Oggi celebriamo Orson Welles, il genio visionario che ha rivoluzionato il cinema con audacia, innovazione e un’irrefrenabile passione per la narrazione.
Ricorre oggi l’anniversario della nascita di Orson Welles, figura titanica del cinema la cui visione continua a illuminare la settima arte. Il suo nome evoca un universo di innovazione, passione narrativa e capolavori immortali, un’eredità che definì il futuro del cinema.
Fin dagli inizi, Orson Welles si è rivelato un talento poliedrico e incontenibile. Prima di conquistare il grande schermo, aveva già entusiasmato il pubblico con le sue produzioni teatrali d’avanguardia e la celebre trasmissione radiofonica de La guerra dei mondi nel 1938. Questo evento, con la sua realistica simulazione di un’invasione aliena, scosse l’America ed evidenziò la potenza del suo genio comunicativo.
Welles stesso affermò: “Ero ingenuo; nessuno si rese conto che stavamo solo mettendo in scena uno spettacolo”. Questa ingenuità creativa, la capacità di manipolare la realtà attraverso la finzione, caratterizzerà tutta la sua carriera.
l 1941 segna una pietra miliare nella storia del cinema. Arriva nelle sale Citizen Kane (Quarto Potere). Ancora oggi è considerato tra i più grandi film di tutti i tempi. A soli 25 anni, Orson Welles firma un’opera senza precedenti. Dirige, produce, co-sceneggia e interpreta il protagonista, Charles Foster Kane. Rivoluziona il linguaggio cinematografico con tecniche narrative innovative e soluzioni visive inedite.
Una delle innovazioni più celebri è l’uso della profondità di campo. Permette di mantenere nitidi sia gli elementi in primo piano che quelli sullo sfondo. Questa scelta tecnica dona alle immagini una ricchezza visiva e una complessità psicologica straordinaria. Rende tangibile il legame tra i personaggi e il loro ambiente. Offre allo spettatore un’esperienza immersiva.
Altro elemento rivoluzionario è l’uso del piano sequenza. Si tratta di lunghe inquadrature continue senza tagli di montaggio. Coinvolgono lo spettatore in modo diretto e ininterrotto. L’inizio del film è un esempio iconico. È la celebre carrellata attraverso la decadente tenuta di Xanadu. Il critico Roger Ebert disse: “Ogni volta che vedo Quarto Potere, scopro qualcosa di nuovo”.
Il montaggio è dinamico e spesso ellittico. Contribuisce alla costruzione di una narrazione frammentata e ambigua. Lo spettatore stesso deve ricostruire la vita di Kane, pezzo dopo pezzo. La sequenza della colazione è celebre. Condensa anni di matrimonio in pochi minuti. Lo fa attraverso un montaggio serrato e dialoghi via via più distanti. È un capolavoro di sintesi narrativa ed emotiva.
Nonostante le polemiche dell’epoca e un successo commerciale inizialmente tiepido, l’influenza di Quarto Potere è stata profonda. Le polemiche furono causate dalle evidenti somiglianze tra Kane e il magnate dell’editoria William Randolph Hearst. Registi come François Truffaut e Jean-Luc Godard hanno più volte riconosciuto il debito nei confronti di quest’opera seminale. Truffaut, in particolare, definì Welles: “il più grande regista che sia mai esistito“.
Dopo l’esordio straordinario, la carriera di Orson Welles fu segnata da progetti ambiziosi. Spesso furono ostacolati da problemi produttivi e dalle ingerenze degli Studios. Nonostante le difficoltà, continuò a realizzare opere di grande impatto visivo e narrativo. Mantenne sempre uno stile personale e riconoscibile.
L’infernale Quinlan (Touch of Evil, 1958) è un noir cupo e claustrofobico. È celebre per il suo magistrale piano sequenza iniziale. Lo è anche per l’intensa interpretazione di Welles nel ruolo del corrotto capitano di polizia Hank Quinlan. Il film scava nelle zone grigie della giustizia e della moralità. Ha un’estetica ricca di contrasti e atmosfere inquietanti. Quentin Tarantino lo ha definito “il miglior noir mai realizzato”.
La profonda ammirazione di Welles per Shakespeare lo portò a realizzare adattamenti cinematografici personali e innovativi. Tra questi, Otello (1951) fu girato in condizioni logistiche complesse. Nonostante ciò, ha una forza espressiva impressionante. Falstaff (Chimes at Midnight, 1965) è considerato da molti il suo film più toccante e maturo.
In Falstaff, Welles intreccia brani da cinque opere shakespeariane. Vuole dare risalto a uno dei personaggi più amati e umani del Bardo: Sir John Falstaff. Il film è una riflessione malinconica sull’amicizia. Anche sulla lealtà tradita e l’ineluttabilità del declino. Welles stesso interpretò il protagonista con un’intensità struggente. Lo rese il simbolo di una grandezza decaduta. Il simbolo di un’epoca al tramonto.
Nonostante il budget ridotto, il film è un capolavoro di invenzione visiva. La battaglia di Shrewsbury, ad esempio, fu realizzata con risorse minime. Fu montata con tale maestria da diventare una delle sequenze belliche più memorabili del cinema. Anticipò per molti versi il realismo crudo di battaglie successive. Ad esempio, quelle viste in Braveheart o Il Signore degli Anelli.
Presentato al Festival di Cannes, Falstaff fu accolto con entusiasmo dalla critica. Vinse il Premio della giuria nel 1966. Jean-Luc Godard lo definì “il miglior film della storia mai tratto da Shakespeare”.
Orson Welles è stato molto più di un regista: un autentico rivoluzionario del cinema, capace di ridefinire le regole della narrazione e del linguaggio visivo. Il suo approccio era totale, sensoriale, spinto da una visione profonda del potere delle immagini e dei suoni nel trasmettere emozioni e raccontare l’essere umano.
L’influenza di Welles sul cinema contemporaneo è vasta e tangibile. Dall’uso creativo della macchina da presa alle inquadrature ardite, dai movimenti fluidi alle scelte di montaggio spiazzanti, ogni elemento dei suoi film ha aperto nuove strade, ispirando generazioni di registi. Il suo talento nel costruire atmosfere potenti, spesso dominate da contrasti netti tra luce e ombra, ha segnato un’evoluzione estetica e narrativa che ancora oggi affascina studiosi e cinefili.
Celebre è la sua dichiarazione: “siamo alchimisti che fingono di fare oro”. E in effetti, con il suo cinema, Welles trasformava ogni fotogramma in materia preziosa, capace di resistere al tempo.
Nel giorno della sua nascita, l’invito è a (ri)scoprire l’opera di questo maestro assoluto. Rivivete la potenza innovativa di Quarto Potere, lasciatevi avvolgere dall’oscurità inquieta de L’infernale Quinlan, e trovate una struggente umanità nel magnifico Falstaff. Ogni film di Welles è un viaggio artistico profondo, un laboratorio in cui il tempo, lo spazio, la luce e il suono diventano strumenti narrativi.
La vera eredità di Orson Welles non si esaurisce nei suoi capolavori, ma vive nel suo spirito libero e anticonformista, nella sua ricerca incessante di nuove forme espressive, nel coraggio di rompere gli schemi. È stato un uragano creativo, capace di scuotere per sempre le fondamenta del cinema.
Celebrare Orson Welles significa riconoscere in lui il cuore pulsante della settima arte: un innovatore senza compromessi, la cui visione continua a influenzare e ispirare il cinema mondiale. Un autore senza tempo, che ha reso il grande schermo un luogo di meraviglia e verità.
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