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Cinema e politica: un binomio che funziona da sempre
Negli anni, molti film hanno raccontato le vicende di celebri figure della politica, portando sul grande schermo eventi storici e personalità influenti.
Il cinema, attraverso una varietà di generi e stili narrativi, ha raccontato le storie di uomini e donne che hanno segnato la storia, cercando di andare oltre la superficie della politica per indagare le emozioni, le contraddizioni e le difficoltà che questi protagonisti affrontano nelle loro decisioni quotidiane.
L’industria cinematografica si è concentrata su molte figure politiche di rilievo, offrendo uno spunto sulle loro sfide, successi, fallimenti e le loro profonde lotte interiori.
Anche il cinema italiano ha trattato figure politiche di primo piano, cercando di svelare la complessità delle dinamiche politiche del Paese.
Questi film, quindi, non solo riflettono gli eventi storici, ma cercano anche di esplorare le motivazioni personali e le dinamiche di potere che influenzano le scelte dei protagonisti, rivelando tanto la politica quanto l’individuo.
A volte celebrano, altre volte criticano, ma quasi sempre cercano di mettere in luce la tensione tra la persona e il ruolo pubblico, tra l’uomo dietro al leader e l’immagine che la società si è costruita su di lui. In questo senso, il cinema politico diventa anche un potente strumento di riflessione sulla natura stessa del potere e della leadership.
Analizziamo alcuni dei film più iconici relativi a personaggi politici influenti.
Cinema e politica: Tutti gli uomini del presidente (1976)
Tutti gli uomini del presidente, diretto da Alan J. Pakula, è un thriller politico basato sul libro omonimo scritto dai giornalisti Bob Woodward e Carl Bernstein, che nel 1972 scoprirono il caso Watergate, portando alla fine della presidenza di Richard Nixon.
Il film segue i due giornalisti del Washington Post, interpretati da Robert Redford e Dustin Hoffman, mentre indagano sullo scandalo che coinvolgeva membri dell’amministrazione Nixon, i quali avevano cercato di manipolare le elezioni presidenziali con attività illegali, tra cui l’invasione degli uffici del Partito Democratico.
Il film esplora il processo di investigazione, il rischio e la determinazione dei due giornalisti nel perseguire la verità, nonostante le minacce e le difficoltà incontrate lungo il cammino.
Con una regia sobria e una narrazione serrata, Tutti gli uomini del presidente si concentra sul ruolo cruciale che i media rivestono nel mantenere il potere politico sotto controllo, rivelando la capacità del giornalismo investigativo di smascherare la corruzione e l’abuso di potere.
La pellicola è un esempio di cinema di denuncia, che evidenzia il coraggio e l’etica del giornalismo nell’affrontare il potere e difendere la democrazia. Il film, acclamato dalla critica, è considerato un classico del genere politico e ha ricevuto numerosi premi e nomination.
Il divo (2008)
Il divo, diretto da Paolo Sorrentino, è un film biografico che esplora la figura complessa e controversa di Giulio Andreotti, uno dei politici italiani più influenti del XX secolo. Interpretato da Toni Servillo, Andreotti è ritratto come un uomo enigmatico, austero e distaccato, capace di navigare attraverso le torbide acque della politica italiana con astuzia e spietatezza.
Il film si concentra su momenti cruciali della sua carriera, tra cui il suo lungo periodo come Primo Ministro e le sue implicazioni nei numerosi scandali politici, legami con la mafia e misteriose circostanze che hanno segnato la sua vita pubblica.
La regia di Sorrentino è caratterizzata da uno stile visivo distintivo, con immagini surreali e montaggi frenetici che riflettono la complessità psicologica del protagonista e la corruzione del potere. La narrazione, non lineare e ricca di simbolismi, svela i retroscena della politica italiana, trattando temi come la moralità, la manipolazione e la solitudine di chi detiene il potere.
Il Divo non si limita a raccontare la vita di Andreotti, ma è anche un’affilata riflessione sul sistema politico italiano e sull’oscurità che spesso avvolge i giochi di potere.
Il film ha ricevuto numerosi premi, tra cui il Premio della giuria al Festival di Cannes, e ha consolidato il talento di Sorrentino a livello internazionale.
Invictus (2009)
Invictus, diretto da Clint Eastwood, è un film che racconta la storia di come Nelson Mandela, appena eletto presidente del Sudafrica, usò il rugby come strumento per unire una nazione divisa dalla segregazione razziale.
Ambientato nel 1995, il film si concentra sul Mondiale di rugby che si svolge proprio in Sudafrica, un evento che diventa simbolico per la riconciliazione tra bianchi e neri. Mandela, interpretato da Morgan Freeman, vede nel torneo una chance per superare le divisioni razziali, incoraggiando la squadra di rugby nazionale, gli Springboks, a vincere come rappresentanti di tutta la nazione.
Matt Damon interpreta François Pienaar, il capitano della squadra, che inizialmente è scettico riguardo all’influenza del presidente ma cresce nell’apprendere la visione di Mandela.
La pellicola mostra il contrasto tra il potere della leadership carismatica di Mandela e le difficoltà della sua lotta per l’unità, senza dimenticare il ruolo simbolico del rugby come catalizzatore di cambiamento.
Invictus è un film che celebra la forza della volontà, il potere del perdono e il coraggio di affrontare le sfide più difficili. Con una regia sobria e due performance straordinarie, il film sottolinea come lo sport possa diventare un veicolo di trasformazione sociale, rivelando la grandezza di un leader che sognava una nazione unita.
The Iron Lady (2011)
The Iron Lady, diretto da Phyllida Lloyd, è un dramma biografico che racconta la vita di Margaret Thatcher, la prima donna a diventare Primo Ministro del Regno Unito.
Il film si concentra sulla sua carriera politica, ma soprattutto sulla sua vita privata, mostrando le difficoltà e le sfide che ha affrontato nel conciliare il ruolo pubblico con quello di madre e moglie.
Interpretata da Meryl Streep, che ha vinto l’Oscar come miglior attrice per la sua performance, Thatcher è rappresentata sia nel pieno della sua carriera, durante gli anni di governo, sia negli ultimi anni della sua vita, quando vive come una donna anziana, affetta da demenza senile.
Il film esplora l’ascesa di Thatcher alla leadership del Partito Conservatore, le sue politiche economiche radicali, la gestione della Guerra delle Falkland e le sue decisioni controverse, come la lotta contro i sindacati. La pellicola, tuttavia, non si concentra solo sulle sue realizzazioni politiche, ma anche sui costi personali e le difficoltà emotive che accompagnano la sua ascesa al potere.
The Iron Lady è un ritratto sfaccettato di una figura storica controversa, simbolo di forza, determinazione e rigidità, ma anche di solitudine e vulnerabilità. Il film invita a riflettere sulle conseguenze di scelte politiche e sulle dimensioni umane dietro la politica.
Lincoln (2012)
Lincoln, diretto da Steven Spielberg, è un dramma storico che si concentra sugli ultimi mesi della vita del 16° presidente degli Stati Uniti, Abraham Lincoln, e sul suo impegno per l’abolizione della schiavitù.
Ambientato nel contesto della Guerra Civile Americana, il film esplora il delicato processo politico che portò all’approvazione del 13° emendamento, che aboliva la schiavitù negli Stati Uniti. Spielberg si concentra meno sugli aspetti militari della guerra e più sulle dinamiche politiche e morali che influenzano le scelte di Lincoln durante un periodo di grande divisione nazionale.
Daniel Day-Lewis, che interpreta Lincoln, offre una performance straordinaria, dipingendo il presidente come una figura complessa e profondamente umana. Day-Lewis esplora il lato privato e pubblico di Lincoln, evidenziando la sua saggezza, il suo senso del dovere, ma anche le sue difficoltà personali e i suoi conflitti interiori.
Il film, basato sul libro Team of Rivals di Doris Kearns Goodwin, presenta un cast corale che include Tommy Lee Jones, Sally Field e Joseph Gordon-Levitt, tutti impegnati in ruoli chiave nella politica dell’epoca.
Lincoln è un’intensa riflessione sul compromesso e la lotta per la giustizia, mostrando la determinazione di un uomo nel cambiare il corso della storia attraverso la politica e la convinzione. Il film ha ricevuto numerosi premi e nomination, tra cui 12 candidature agli Oscar.
L’ora più buia (2017)
L’ora più buia, diretto da Joe Wright, è un dramma storico che racconta i momenti decisivi della Seconda Guerra Mondiale, focalizzandosi sul Primo Ministro britannico Winston Churchill nei giorni immediatamente successivi alla sua nomina nel maggio del 1940.
La pellicola esplora le difficoltà che Churchill affrontò nel prendere decisioni cruciali per il futuro del Regno Unito, mentre il paese si trovava sull’orlo della sconfitta a causa della rapida avanzata delle forze naziste.
In particolare, il film si concentra sulla sua determinazione a resistere alla proposta di negoziare con Hitler, nonostante le pressioni interne, sia da parte del governo che dell’opinione pubblica.
Gary Oldman, nella sua interpretazione magistrale, riesce a portare sullo schermo l’uomo dietro la figura iconica di Churchill, evidenziando le sue debolezze, le sue paure, ma anche la sua forza e il suo coraggio in un momento storico estremamente delicato.
Il film, che ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui l’Oscar per la migliore interpretazione maschile, si distingue per la sua intensa atmosfera e per il modo in cui cattura l’incertezza e la tensione di quei giorni.
L’ora più buia non è solo un film storico, ma una riflessione sulla leadership, sul coraggio di scegliere la strada più difficile e sulla responsabilità che un leader ha nei momenti di crisi.
La politica di Trump: The Apprentice (2024)
Il film The Apprentice, diretto da Ali Abbasi, si concentra su un giovane Donald Trump, ancora sotto i 30 anni, ma con l’ambizione di diventare il re dell’immobiliare di New York.
In un club esclusivo, il giovane Trump attira l’attenzione di Roy Cohn, un avvocato spietato e controverso, noto per il suo ruolo nella condanna alla sedia elettrica dei coniugi Rosenberg durante la guerra fredda. Cohn, affascinato dalla determinazione e dall’ambizione di Trump, vede in lui un alter ego, un giovane simile a sé, pronto a dominare il mondo degli affari con metodi poco ortodossi.
Trump inizia così un “apprendistato” sotto la guida del mentore, imparando le regole fondamentali dell’arte di fare affari: attaccare sempre, negare qualsiasi accusa e non ammettere mai una sconfitta, nemmeno di fronte all’evidenza.
Con il passare degli anni, però, Trump supera il suo maestro in cinismo e spietatezza, abbracciando una visione del mondo priva di scrupoli e manipolativa.
Il film, presentato in anteprima a Cannes nel maggio del 2024, ha suscitato negli spettatori opinioni diametralmente opposte tra loro, arrivando ad essere definito diffamatorio.
Jeremy Strong interpreta Roy Cohn, mentre Sebastian Stan assume il ruolo di Trump, con Maria Bakalova nel ruolo di Ivana Trump.
La pellicola esplora il lato oscuro dell’ambizione e del potere, mettendo in luce il cinismo e la mancanza di scrupoli che hanno caratterizzato la carriera di Donald Trump.
Berlinguer – La grande ambizione (2024)
Berlinguer – La grande ambizione, diretto da Andrea Segre, è un film che racconta gli anni più cruciali della vita del leader del Partito Comunista Italiano, Enrico Berlinguer, interpretato da Elio Germano.
La pellicola si concentra sul periodo dal 1973 al 1978, anni segnati da sfide politiche, crisi internazionali e un’Italia divisa tra opposti ideologici. Il film esplora il tentativo di Berlinguer e del PCI di salire al governo, attraverso una lunga e complessa fase di dialogo con la Democrazia Cristiana, culminata nel tentativo di avviare il compromesso storico, che avrebbe potuto cambiare radicalmente il destino politico del paese.
Il film segue la parabola di Berlinguer attraverso eventi significativi come l’attentato sfuggito a Sofia nel 1973, i suoi viaggi a Mosca, le campagne elettorali e la sua crescente visibilità sulle prime pagine dei giornali internazionali.
La trama si intreccia anche con le delicate e rischiose relazioni del leader comunista con il potere, e culmina con l’assassinio nel 1978 di Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana.
Co-prodotto tra Italia, Belgio e Bulgaria, Berlinguer – La grande ambizione è stato scelto come film d’apertura della Festa del Cinema di Roma 2024, suscitando l’interesse per il ritratto di un leader che ha incarnato la sintesi tra vita privata e politica pubblica, tra le ambizioni personali e l’impegno per il cambiamento sociale.