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Elogio alla diversità

Il cinema ha sempre trattato con cura la diversità, punto di riferimento della settima arte, elogiandola come condanna e privilegio.

Si puo’ dire che la diversità è sempre stato il punto di partenza dell’arte, forme massime di espressione ma sempre ritenute diverse o particolari. Concetto che oggi invece sembra sdoganato, in un mondo dove l’arte e dunque il cinema si ritrovano ad essere invece tendenze, aspirazioni di vita soprattutto perseguite per raggiungere un successo economico più che personale ed introspettivo o più che per una necessità.

Nonostante ciò il diverso ha continuato ad essere un punto di riferimento per il cinema, in particolare ci sono vari esempi di film che trattano la diversità fisica. Proprio ora che è stato appena rimesso The elephant man nelle sale, ecco alcuni esempi.

The elephant man

Partendo proprio da The elephant man, secondo film di David Lynch affidato da Mel Brooks è anche la prima grande produzione del regista. Il film, tratto da un romanzo a sua volta basato sulla vera vita di John Merrick (John Hurt), tratta appunto la storia di quest’uomo deforme che ha vissuto per tutta la sua vita in cattività sotto la custodia del suo crudele propetario al circo dei freaks come fenomeno da baraccone. John sarà poi accudito ed aiutato dal medico Frederick Treves (Anthony Hopkins), seppur con molte difficoltà riguardo il suo integramento nella società in piena epoca vittoriana.

“La gente ha paura di quello che non capisce”. Una citazione direttamente dal protagonista del film, mai accettato dalla società ma al massimo trattato con pena e compassione. Un uomo che con la mera diversità del suo corpo riesce a provocare i più disparati sentimenti di terrore e paura abbattuti solo dal potere dello sguardo e dell’empatia. Proprio così David Lynch decide di trattare il diverso, esponendoci l’ipocrisia della società e in questo caso della società vittoriana, ma anche la miseria di un pover’uomo come tutti in realtà, trattato come una bestia in una vita di peripezie passando dalla conoscenza di ladri imbroglioni e sfruttatori a attrici e reali inglesi in un flusso raccapricciante e surreale, che solo Lynch poteva creare.

Il diverso nel cinema oggi

L’età moderna ci porta invece a mettere su un piedistallo la diversità, a priori, talvolta sfociando in trovate beciere e indegne e così è anche nel cinema. D’altro canto però sono molti invece gli esperimenti riusciti perfettamente e fatti veramente per sposare una causa in maniera sincera ed autentica. Proprio l’anno scorso, infatti è uscito A different manfilm del regista Aaron Schimberg che vede come protagonisti Sebestian Stan e Adam Pearson, un attore che soffre di neurofibromatosi che gli ha provocato vistose deformazioni alla faccia.

Non è la prima volta che il regista e Adam Pearson hanno lavorato insieme, infatti l’opera prima del regista, Chained for life, poneva sempre al centro della riflessione il rapporto delle persone col diverso, in questo caso sempre con la diversità dovuta alla deformazione fisica. In A different man pero’ si va oltre, analizzando la condizione di un uomo che soffriva di tale deformazione e che viveva come un reietto con conseguenti discriminazioni ma una volta riuscito a curarsi, l’incontro con un altro uomo che soffre di una deformazione gli sconvolgerà tutta la percezione della sua vita fino ad allora.

Anche The substance, uscito sempre nel 2024, ci offre uno sguardo al diverso seppur con un’ottica del tutto opposta. La reazione delle persone alla trasformazione mutaforme di Sue porta anche il film stesso a cambiare, diventando di fatti quasi come un monster movie. Questa è la stessa trasformazione che subisce Sue, prima vista e trattata come vera e propria star, poi invece come mostro orrendo e persino intimidatorio. Chiaramernte il film in questo caso gioca piu’ da un punto di vista ben preciso, quello del body horror. La critica pero’ rimane simile, sull’iporcisia di una società marcia che sceglie come comportarsi solo in base a canoni specifici, discriminando il diverso poiché ritenuto brutto o scomodo.

Filippo Maulicino

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