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Intelligenza artificiale

Intelligenza artificiale: una risorsa che fa sempre più paura

L’AI e le un nuove nuove frontiere del cinema. L’intelligenza artificiale e le accese polemiche da parte di attori e sceneggiatori.

L’AI, acronimo di Intelligenza artificiale, ossia l’abilità di una macchina di riprodurre capacità umane come ragionamento, apprendimento,  pianificazione e creatività,  sta rivoluzionando l’intero settore cinematografico e il mondo intero.

Era solo il 1936 quando il padre dell’Informatica Alan Turing gettò le basi delle moderne applicazioni dell’AI e da allora molte cose sono cambiate.

Se inizialmente le sue applicazioni non destavano alcuna preoccupazione, poiché erano rudimentali, limitate e al servizio dell’uomo, oggi si sta facendo strada l’idea che, a breve, gli esseri umani saranno sostituiti da avatar e replicanti in ogni ambito lavorativo.

L’IBM ha stimato che nei prossimi quattro anni circa 7800 posti di lavoro potrebbero essere svolti dai bot. Recentemente, Elon Musk stesso ha dichiarato che in futuro non servirà più lavorare grazie all’intelligenza artificiale.

E non c’è da stupirsi se questo scenario distopico e raccapricciante, spesso immaginato e divenuto soggetto cinematografico per molti film importanti, a partire da Metropolis di Fritz Lang del 1927 fino ad arrivare a Megalopolis di Francis Ford Coppola (2024) si stia imponendo maggiormente proprio nell’industria cinematografica.

Il cinema, infatti, fa largo uso di tecnologie avanzate per gli effetti speciali, ma anche per la creazione di sceneggiature, allarmando tutti i lavoratori del settore che rischiano di vedersi sostituiti dall’AI.

I rischi dell’intelligenza artificiale

L’AI è capace di adattare il proprio comportamento analizzando gli effetti delle azioni precedenti e lavorando in autonomia. E tutto ciò sarebbe grandioso se i sistemi di intelligenza artificiale si limitassero a migliorare la vita dell’uomo in settori cruciali come l’assistenza sanitaria, i mezzi di trasporto o l’istruzione.

O ancora meglio se si utilizzassero i bot (come nei film di fantascienza) per combattere guerre nello spazio, anziché sulla terra con poveri esseri umani.

Purtroppo, però, proprio come paventato dalla cinematografia, l’AI, invece di garantire all’uomo maggiore sicurezza, semplificandogli la vita, rischia di minare la democrazia planetaria, rendendo il mondo un luogo in cui ci sarà sempre meno spazio per gli esseri umani e più spazio per le macchine.

È inutile quindi aggiungere quanto sia alta la tensione in ambito cinematografico e televisivo, riguardo a tale tema.

Non è un caso, infatti, che da circa un anno proseguono le proteste da parte dei membri del sindacato statunitense degli sceneggiatori, la Writers Guild of America (WGA) per assicurarsi che l’AI non possa essere addestrata sul loro lavoro, manipolandolo senza il loro consenso.

Anche il sindacato degli attori americani, la Screen Actors Guild – American Federation of Television and Radio Artists (Sag-Aftra), sta lavorando per introdurre dei limiti nell’uso della tecnologia usata per ricreare le performance degli attori.

E sono sempre più numerosi gli autori e gli artisti che denunciano, per violazione del copyright, intelligenze artificiali come Meta, Microsoft, Stable Diffusione, Midjourney.

Il problema è che non esistono ancora normative a livello mondiale sull’AI. Al momento solo il Parlamento Europeo ha fissato la propria posizione negoziale sull’AI act (o normativa sull’IA), per proteggere la privacy e la libertà d’espressione dei cittadini, essendo i paesi UE già forti nell’industria digitale e nelle applicazioni business-to-business.

Negli Stati Uniti, invece, dove si investono miliardi nello sviluppo e nella diffusione dell’AI, la normativa è ancora in evoluzione, attenta a non imporre vincoli stringenti all’uso della tecnologia.

Strumenti e opportunità in ambito cinematografico

L’intelligenza artificiale sta divenendo sempre più un partner creativo essenziale per la settima arte. La sua presenza sta ridefinendo il modo in cui i film vengono realizzati, dalla pre-produzione al doppiaggio, offrendo nuove opportunità e sfide.

Da quando sul finire dagli anni ’80 la tecnologia ha fatto il suo ingresso nella post-produzione, con film pioneristici come “Tron” del 1982 e “The Last Starfighter” del 1984, in cui si utilizzò il sistema CG per creare mondi virtuali e battaglie spaziali, la diffusione dell’AI in ambito cinematografico è in continua ascesa.

Non c’è assolutamente da stupirsi se si considera l’epoca in cui viviamo e la fame insaziabile di un pubblico alla costante ricerca di nuovi e mirabolanti effetti visivi e piattaforme in streaming.

Hollywood e l’intero mondo cinematografico si aprono così a nuovi scenari in grado di capovolgere l’esperienza visiva e percettiva attraverso intelligenze artificiali come Apple Vision Pro (Vr/Ar) ‒ che promette di rivoluzionare la nostra interazione con il mondo digitale e che in futuro potrà consentire esperienze immersive ‒ permettendo agli spettatori di entrare nelle storie, come nel visionario film Ready player one di Steven Spielberg.

Recentemente è stato anche presentato un cortometraggio di 12 minuti, The Frost, generato interamente da un’intelligenza artificiale denominata DALL-E 2, per mostrare cosa sia in grado di fare oggi l’AI.

Esistono altresì algoritmi addestrati a replicare i movimenti facciali degli attori nonché la voce, riportando sullo schermo grandi divi del passato, morti da più di mezzo secolo. O sistemi in grado di generare intere sceneggi2

ture, libri e opere d’arte.

Intelligenza artificiale, un tema fortunato

Sin dalla notte dei tempi il cinema ha trattato il tema sull’uso dell’AI, paventando futuri post apocalittici in cui la tecnologia si ribella all’uomo, creando dei veri cult movie.

A sfruttare l’argomento prima di tutti è stato il grande regista del cinema muto Fritz Lang con Metrop2lis (1927), ma è solo con Michael Crichton e il suo Mondo dei Robot 1973, in cui i robot si ribellano allo strapotere umano, che l’argomento viene approfondito.

Ma i film che hanno segnato la storia del genere rimangono senza dubbio pellicole come: 2001: Odissea nello spazio (1968) di Stanley Kubrick, Blade Runner di Ridley Scott (1982), Terminator di James Cameron (1984) e Matrix di Lana e Lilly Wachowski (1999).

Come approcciarla?

L’AI offre sicuramente grandi opportunità all’industria cinematografica. È importante non sottovalutare cosa potrebbe significare affidarsi totalmente all’intelligenza artificiale e valutarne le implicazioni etiche e pratiche.

È sicuramente importante creare al più presto una normativa a livello mondiale per l’AI, per garantire il diritto d’autore. Anche se per i più pessimisti rivendicare il copyright non sarà sufficiente a impedire ai bot di appropriarsi di lavori creativi.

L’intelligenza artificiale è un mercato in continua espansione e presto riguarderà ogni ambito della vita umana. Meglio stare in guardia: il domani è dietro l’angolo. Non sottovalutiamo il potere visionario della fantascienza.