L’ascesa ed il declino di uno dei prospetti e giovani star più caldi di Hollywood, ora invece esiliato dalla Mecca del cinema.
La storia di James Franco è la perfetta sintesi della carriera hollywoodiana, la carriera della star tra ascesa dirompente e precoce e declino rapido e distruttivo che non scende a compromessi. La storia di come James Franco non ha solo perso tutto tra notorietà, luci della ribalta ed offerte di lavoro, perché spesso ci dimentichiamo che recitare oltre che un arte è anche un lavoro, ma anche la storia di come l’attore ha perso la sua dignità e persino il suo miglior amico e collaboratore, Seth Rogen.
James Franco ha avuto un’ascesa ed un impatto a dir poco dirompente nell’industria cinematografica americana. In pochi anni diventò un volto noto e facilmente riconoscibile alla massa e riuscendo poi col tempo anche ad ingraziarsi il clamore della critica e dei cinefili più esigenti prendendo anche ruoli rischiosi e totalmente differenti da ciò a cui sembrava aver abituato il pubblico. Un esempio fu proprio il ruolo del gangster Alien in Spring Breakers di Harmony Korine.
Il suo breakout role fu quello del famoso attore James Dean nel film televisivo del 2001, James Dean-una storia vera, col quale già venivano fatti parallelismi e la performance di quell’icona, attore bello e dannato, emerse su tutto il resto del film. Da lì a poco solo ruoli di successo come quello di Harry Osborn nella saga di Spider-man di Sam Raimi e le varie commedie che sbancarono il botteghino come Molto incinta, Strafumati, Facciamola finita e The interview, film che fece scandalo a causa del coinvolgimento nella trama del dittatore della Corea del nord, Kim Jong Un; il film fu infatti ritenuto un attacco politico da parte degli Stati Uniti.
Tra le varie commedie però, James Franco si distinse anche per ruoli drammatici come quello di Aron Ralston in 127 ore. La svolta e consacrazione definitiva arrivò però nel 2017 col film diretto da lui stesso, The disaster artist, biopic sul regista Tommy Wiseau che girò The room, non ironicamente considerato il film più brutto della storia, un cult del cinema di serie Z ed una figura, quella di Tommy, eccentrica, stravagante ed unica interpretata alla perfezione da Franco. Per il film si parlava addirittura di candidatura all’oscar e Franco vinse persino un Golden globe come miglior attore protagonista per il film. Fu proprio a quella cerimonia però che iniziò l’inevitabile declino.
La prima shitstorm che l’attore di Palo Alto subì fu nel 2014 dopo che iniziò a circolare una chat con una ragazza allora diciassettenne che incontrò fuori da uno show. La ragazza chiese una foto all’attore che poi postò su instagram taggandolo, alché Franco iniziò una specie di flirt con lei. La reputazione di Franco però non sembrò essere danneggiata più di tanto, sia per la gravità del fatto (ricordiamo che l’età del consenso in alcuni stati degli Stati Uniti è proprio a 17 anni) e in primis alla sua ammissione dell’errore nelle varie ospitate nei talk show. Persino l’amico e collega di una vita Seth Rogen lo difese pubblicamente ironizzando sull’accaduto.
Come detto però, tutto cambiò la notte dei Golden Globe. James Franco si presentò con l’etichetta del movimento MeToo, movimento contro la violenza e l’abuso sessuale a favore della denuncia di tali violenze, ma ciò non gli giovò. Su twitter, infatti, fu accusato di essere un ipocrita dati i suoi veri comportamenti nella vita privata. Questa seconda shitstorm fu ben più pesante, con messaggi ed accuse di abusi accompagnate dall’hashtag Time’s Up. Franco rispose velocemente alle accuse negando per la maggioranza tutto.
Il colpo finale fu la confessione di tre ragazze della sua classe attoriale riguardo abusi di potere e molestie sessuali subite da parte di James Franco come scene di sesso non artisticamente giustificate o richieste esplicite, accompagnate da un carattere alterato ed instabile. Franco continuò a negare tutto, pronto a difendersi in corte ma tutto finì però con un accordo tra le due parti con un patteggiamento di 2.2 milioni di dollari per molestia sessuale.
L’accaduto rappresentò nient’altro che la fine della carriera di James Franco ad Hollywood per come la conosciamo. Odiato da pubblico e colleghi tra cui Scarlett Johansson, sempre stata in prima fila nel movimento MeToo, ed ignorato persino dal suo migliore amico Seth Rogen. Fino al 2018, le carriere dei due erano ritenute inseparabili ed imprendiscibili una dall’altra.
Entrambi emersero grazie ai ruoli nella serie Freaks and Geeks, diventando poi coppia d’incassi grazie alle loro commedie, nuovi pionieri di un genere cardine del cinema americano. Durante le accuse, Rogen rimase in silenzio e quando gli fu chiesto della situazione di Franco disse che era la persona meno adatta a cui chiedere a riguardo in quanto appunto migliore amico dell’attore. Un legame quello tra i due che avrebbero reso impossibile mantenere una posizione imparziale.
In seguito al patteggiamento però, Seth Rogen si espose pubblicamente affermando come i due non fossero più in contatto e che non hanno più piani o progetti futuri insieme. James Franco non si definì mai tradito dal suo amico ma più volte lo ha tirato in causa pubblicamente dicendo come tutt’ora lo rispetti, volendogli bene come un fratello. A tutto ciò, però non è mai seguita una risposta di Rogen, segnando così la fine di un sodalizio lavorativo e di una grande amicizia. Ad oggi James Franco continua a fare film indipendenti o di bassa produzione come Hey Joe del nostro Claudio Giovannesi, dove l’attore dimostra di saper ancora fare il suo mestiere in un grande film presentato alla Festa del cinema di Roma.
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