggiosa in relazione al tipo di ecosistema circostante , sia per le prede che per i predatori.
Che poi, mi chiedo: i bambini lo sanno che Ariel sarebbe probabilmente da considerare un predatore? E, in quanto predatore, la nostra Sirenetta, mora o rossa che sia, cosa – o forse dovrei dire chi – esattamente avrebbe gradito grigliare a cena tra i vari personaggi che piroettavano attorno a lei nell’indimenticabile balletto “In fondo al mar”?
Comunque, se tra il 2022 e il 2023 era la Black Mermaid a far parlare di sé, questo è l’anno della Black Barbie.
2023: Barbie trionfa al cinema
Il 2023 è stato l’anno in rosa grazie al debutto in grande stile del film di Gerwig, che ha trionfato portando su grande schermo l’iconica bambola Mattel, interpretata/umanizzata divinamente da Margot Robbie.
Sembra che i direttori della Mattel abbiano fatto ricadere la scelta dell’interprete su Robbie appunto perché, citando il film, l’attrice assomiglia alla “versione stereotipata” di Barbie, e in quanto tale “assomiglia perfettamente a quella che tutti siamo portati a immaginare”. Motivo per il quale tutte le donne (almeno in teoria) dovrebbero essere naturalmente portate a rivedersi in lei. Il che è quello che Barbie dovrebbe fare (nonché, concettualmente, quello che hanno sempre fatto – o perlomeno avrebbero sempre dovuto fare – anche le principesse Disney).
Ma molti erano gli stereotipi che Barbie era destinata prima ad incarnare e poi ad abbattere: inizialmente era un giocattolo sessista e, a parte l’audace mise del costume da bagno zebrato, il suo guardaroba le riservava unicamente abiti da sera da alternare a grembiule e cappello da cuoca con mestolini annessi.
Per quanto riguarda l’etnia, solo nel 1968 fu commercializzata la prima Barbie afroamericana, di nome Ebony Christie, a supporto dell’Equal Rights Amendment, una proposta di emendamento alla Costituzione degli Stati Uniti per garantire pari diritti ai cittadini senza alcuna distinzione di sesso.
Tuttavia, solo negli anni 80, finalmente, viene messa in commercio la prima Barbie nera: infatti, sebbene ci fossero altre bambole africane nella collezione, come l’amica Christie (e, prima di lei, Julia), si dovette attendere il 1980 per una Barbie afroamericana ufficiale, assieme alla prima versione latina. Questa fu ufficialmente la Black Barbie, ovvero la prima bambola con la pelle nera a chiamarsi proprio Barbie.
Come tutte le dive, la nuova arrivata fece un ingresso in grande stile: Black Barbie, infatti, indossava un outfit peculiare, sfoggiando gioielli dorati e un abito lungo rosso stretto in vita, ispirato alla leggendaria cantante Diana Ross.
Shonda Rimes presenta Black Barbie
A lei Netflix dedica un nuovo docu-film, prodotto da Shonda Rimes, produttrice di Grey’s Anatomy e Bridgerton, serie eccellenti in termini di inclusione, dal titolo: Black Barbie, fruibile dallo scorso 19 giugno.
La Rimes vuole raccontare e ripercorrere il tema della diversità e dell’inclusività all’interno del mondo Barbie di Mattel, attraverso le vite di alcune donne, tre lavoratrici di casa Mattel: Beulah Mae Mitchell, Stacey McBride Irby e Kitty Black Perkins. Ognuna di loro ebbe un ruolo fondamentale nella creazione di qualcosa di importante:
“Volevo riflettere il look totale di una donna nera. Volevo che [Black Barbie] fosse l’esatto opposto di Barbie e di Christie”, queste le parole della Perkins. Opposto, dunque. Come il bianco e il nero. E non si parla più di colore della pelle. Ma di un vero e proprio gap da colmare.