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I film dell'estate secondo la redazione di Almanacco Cinema

I film dell’estate: le scelte di Almanacco Cinema

Sanno di flirt, salsedine e avventura: sono i film dell’estate, quelli che ci catapultano subito ad agosto. Ecco le scelte della redazione di Almanacco Cinema.

Noi della redazione di Almanacco Cinema ci siamo posti una semplice domanda: qual è il tuo film dell’estate e perché? Ecco le nostre risposte.

Il film dell’estate di Giulia Bucelli – Direttrice responsabile di Almanacco Cinema

Panarea (1996). Con tutta probabilità è nella top 10 dei film più brutti della storia del cinema italiano: davvero imbarazzante, per di più interamente doppiato. E, proprio in virtù della sua bruttezza, un vero cult. Con la mia amica storica lo abbiamo visto in VHS decine di volte, ripetendone a memoria gli scambi di battute demenziali. “- Ehi papi, che ce lo mettiamo un po’ di verdino qua? – Vieni qua, pirla tropicale!” è uno dei tanti leitmotiv, tra tuttofare bonazzi che sfoggiano un accento siculo caricaturale e maldestri tentativi di seduzione. 

Il format è tipicamente italiano. Nella splendida cornice di Panarea, arcipelago delle Eolie, si intrecciano diverse storie: quella di due amici interessati alla stessa ragazza, di due sorelle in vacanza insieme, di due migliori amici che in realtà – spoiler – amici non sono, del ragazzo in vacanza con villa e padre che è il perfetto stereotipo del bauscia.
Gli highlight attoriali del film sono una giovane Alessia Merz e Hoara Borselli, che 20 anni dopo sarebbe diventata campionessa di Ballando con le stelle. Panarea è l’ultimo film diretto da Giuseppe Moccia in arte Pipolo, regista del cult Attila flagello di Dio (1982) e padre dello scrittore Federico Moccia.

Questo film sa di salsedine, di rimorchi estivi, di amori non corrisposti, di fettone di anguria, di discoteche, di mare, di Sicilia e posti mozzafiato (conoscete Cala Junco?), di topless. È mediocre, imbarazzante, ma ha il sapore dell’estate.

Il film dell’estate di Francesco Tripodi – Direttore editoriale di Almanacco Cinema

Laguna blu (1980) è un film iconico diretto da Randal Kleiser, basato sul romanzo del primo Novecento La laguna azzurra di Henry De Vere Stacpoole. Una pellicola che ha lasciato il segno grazie alla sua trama avvincente e alle interpretazioni di Christopher Atkins e della giovanissima Brooke Shields, all’epoca solo quattordicenne. 

Questo film ricorda l’estate, le vacanze, i viaggi in isole quasi sconosciute, grazie alle riprese effettuate in Giamaica, Vanuatu e le Isole Fiji. Finire su un’oasi e lasciare tutto e tutti. Un sogno per noi adolescenti che sognavamo l’amore e l’avventura.

Un viaggio nella natura selvaggia e ricco di spiagge bianche e acque cristalline. Magari anche da soli. Una vacanza estiva che ci faccia ricordare il silenzio, la pace, la tranquillità al di fuori della città e scoprire la meraviglia dei paesaggi incontaminati e suggestivi.

Facendo spuntare fuori il lato Robinson Crusoe che non pensavi di avere.

I film dell’estate dei redattori

Stella Stopponi

Before Sunrise (1995). Bryan Adams cantava la Summer of 69. Richard Linklater, invece, racconta la Summer of ’94. Un treno. Due ragazzi. Un incontro casuale ed una città – Vienna – che aspetta solo di essere scoperta.

Before sunrise è il primo film di una trilogia che profuma d’estate. Jesse e Celine, interpretati da Ethan Hawke e Julie Delpy, si conoscono, si scoprono, si scontrano e si capiscono. Sono l’incarnazione dell’eterna gioventù, e se da una parte uno è troppo disilluso e cinico, l’altro rappresenta l’inguaribile romantico.

È un film che risulta minimalista: il vero centro focale sono i dialoghi, per lo più monologhi, dei due protagonisti. Con le loro sfumature e contraddizioni, ci trasportano in un vortice introspettivo, esplorando temi universali come l’amore, la morte e la paura del futuro.

È la ricetta perfetta per un film che parla, che sa, di estate. Ci ricorda che a volte basta un’estate, un incontro inaspettato, per farci sentire vivi e per farci credere nell’amore a prima vista.

Simone Luciani

I Mitchell contro le macchine (2021). Non sarà certamente il film estivo per eccellenza, ma è tra quelli che negli ultimi anni mi sono rimasti più impressi. Il team dietro Gravity Falls si unisce a quello dietro Spider-Verse per portare un film d’animazione moderno e originale. In un ultimo tentativo di mantenere un rapporto con la figlia Katie, Rick Mitchell decide di accompagnarla al college con un viaggio di famiglia attraverso l’America. Ma quando il viaggio si trasforma in un’epica impresa per fermare un’apocalisse robot, Katie scoprirà che salvare il mondo può essere più semplice di aprirsi alla propria famiglia.

Con un umorismo impeccabile, un’animazione straordinaria e molte emozioni, I Mitchell contro le macchine porta un onesto e personale ritratto della famiglia moderna e del divario generazionale. Seguiamo una ragazza che si ritrova a desiderare l’indipendenza e lo svezzamento totale dalla famiglia, ma dovrà affrontare quello che crede, e spera, sia il suo ultimo viaggio estivo con questa.

Tramite il viaggio estivo e le perversità di un’apocalisse robot, viene messa in scena una dinamica familiare con cui tutti si possono rivedere. I Mitchell contro le macchine esplora un tema a tutti familiare ma presentato in una maniera completamente nuova: cosa significa essere una famiglia?

Daniele Caramazza

Chiamami col tuo nome (2017). È l’estate del 1983 nel nord Italia, ed Elio, diciassettenne americano, vive nella villa di famiglia. Suo padre, un professore universitario, e sua madre Annella, una traduttrice. Un giorno arriva Oliver, un affascinante studente americano, che il padre di Elio ospita per aiutarlo a completare la sua tesi di dottorato. Elio e Oliver scoprono la bellezza della nascita del desiderio, nel corso di un’estate che cambierà per sempre le loro vite.

Chiamami col tuo nome riesce a raccontare le sensazioni e le emozioni che tutti noi abbiamo provato durante l’estate adolescenziale e che non siamo mai riusciti a spiegare con le parole. In estate accade tutto in maniera inspiegabilmente incantevole, in estate ci si innamora, ci si innamora del desiderio, esattamente come tra Elio e Oliver.

Caldo, spensieratezza, Converse, costume di giorno, jeans e camicia la sera, tra le dita una sigaretta mentre si osserva la persona di cui ci siamo innamorati. Uno sguardo che parla, la certezza che sarà l’estate che ti cambierà la vita.

La paura e la consapevolezza che arriverà la fine della magia, ma è proprio lì che la passione e la poesia dell’estate scoppia dentro l’essere umano tramite i ricordi che tengono legati due persone che anche se non si vedranno mai più resteranno per sempre uniti da quella incantevole magia.

Viviana Pungì

Un sacco bello (1980). “Io t’avevo telefonato pe’ sape’ come t’eri messo pe’ Feragosto”. Per una romana è quasi impossibile non pensare all’estate senza associarla al fortunatissimo esordio dell’allora trentenne Carlo Verdone (il film gli valse un David Speciale, un Globo d’Oro al Miglior attore rivelazione e un Nastro d’argento al Miglior attore esordiente).

L’estate rovente e appiccicosa, di una Roma deserta, è in ogni cosa delle tre storie di Enzo, Leo e Ruggero, i tre personaggi interpretati dal solo Verdone le cui migliori battute sono diventate di uso comune. Estate: tempo di spensieratezza e di allegria. Questo lungometraggio invece parla molto di solitudine, noia, disagio e mette nel cuore tanta nostalgia.

Ciononostante, non possiamo che uscirne sempre con un sorriso: amaro, forse, ma quanto si ride. Un film che è un’atmosfera anche grazie alla colonna sonora del maestro Ennio Morricone, che almeno una volta tra giugno e agosto ci ritroviamo a canticchiare per strada o magari a fischiettare, rendendo omaggio ad Alessandro Alessandroni.

Federico Di Silvio

Il postino (1994). Questo film del 1994 segna l’ultima apparizione sul grande schermo dell’immenso Massimo Troisi. Ambientato in un’isola del sud Italia durante l’estate del 1952, il film racconta la storia di Mario Ruoppolo, un uomo semplice che viene assunto come postino per consegnare la corrispondenza al poeta cileno esiliato Pablo Neruda, perseguitato in patria per le sue idee comuniste.

Attraverso il loro rapporto, Mario scopre la bellezza della poesia e trova il coraggio di dichiarare il suo amore per Beatrice, una giovane del posto. Sin da quando ero piccolo, l’estate ha sempre rappresentato per me un momento di scoperta, sia personale che di luoghi e persone nuove.

Ogni anno, in questo periodo, la mia mente torna a questo film, in cui un’estate che sembrava destinata a volare via come tante altre, ha invece trasformato un umile isolano insoddisfatto in un uomo innamorato e pronto a lottare per le proprie idee.

Sara Norelli

La famiglia Addams 2 (1993). In questo capitolo Mercoledì e Pugsley Addams vengono lasciati al campo scout. La scena più iconica è proprio l’arrivo al campo: Morticia Addams, parlando con la mamma di un’altra ragazzina, dà per scontato che sappia a cosa pensano le ragazze della loro età.

In quel momento Mercoledì spiazza tutti rispondendo: l’omicidio. Tutta la loro permanenza è esilarante. Possiamo vedere quanto siano estranei alla società: traumatizzati dai classici Disney, contrari alle canzoni gioiose e alle regole. Nonostante ciò, Mercoledì vive un’estate piena, da pre-adolescente quale è, fedele al suo essere dark, vive la sua prima cotta estiva.

Vedo questo film da quando sono piccola, le mie estati le ho sempre percepite con il dark-humor mercolediniano, e per me rimane una perla perchè non invecchia mai.

Rossella Parascandola

Genitori in trappola (1998) – Se penso all’estate e alle vacanze penso a Genitori in trappola. Annie e Hallie, dodici anni entrambe, scoprono durante un campo estivo nel Maine di essere gemelle separate alla nascita. Sconvolte dalla scoperta, e desiderose di conoscere la vita dell’altra, si scambiano sulla via del ritorno a casa.

Hallie vola a Londra dalla madre, Annie in California dal padre. Faranno di tutto per provare a riunire i loro genitori, convinte che del loro vecchio amore ci sia qualcosa da salvare. Una fiaba Disney scritta, direi, certamente senza l’aiuto di un pedagogista. Insomma, chi penserebbe mai di dividere due sorelle oscurando all’una l’esistenza dell’altra e rinunciando a una figlia? Ma a Natasha Richardson versione Lady D e Dennis Quaid perdoniamo tutto.

E superato questo primo dettaglio di trama il film è un susseguirsi di momenti esilaranti. Primo fra tutti la scena dei buchi alle orecchie, trauma indelebile nella mia memoria di bambina. Un cast fantastico, con una giovanissima Lindsay Lohan, e una colonna sonora piena di classici. Un vero comfort movie per piccoli e grandi con cui si ride, si sogna, e un po’ ci si emoziona.

Anna Vincitore

Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto (1974). Avete presente quella sensazione di vuoto che vi assale quando tornate a casa dopo le vacanze? Quella ricaduta rapida verso la realtà mentre disfate i bagagli? Ecco, il capolavoro indiscusso di Lina Wertmuller ce lo spiega con la strana coppia composta da Giancarlo Giannini e Mariangela Melato.

Lui, rude marinaio comunista, lei, ricca borghese repubblicana, travolti da un insolito destino su un’isola deserta. Un film composto interamente da binomi e opposizioni che si mescolano alla salsedine. I due protagonisti, nemici e poi amanti, si ritrovano naufraghi e costretti a sopravvivere. Le diversità profonde dei due personaggi sono costrette a cedere alle necessità che il clima di sopravvivenza impone. Nasce la passione, i due ci credono davvero.

Ma cosa accade quando si ritorna alla realtà? Il fuoco si spegne e la razionalità vince. La valigia va disfatta e l’unica cosa che rimane è un po’ di sabbia fra gli angoli della borsa mare.

Gianluca Carrabba

Lo squalo (1975). Lo squalo, anche conosciuto come Jaws, è un film che fa molto pensare all’estate. Diretto da Steven Spielberg nel 1975, è forse il film che sconvolge l’immaginario delle spiagge e delle vacanze. “Che pensiero macabro!”, potrebbe dire qualcuno. Invece, questa nota di ignoto e inquietudine, fa inevitabilmente salire l’adrenalina. 

Ma i motivi che spingono a pensare all’estate guardando questo film, sono vari. La pellicola è stata rilasciata il 20 giugno 1975, e la sua ambientazione è principalmente una cittadina balneare. Qui, Roy Scheider e Robert Shaw, lottano insieme per proteggere la tranquillità delle famiglie sotto l’ombrellone. 

Non solo, il film parla della paura degli squali e dei misteri dell’oceano, e questo è un tema legato molto al mare e al contesto estivo. Quindi, ogni 20 giugno, si accende la televisione e viene inserito il dvd consumato nell’apposito lettore. 

Lo squalo rappresenta un’evoluzione degli effetti speciali e della suspense cinematografica. L’uso limitato ma affascinante del grande animatronic a forma di squalo chiamato Bruce, è qualcosa di unico e speciale. La colonna sonora iconica di John Williams trasporta ancora gli spettatori in un’atmosfera intensa di terrore e mistero, con solo due note. 

L’elemento dell’avventura e il conflitto tra uomini e animali, è stato un successo che ha portato il film a diventare il simbolo del concetto di blockbuster estivo. Questi fattori combinati hanno creato un classico intramontabile e un’ossessione estiva che non può essere curata facilmente. Vero, zio Steven?

Daniele Paganelli

Il sorpasso (1962). Uno dei migliori film che hanno caratterizzato e sancito il periodo florido e di successo del cinema italiano degli anni ’60. Emblema del giorno festivo di Ferragosto, Il sorpasso narra la storia di Bruno Cortona (Vittorio Gassman), uomo forte ed esuberante amante delle macchine e delle belle donne, e Roberto Mariani (Jean-Louis Trintignant), ragazzo al quarto anno di legge, timido e dedito allo studio. I due si ritrovano, sotto incitamento dello stesso Bruno, a trascorrere insieme la giornata di Ferragosto.

E partono per un viaggio. Un viaggio ambientato fra il Lazio e la Toscana, da Roma fino al paese di Castiglioncello, in provincia di Livorno, passando per Grosseto. Un viaggio che ha un chiaro sapore estivo, con forti toni caldi e avventurosi. Esperienze, nuove conoscenze e relazioni, relax ma soprattutto svago e divertimento. Il tutto sviluppato in maniera lineare, ritmata e veloce.

Più nel profondo, questo è un film incentrato sull’essenza della vita: quella di Roberto, troppo seria e schematica, la quale viene stravolta da quella di Bruno, istintiva e improvvisata, sempre vissuta giorno per giorno. Roberto si allontana così dai timori e dalle paure giovanili, riconsidera i rapporti di famiglia, sociali e sull’amore.
E, proprio quando tutto sembra andare per il verso giusto, ecco che sempre il caso (un sorpasso azzardato di Bruno) porterà alla morte del giovane ragazzo.

Il sorpasso ci ricorda quanto sia importante vivere la vita appieno, senza essere frenati da costrutti sociali o rapporti soffocanti. Ci ricorda che siamo noi i responsabili della nostra vita e che siamo il prodotto delle scelte che facciamo e quindi, considerando la caducità della vita stessa, bisogna prestare molta attenzione ad esse.

Una chiamata al forte senso di responsabilità e alla ricerca di un equilibrio che molte volte, purtroppo, viene a mancare. Eccoci qui di fronte alla nuova commedia italiana degli anni Sessanta. Divertente, no?

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