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Michelangelo Antonioni

Michelangelo Antonioni, artefice del cinema dello sguardo

Esattamente 112 anni fa nacque uno dei maggiori registi della storia del cinema, Michelangelo Antonioni, artefice di un raffinato vocabolario visivo.

Antonioni è colui che ha innalzato la componente cinematografica dell’immagine ad un nuovo livello. Il suo grande merito è quello di riuscire ad unire atmosfera e trama in una struttura misteriosa eppure integra, sviluppando nuove concentrazioni visive insieme a risonanze semiotiche narrative. Cosa che gli ha permesso un’evoluzione del suo atteggiamento nei confronti della narrativa. 

Dalla scrittura…

Michelangelo Antonioni nasce a Ferrara il 29 settembre del 1912 da una famiglia medio-borghese, e qui ha vissuto fino all’età di ventisette anni. Da bambino Antonioni si interessa ai burattini e all’architettura, e durante l’adolescenza scopre la pittura, passione che l’accompagnerà, parallelamente alla letteratura, al cinema e alla musica, per tutta la sua esistenza.

Inizialmente frequenterà il Liceo Classico, ma poi è costretto a frequentare l’Istituto tecnico commerciale e dopo il diploma si iscrive alla Facoltà di Economia e commercio. Non mostrando interesse e affinità per le materie economiche, decide di frequentare contestualmente i corsi di Lettere, laureandosi nel 1935, con una tesi dal titolo I problemi di politica economica ne “I promessi sposi”.

Antonioni si accosta al mondo del cinema poco più che ventisettenne, in qualità di critico cinematografico, con quella maturità intellettuale che gli permette di definire i tratti peculiari della settima arte. Non si può infatti parlare di un vero e proprio apprendistato poiché la sua spiccata capacità di giudizio, che si rinviene sin dalle primissime recensioni, rivela un critico consapevole del proprio mestiere, slegato da pregiudizi culturali e attentissimo ai problemi della tecnica e dello stile cinematografici. 

Subito dopo la laurea inizierà a collaborare con il quotidiano ferrarese Il Corriere Padano, ma solo quando si trasferirà a Roma dopo qualche anno inizia ad ampliare la sua rete di contatti. Infatti inizierà a scrivere sulle pagine della rivista Cinema esordendo con un articolo intitolato Per un film sul fiume Po, apparso il 25 aprile nel 1939. 

Gli scritti letterari di Antonioni sono estremamente importanti per affrontare un discorso sul pensiero e sul metodo di lavoro del regista. Alcuni progetti irrealizzati, ma anche alcuni tra quelli realizzati, traggono alle volte ispirazione dai racconti pubblicati in Quel bowling sul Tevere (Einaudi, 1983), basti pensare al film Al di là delle nuvole.

Per il regista, infatti, dedicarsi alla scrittura non significa semplicemente dilettarsi con piacevoli attività di svago; al contrario, a corollario di quanto detto, la scrittura, come il disegno e la pittura, sono gli strumenti necessari per esercitare lo sguardo, alimentando così un interesse nei confronti del problema della visione in relazione alla tecnica cinematografica. 

…al cinema

L’itinerario creativo di Michelangelo Antonioni è composto da quattro momenti in stretta progressione di ricerca e risultati: quello che va dall’esordio, durante il neorealismo, con i film Gente del Po, Cronaca di un amore sino al Il grido, e quelli che passano da L’avventura al Deserto rosso, da Blow up a Identificazione di una donna.

Antonioni è sicuramente il primo regista che fa corrispondere a una rinnovata concezione del mondo, un rinnovato uso delle tecnologie che l’esprimono, vede gli sviluppi dei fenomeni culturali e artistici fondarsi su processi tecnico-scientifici; le connessioni che stabiliscono e che sono tali da definire persino gli esiti del film e l’ideologia. Non a caso egli è il primo in assoluto a girare un’opera con le telecamere al posto della cinepresa. 

Verso la metà degli anni ’90, il regista verrà colpito da un ictus che gli porterà diverse problematiche di salute e lavorative. Ma nonostante tutto, nel 1995, grazie all’aiuto encomiabile del produttore Stéphane Tchal Gadjieff, vengono trovati i finanziamenti per il film Al di là delle nuvole, co-diretto assieme a Wim Wenders. I quattro episodi della pellicola si basano su storie e trattamenti provenienti da Quel bowling sul Tevere. Al di là delle nuvole è considerato non solo l’ultimo film prima della sua dipartita ma uno dei più importanti film co-prodotto della storia del cinema.

Michelangelo Antonioni

Dalla visione dei ogni suo film, viene fuori che il linguaggio filmico di Antonioni è considerato autoriflessivo, termine utilizzato nei linguaggi artistici contemporanei inteso come rispecchiamento di sé stessi. Infatti obiettivo di Antonioni è di sapere e volere e veder, osservare, indagare visivamente e attraverso l’attività dello sguardo.

Per cui, più ancora della sceneggiatura, dell’intreccio, della presunta scoperta di situazioni psicologiche o di conflittualità sociologiche, c’è quella perfezione formale che gli permette di fissare l’obbiettivo al punto giusto, ne più in qua ne più in là di un limite che è anche una meta.

Qualche curiosità 

Il 29 settembre del 1999 durante la consegna del Premio Michelangelo Antonioni per le Arti al maestro giapponese Kazuo Ohno, venne annunciato la realizzazione di un nuovo film dello stesso regista dal titolo Destinazione Verna. La sceneggiatura tratta dal racconto di fantascienza di Jack Finney, scritta dallo stesso Antonioni con Tonino Guerra e Robert Brodie Booth prodotto da Evento Spettacolo di Felice Laudadio in associazione con la Verna Film Production di Enrica e Michelangelo Antonioni.

In quella occasione vennero anche annunciati gli attori che avrebbero preso parte al progetto tra cui la grandissima Sofia Loren, Naomi Campbell, Kim Rossi Stuart, Alida Valli e tanti altri. 

Poco dopo venne annunciato l’annullamento del film a causa di diverse difficoltà economiche e di produzione che superavano il sogno di realizzare una pellicola tanto bella quanto importante per la produzione cinematografica italiana.