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Modì - Tre giorni sulle ali della follia, la recensione su Almanacco Cinema

Modì – Tre giorni sulle ali della follia, la vera vita di Modigliani

Modì – Tre giorni sulle ali della follia, presentato alla scorsa Festa del Cinema di Roma, è il nuovo film diretto da Johnny Depp. La pellicola, liberalmente ispirata all’opera teatrale di Dennis McIntyre, racconta 72 ore della vita parigina dell’artista Amedeo Modigliani. 

Nella Parigi del 1916, sconvolta dalla guerra, il pittore e scultore Modì (Riccardo Scamarcio) e due suoi eccentrici amici artisti, Utrillo (Bruno Gouery) e Soutine (Ryan McParland), cercano di fare carriera nel mondo dell’arte.

I tre fanno fatica ad arrivare alla fine della giornata, dipingendo su commissione e vedendo le loro opere per strada, a pochi franchi ciascuna. Accanto all’artista, c’è la sua compagna Beatrice (Antonia Desplat), scrittrice e giornalista, con cui ha un rapporto tormentato.

Come già ricordato, il film non racconta episodi reali della vita del celebre artista, ma ricalca l’opera teatrale Modigliani: a Play in Three Acts, scritta da Mclntyre e messa in scena per la prima volta nel 1978 al Courtyard Playhouse di New York, arrivando ad avere ben 208 repliche.

Nonostante questo, molti aspetti e personaggi citati nella pellicola, sono veramente esistiti e sono stati centrali nella vita del celebre artista livornese.

Modì, l’artista maledetto

Amedeo Modigliani nasce a Livorno nel 1884. Estremamente cagionevole di salute, passò parte della sua infanzia malato.

Costretto in casa, il giovane Amedeo sviluppa sin da subito una forte sensibilità per l’espressione artistica e nel 1898 riuscì a convincere la famiglia a farlo lavorare nello studio del pittore Guglielmo Micheli, esponente del gruppo artistico dei macchiaioli, insieme al più celebre Giovanni Fattori.

Nei primi anni del Novecento cominciò a studiare arte tra Firenze a Venezia, fino a trasferirsi a nella capitale francese nel 1906, dove entrò in contatto per la prima volta con lo stile di vita bohémien e con le nuove tendenze artistiche.

A Parigi, iniziò a guardare con interesse l’arte africana e quella egiziana, da cui prenderà e rielaborerà degli elementi. Caratteristici dei suoi dipinti e delle sue sculture sono, infatti, le figure dai colli esageratamente longilinei, visi allungati, occhi enigmatici ed ipnotici.

Come mostrato in Modì, la vita del pittore non è stata caratterizzata dal successo e dalla ricchezza. Anche se aiutato dal mercante d’arte Leopold Zborowski, interpretato nel film da Stephen Graham, le opere di Modigliani vennero vendute a pochi franchi, sperperati in droghe e alcol, vizi molto comuni tra i giovani parigini del periodo.

Quello che per molti era un mezzo di evasione dalla faticosa realtà della guerra, per l’anima fragile di Modì era anche un mezzo per scavare dentro se stesso e per riportare sulla tela le sue visioni. 

Afflitto ancora dai malanni della gioventù e aggravati dal suo stile di vita estremo, nel 1920, a soli 36 anni, morì a causa di una meningite tubercolare.

Soltanto dopo la sua morte, il pittore avrà la fama che aveva cercato in vita e oggi i suoi dipinti vengono battuti nelle più importanti case d’asta del mondo per milioni di dollari.

La turbolenta e intensa relazione con Beatrice Hastings

Nata a Londra nel 1979, Beatrice Hastings, pseudonimo di Emily Alice Haigs, è stata una scrittrice, poetessa e giornalista, amante di Modigliani per tre anni, dal 1914 al 1916. 

Cresciuta tra l’Inghilterra e il Sud Africa, la Hastings si sposerà a soli 18 anni con Edward Chamberlain, matrimonio che finirà dopo solo pochi mesi. Dalla loro relazione nascerà anche una figlia, morta prematuramente a causa di una polmonite.

Dopo la tragica scomparsa della figlia, deciderà di riprendere gli studi e nel 1906 frequenterà l’Università di Oxford, dove entra in contatto con nuove correnti culturali e politiche.

Comincerà a scrivere per il The New Age, rivista socialista che trattava temi legati al mondo dell’arte e della cultura. Beatrice collaborerà assiduamente con il giornale fino al 1920, utilizzando vari pseudonimi. Ed è proprio sulle pagine di questa rivista che pubblicherà il suo manifesto femminista intitolato Woman’s Worst Enemy: Woman, dove critica il ruolo della donna e il concetto della maternità nella società capitalista, in maniera ironica e non convenzionale.

Nel 1914 si trasferirà a Parigi, dove entrerà in contatto con il mondo delle avanguardie artistiche e dove incontrerà Amedeo Modigliani.

Tra i due nascerà una turbolenta ma intensa storia d’amore, che ispirerà entrambi a produrre opere, pittoriche per lui e letterarie per lei. Moltissimi sono infatti i ritratti che Modigliani dedicherà alla donna, come il Ritratto di Beatrice Hastings alla porta, del 1915. Nello stesso anno, Hastings scriverà Minnie Pinnikin, breve racconto con protagonisti lei e l’artista.

Nonostante la stima e l’amore reciproci, dopo solo tre anni i due decideranno di lasciarsi, a causa delle violenti liti scatenate dall’abuso di sostanze.

Utrillo e Soutine, l’arte e la vita bohémien

Durante gli anni parigini, Modigliani fa la conoscenza di molti altri pittori, con cui condivide lo stile di vita anticonformista e all’insegna della ricerca artistica. Nel film ne vengono ricordati due in particolare, Utrillo e Soutine, amici e compagni di vita di Modì.

Maurice Utrillo nasce a Montmartre nel 1883, dove rimarrà per buona parte della sua vita. Figlio della modella e pittrice Suzanne Valadon e di padre ignoto, il giovane Maurice crescerà a contatto con il mondo degli artisti bohémien.

Appena ventunenne, Utrillo manifestò sintomi di disagio mentale e di epilessia, problemi che verranno aggravati dall’alcolismo.

Artista di paesaggi, il pittore si avvicinerà prima al mondo degli impressionisti, da cui poi si allontanerà per sviluppare un linguaggio artistico proprio. Le sue vedute di Parigi sono delle vere e proprie cartoline, caratterizzate da colori chiari e semplici.

Utrillo riuscirà a vivere anche un periodo di fama intorno al 1920, quando le sue opere verranno lodate dal mondo della critica.

Chaïm Soutine è stato un pittore russo naturalizzato francese, nato nel 1893. Proveniente da una numerosa e povera famiglia di origine ebraiche, frequentò l’Accademia di Belle Arti di Minsk e nel 1913 si trasferì in Francia insieme ad altri artisti.

Pittore dalla personalità stravagante, cominciò a dipingere nature morte e ritratti, influenzato dalla pittura di Paul Cézanne. Come Modigliani, anche lui riprese il tema dei ritratti, dipingendo pasticceri e valletti in uno stile crudo e realistico. 

Con l’arrivo dei nazisti nella capitale francese, Soutine fu costretto a scappare nelle campagne circostanti. La sua vita già precaria si complicherà ancora di più fino a causargli gravi problemi di salute.

Morirà nel 1943 in estrema povertà, ma la sua arte sarà di ispirazione per molti artisti dopo di lui, come nel caso del gruppo d’avanguardia Cobra.