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Christian Bale è Landor; a caccia di un assassino ma con Poe
Christian Bale è Landor, un detective che cerca il colpevole di un efferato omicidio. Ma non sarà solo, ad accompagnarlo nientemeno che Edgar Allan Poe
Eccoci qui, siamo nel mondo dell’ambiguo, del tetro e dell’abbietto: siamo nel mondo di Poe.
I delitti di West Point sono proprio una narrazione che può essere considerata – a buon diritto – un’opera prodotta dalla mente di uno degli scrittori e giornalisti più visionari di sempre: appunto, Edgar Allan Poe.
Ma dove è Poe qui? In questo film del 2022, l’ambientazione è proprio la scuola per cadetti di West Point. Qui si preparano coloro che diventeranno le guide dell’esercito statunitense anche se, nonostante la fama, le condizioni di vita della scuola sono alquanto scarse a causa di fondi sempre più esigui. Ma ciò che realmente sconvolge la scuola militare è il ritrovamento di un cadetto impiccato ad un albero poco lontano dalla struttura.
Chi è Christian Bale in questo film?
Questo potrebbe portare scompiglio ed allontanare ulteriori iscrizioni ed investitori e si deve, anche, fare in fretta per risolvere il caso e cercare un colpevole. Per risolvere il misfatto viene ingaggiato uno dei detective più famosi dell’epoca – ormai in pensione – oltre che veterano ovvero August Landor. L’uomo vive solo dopo la morte della moglie e la fuga dell’unica figlia, di qualche anno prima.
Landor accetta e si trova a scavare nel mondo militare, che conosce bene, e la sua sagacia gli fa trovare ben presto una pista grazie ad un pezzo di carta stretto nella mano del cadavere che è stato trovato – anche – privo del cuore. Cosa vi ricorda tutto ciò? Abbiamo quelle che saranno le opere di August Dupine (celebre investigatore e antenato del celebre Sherlock Holmes, proprio creato dalla penna di Poe) e chissà se il nome proprio sia, in fondo, un caso!

Ma Poe – in questa storia – c’è anche fisicamente perché Landor scopra e si lascia affiancare da un curioso ed emarginato giovane cadetto che è appunto Edgar prima di diventare il celebre scrittore. I due iniziano ad indagare insieme e si crea un rapporto di fiducia e di scambio che è, anche, generazionale ma non solo. Il finale, con grandissima sorpresa, spiegherà la scelta reciproca.
Il film è una suggestione, sono 128 minuti di immersione nelle fantasie della mente di un genio e Harry Melling si supera nella sua interpretazione del giovane Edgar Allan mentre ad impersonare Landor è nientemeno che Christian Bale.
Ecco che i due pezzi da novanta iniziano questa danza tra di loro e tra la natura fredda e nevosa della narrazione; dove sembra che persino la natura fatichi a trovare la gioia. Il gelo dell’inverno, con il bianco che si scontra con i risecchiti e spogli alberi, aiutano a creare quel pathos necessario.
C’è tutta la verità, in questo film, di ciò che era la dura vita dell’epoca; fatta di crudeltà, di sessismo e di violenza mascherata, troppo spesso, dall’avere una buona famiglia alle spalle che proteggeva sempre e comunque. Ecco che la verità, quando verrà scoperta, mostrerà che la giustizia segue delle strade – a volte – non consone ed illegali. So bene di aver confuso un po’ troppo le carte in tavola, di far dubitare che questo film debba essere visto ma è, anzi, il contrario ciò che mi propongo per voi.
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