Cinema d’animazione italiano, com’ è cambiato nel tempo, tra piccoli capolavori sconosciuti ed autori internazioli fino a grandi scandali recenti.
Qualche giorno fa è stato annunciato Il baracchino, serie televisiva italiana d’animazione Amazon Original, in uscita il 3 giugno, creata da Nicolò Cuccì e Salvo Di Paola, le cui vicende ruotano attorno ad un vecchio e degradato storico locale della comicità italiano, chiamato appunto Il Baracchino. Nel ricco cast ci sono Lillo, Luca Ravenna, Edoardo Ferrario, Stefano Rapone, Daniele Tinti, Pilar Fogliati, Frank Matano, Michela Giraud ed altri ancora.
La notizia lascia esterrefatti, più che altro perché oramai non siamo più molto abituati ad avere prodotti animati italiani, maggior ragione se prodotti da un’azienda come Prime Video ed ancora più se ambientati nel mondo della comicità. Ma qual’è stato il percorso del cinema d’animazione italiano?
Dopo qualche primo tentativo negli anni ’20, il 1949 risulta un anno particolarmente importante, con l’uscita de I fratelli Dinamite e La rosa di Bagdad, i primi due lungometraggi d’animazione italiani – nonché primi europei – nonché i primi girati in Technicolor. Ma comunque il cinema d’animazione fatica.
Tra gli anni ’60 fino al decennio successivo i maggiori prodotti sono cortometraggi animati, in particolare quelli di autori come Bruno Bozzetto – serie di corti su Il signor Rossi – ed Emanuele Luzzati – La gazza ladra e Pulcinella – entrambi candidati agli Oscar; Bozzetto anche autore in seguito di lungometraggi animati come West and Soda – il primo dal ’49 – ed Allegro non troppo.
Negli anni ’80, il vuoto più totale. La situazione sembra proseguire anche nella decade successiva, eccezione fatta per alcuni rari casi come i film di Enzo D’Alò – La freccia azzurra e La gabbianella e il gatto – ed il film Volere Volare, girato in tecnica mista da Maurizio Nichetti, da poco al cinema con il suo ultimo lavoro Amiche Mai, nonché protagonista del già citato Allegro non troppo.
Tra la fine dei ’90 fino metà dei 2000, l’attenzione e la produzione si spostano in televisione: da Lupo Alberto, Sandokan e Fantaghirò, passando per La compagnia dei Celestini, Monster Allergy ed il fenomeno delle Winx, fino agli adattamenti Rat-Man ed i più recenti Strappare lungo i bordi e Questo mondo non mi renderà cattivo.
Con l’arrivo del 2000, fino ai giorni nostri, il settore dell’animazione sembra vivere in uno stato stagnante, in cui nulla si muove e le poche onde di attività, non creano alcun maremoto. Tra grandi film passati inosservati – La famosa invasione degli orsi in Sicilia e le co-produzioni Linda e il pollo e Manodopera – a pessimi flop – Gladiatori di Roma e Trash – fino allo scandalo dello scorso anno su un film che non citeremo.
Mentre attendiamo la serie Il baracchino ed il film Incanto di Pier Paolo Paganelli – già autore dello splendido La valigia – speriamo che le produzioni tornino ad investire di più sull’animazione e che il pubblico posso sostenere il lavoro di autori come Roberto Catani e Matteo Burani. Speriamo ed attendiamo.
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