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Claudio Caligari, oltre il realismo

Quarant’anni di carriera, tre film e un’eredità immensa. Chi era Claudio Caligari, maestro dimenticato. 

Uno dei più autentici tra il panorama indipendente italiano, Claudio Caligari prima di essere un regista è stato un pensatore ed un antropologo moderno. Il suo studio per la società contemporanea e i suoi mutamenti, prestando sempre principalmente attenzione alle classi più basse ne hanno reso un icona del cinema indipendente ed underground e soprattutto un conoscitore della realtà. Un attenzione posta ai minimi dettagli di una società marcia erano alla base del cinema di Caligari, rimasto per tanto tempo un nome sconosciuto, uno dei tanti.

Un uomo che ha vissuto e respirato cinema, Caligari non faceva film ma opere di studio sociale, intimistiche e del tutto personali. Un cinema più che mai introspettivo ma anche riflessivo di ciò che aveva attorno il regista, sorretto solamente da se stesso e da chi gli voleva bene, da chi lavorava con lui e sapeva cosa volesse dire lavorare con lui.

Realismo underground

I tre film del maestro si possono definire a tutti gli effetti parti di una trilogia. Non hanno molto in comune a livello di trama ma il mondo che Caligari mette in scena in tutti i suoi lungometraggi sembra legato da un file-rouge invisibile che comunque da familiarità allo spettatore. L’estremo dell’anticonvenzionale, sempre a modo suo, sia nella vita che nei film. Un uomo che non amava stare sotto i riflettori, come i suoi film, indipendenti, che raccontavano chi sotto i riflettori non ci sarebbe mai finito, se non su qualche notizia al telegiornale.

Amore tossico, del 1983, è il suo film di debutto, seppur Caligari nacqua in realtà in veste di documentarista già nel 1977. Tornando però alla sua opera prima, amore tossico è un film unico, un’opera irripetibile fatta esclusivamente di estro artistico e mezzi propri. Il film fu girato per Ostia e segue le vicende di un gruppo di eroinomani in un periodo buio per l’Italia riguardo le dipendenze dalla sostanza. Anche qui, già il primo dei tanti lavori di studio sociale del regista, sempre sul pezzo, e soprattutto di attenzione per le borgate romane, di pasoliniana memoria. Il cast non contava neanche un professionista, erano tutti attori presi dalla strada e veri tossicodipendenti. Il film divenne presto un cult nell’ambiente underground del cinema italiano.

Dopo anni di inattività a causa di problemi nella realizzazione di altre idee, nel 1998 esce L’odore della notte, che segue una banda di rapinatori della periferia romana che puntavano alle case borghesi di Roma nord. Anche qui un’attenzione particolare alle classi subalterne e ad un discorso in rapporto alla borghesia e alle classi agiate. Spiccano nel cast Giorgio Tirabassi e Marco Giallini alle prime esperienze sul grande schermo, così come il protagonista Valerio Mastandrea che divenne poi grande amico del regista e poi anche in parte collega nell’ultimo film di Caligari che in parte fu anche prodotto e sostenuto dallo stesso Mastandrea.

Eredità

Claudio Caligari morì a 67 anni, proprio durante le riprese del suo terzo ed ultimo film Non essere cattivo. Il suo ultimo film è diventato col tempo un cult, ora a distanza di dieci anni è stato completamente rivalutato ed ha ottenuto in parte i riconoscimenti che meritava. Aldilà del film che fonda una forma del tutto nuova di realismo, un realismo moderno, evoluzione definitiva di quel tipo di realismo che già caratterizzava gli altri due film di Caligari, Non essere cattivo in particolare ha lasciato un eredità importantissima al cinema italiano.

L’eredità ultima lasciata da Caligari e dal suo terzo film sono proprio i due attori protagonisti, Alessandro Borghi e Luca Marinelli, due talenti cristallini e sicuramente tra i migliori di quest’ultima generazione e non solo. Due attori che verrano ricordati per essere tra i migliori attori della storia del cinema italiano. La storia della realizzazione di Non essere cattivo è una storia bellissima, fatta di amore e passione, amore tra esseri umani e persone che lavorano insieme sotto lo stigma di una passione che le unisce, di un obiettivo che ha legato i destini di queste persone.

Dall’8 al 10 Settembre in occasione dei 10 anni di Non essere cattivo, il film sarà rimesso nei cinema. Indubbiamente uno dei migliori film italiani del ventunesimo secolo, fondativo e ad oggi punto di riferimento per moltissimi giovani cineasti e registi alle prime armi. Un film struggente e carico di emozioni, la storia di Cesare e Vittorio, due tossicodipendenti e criminali di Ostia negli anni ’90.

Ognuno può trarne a suo modo la propria eredità da Claudio Caligari che in qualunque caso e per qualunque persona rimarrà per sempre nella sua arte, nelle sue parole e nei racconti di annedotti da parte di chi lo conosceva. I film sono ciò che ci rimane veramente però perché d’altronde sta tutto lì, nel cinema. Se si volesse invece approfondire la storia personale dell’uomo Caligari, una storia piena di vita, di realtà e di cinema, nel 2019 uscì il documentario Se c’è unaldilà sono fottuto. Vita e cinema di Claudio Caligari. 

Filippo Maulicino

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