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Io e Sissi

Io e Sissi, l’ultimo ritratto di un’icona femminista principesca

Ieri è uscito nelle sale Io e Sissi, un nuovo film sulla vita di Elisabetta di Baviera, la principessa icona femminista del XIX secolo.

Fino a pochi anni fa, qualsiasi bambina avrebbe detto a voce alta di voler essere una principessa. Oggi, in un mondo che pretende di essere a tutti i costi “inclusivo” (qui uso il verbo “pretende” nella sua sfumatura più inglese “pretend to be, pensare di”), fare una tale affermazione a voce alta risulta pericoloso, o quantomeno rischioso.

Eh sì, perché pronunciare queste parole a voce alta, in classe davanti a professore e compagni, può voler dire per una ragazza essere accompagnata immediatamente dallo psicologo scolastico, affinché ci si assicuri che subisca abusi da qualche figura maschile che imponga in famiglia un malsano modello patriarcale.

E dunque, se una volta essere fan di Cenerentola o di Biancaneve andava bene, ora da regola le principesse devono avere una qualche arma in mano, come Ribelle con l’arco, o Mulan con la spada, e se non ce l’hanno devono quantomeno avere i poteri per farsele. Vedi Elsa, che crea veri e propri troll di neve in difesa alla sua dimora di ghiaccio.

C’è da chiedersi perché siano stati così severamente imposti questi modelli femminili nei cartoni animati, quando poi nel mondo digitale sono, invece, ancora consentiti (se non addirittura incoraggiati) alla propria prole i follow alle ragazze seminude su TikTok, le cui uniche armi di difesa sono i dieci centimetri di semipermanente alle unghie.

Comunque sia, che lo si voglia o meno, le principesse rimarranno per sempre un must cui segretamente tutte aspireremo, che siano quelle del mondo animato o della Royal Family inglese.

Questo perché quel mondo patinato e apparentemente idilliaco in cui vivono ci affascina, fa parte di noi, del nostro eterno dualismo, di quel “vorrei ma non posso” che occupa la nostra mente mentre siamo in ufficio a copia-incollare dati sul nostro pc.

Certamente, le vite delle principesse reali (reali nel senso di vere) sono ben diverse da quelle di Jasmine, Ariel e Belle, e un bel po’ più incasinate. Per diventare principessa nella vita vera è improbabile aver passato l’adolescenza in una foresta allevata da tre zitelle (anche se fate) o a scappare per boschi evitando la propria matrigna per poi diventare la colf di sette uomini alti un metro e quaranta.

È molto più probabile che, se aspiri alla corona, tu debba prepararti, che tu faccia parte di una elìte di studentesse inglesi, che frequenti i migliori college, dove incontrerai (poco) casualmente il figlio dei reali inglesi e che all’interno della sua cerchia di amiche tu sia (sempre poco casualmente) la prescelta per essere la sua anima gemella. Insomma, il romanticismo non è esattamente parte dell’equazione.

Tuttavia, pur in queste storie reali, qualche volta questo elemento nell’equazione c’è. Ed è allora che la storia può diventare anche una favola, cioè può stare sia sui libri di storia che su quelli di storie.

La favola della principessa Elisabetta di Baviera: un mito senza tempo

È il caso di Elisabetta di Baviera: la principessa meglio nota come Sissi, coi capelli rossi lunghissimi (manco fosse Rapunzel!) tempestati di stelle argentate, simbolo di una Vienna che vibrava a ritmo di valzer.

Sissi è da sempre un’icona, un mito senza tempo destinato a essere ricordato e raccontato anche dalle generazioni future.

La sua storia ha tutto in regola per fare invidia alle princesses disneyane:

  1. Non è lei a dover sposare il re, ma sua sorella, quella educata e perfetta. Lei è quella ribelle e anticonformista ma dall’animo nobile e gentile, lontana dai canoni imposti dall’aristocrazia;
  2. Il re se ne innamora immediatamente: il loro è  un autentico colpo di fulmine, come nei migliori classici Disney;
  3. Sissi rifiuta il trono per amore della sorella, ma alla fine tutti devono cedere al coronamento, nel senso vero e proprio del termine, di una grande storia d’amore.

Insomma, i cliché ci sono tutti, solo che la sceneggiatura è stata non scritta, ma vissuta da personaggi veri: la storia di Sissi ci convince che tutto è possibile, tutto può accadere. Poi, che Elisabetta e Franz fossero cugini di primo grado, evitiamo di raccontarlo ai bambini a scuola.

Sissi interpretata da Romy Schneider

La figura di Sissi nella narrazione cinematografica

Nel corso degli anni sono stati tanti gli omaggi del teatro e della tv dedicati alla figura di Sissi: Per quanto riguarda il cinema, tantissimi i racconti dedicati alla vita dell’Imperatrice d’Austria: iconico il film del 1957, con Romy Schneider nel ruolo dell’imperatrice e Karlheinz Böhm in quello dell’imperatore Francesco Giuseppe (Sissi – Destino di un’imperatrice); poi, nel 2004 la televisione francese ha realizzato il film per la tv Sissi, l’imperatrice ribelle, con protagonista Arielle Dombasle.

Nel 2009, coprodotta da Austria e Italia, è la volta della miniserie tv Sissi con protagonista Cristiana Capotondi.

Il 2021 ha visto il ritorno in tv dell’imperatrice con la serie televisiva evento tedesco-austriaca Sissi, in sei puntate, con protagonisti Dominique Devenport nel ruolo della principessa e Jannik Schümann nel ruolo di Francesco Giuseppe.

Ancora, nel 2022 Sissi è stata protagonista del film Il corsetto dell’imperatrice, diretto da Marie Kreutzer, con Vicky Krieps.

Anche la piattaforma Netflix non è rimasta estranea al fascino di Elisabetta di Baviera, e condivide in streaming L’imperatrice (titolo originale: The Empress), un nuovo royal drama di produzione tedesca, basato sulla vita dell’imperatrice, dove ad interpretare Sissi è l’attrice Devrim Lignau.

Ieri la principessa di Baviera è tornata a fare il suo grande ritorno a corte, anzi, sul grande schermo, con il film Io e Sissi.

Il film, girato nel 2021, è stato è stato presentato in anteprima mondiale il 19 febbraio 2023 in occasione della 73ª edizione del Festival Internazionale del Cinema di Berlino, e viene oggi distribuito nelle sale italiane. Non ci racconta di una giovane principessa: questa volta Sissi (Susanne Wolff) ha ormai varcato la soglia della mezza età, isolata sull’isola di Corfù, lontana dalla corte e dalla famiglia, che ritrova finalmente la propria libertà. Libertà che il mondo esterno tenta di infrangere.

L’isola di Corfù è un luogo nel quale Elisabetta di Baviera soggiornò veramente nel 1888, e in questo film fa da teatro non solo al racconto degli ultimi anni della sovrana, ma anche al ritratto di una donna stravagante, anti-conformista, e che di certo può essere definita a pieno titolo una delle prime donne femministe nella storia, secondo qualcuno addirittura la prima icona femminista del XIX secolo.

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