Bugonia: 3 consigli se vi è piaciuto l’ultimo di Lanthimos
Bugonia è l’ultima fatica del regista greco Yorgos Lanthimos e questa volta si tratta di una commedia nera a tinte thriller e fantascientifiche.
Presentato all’ultima edizione del Festival di Venezia, Bugonia ha diviso la critica ma indubbiamente è un film che farà parlare di sé. La poetica e lo stile del regista emergono tutti ed è evidente che alcune pellicole del passato hanno ispirato sia Lanthimos sia il regista del film originale sudcoreano, di cui Bugonia è un remake.
Teorie del complotto, lotta di classe e controllo dei più deboli sono tutte tematiche che la fantascienza ha affrontato nel corso del ‘900 cinematografico. Vediamo ora tre titoli da recuperare assolutamente se vi è piaciuto l’ultimo lavoro del regista di Povere creature.
Essi vivono, il primo riferimento di Bugonia
Con la regia di John Carpenter, Essi vivono ha segnato la fantascienza anni ’80. Un operaio scopre una stanza segreta con degli scatoloni pieni di occhiali da sole. Ne indossa un paio per provarli e si rendo conto che si tratta in realtà di uno strumento per vedere la realtà delle cose.
Messaggi subliminali in tutti i cartelloni pubblicitari, indicazioni di vita sulle copertine delle riviste e, come ciliegina sulla torta, una razza aliena che si nasconde dietro ai potenti della Terra e che ci governa a suo piacimento. Il nostro protagonista si unirà a dei rivoluzionari decisi a combattere gli alieni.
Molte analogie con Bugonia in questo film del grande Carpenter. La divisione in classi sociali, una dominante e una dominata. Quella dominante è costituita da una razza aliena e va combattuta. La lotta non nasce a causa dell’alieno invasore ma a causa della distinzione tra ricchi e poveri, tra potenti e deboli e indifesi. Gli occhiali altro non sono che una metafora della presa di coscienza del povero, che fa parte della maggioranza e se vuole si può ribellare al potere dominante.
Un film da non perdere, con un messaggio politico evidente e con un finale che è diventato subito storia del cinema.

L’invasione degli ultracorpi
Uno dei capisaldi della fantascienza anni ’50 e della fantascienza in generale. In una cittadina americana gli alieni si stanno espandendo e stanno prendendo il controllo degli esseri umani. Uomini liberi e uomini sotto il controllo alieno sono indistinguibili apparentemente, come fare per salvarsi?
Don Siegel firma un capolavoro assoluto dove la tecnica impeccabile si affianca a una critica spietata alle idee politiche della guerra fredda. La paranoia di avere al proprio fianco un nemico, un traditore del Paese, qui è rappresentata dal terrore di avere a che fare con un alieno. Il nemico potrebbe essere chiunque, anche un membro della propria famiglia. A questo si affianca il sospetto che forse non siamo veramente liberi ma ogni nostra scelta forse è condizionata da qualcun altro, qualcuno che detiene il potere e ha interesse nel fare in modo che la popolazione pensi e agisca in un certo modo.
Tensione e paranoia emergono da ogni fotogramma, uno specchio della società di quel tempo in un capolavoro assoluto della storia del cinema.
District 9
Anno 2009, il regista Neill Blomkamp realizza un film sugli alieni molto diverso da quelli a cui siamo abituati. Questa volta sono gli extraterrestri che subiscono i soprusi degli esseri umani, finendo rinchiusi in una prigione a cielo aperto: il Distretto 9, appunto. Questi esseri capitati sulla Terra per via di un guasto meccanico della loro nave, si ritrovano sottoposti a un regime di apartheid, guada caso proprio in Sudafrica, in cui mancano libertà e diritti per gli alieni.
Ci troviamo quindi di fronte a un film decisamente politico che ci mostra cosa farebbe l’essere umano se dovesse entrare in contatto con forme di vita extraterrestri innocue o comunque più deboli dei terrestri. Nessuna metafora, solo le immagini che mostrano gli esseri umani come degli sfruttatori dei più deboli. Ovviamente gli amministratori di questo regime sono dei potenti disposti a tutto pur di riuscire a comprendere il funzionamento delle armi aliene. Chissà con quale obbiettivo futuro.
Il potente per sua natura deve sfruttare qualcuno, se non può più farlo con gli esseri umani si dirigerà verso gli esseri “non umani”, come vengono chiamati gli alieni nel film.
Una pellicola straordinaria da non perdere.