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Pamela Anderson, la rinascita della Last Showgirl

Da ieri negli USA The Last Showgirl, in Italia dal 13 febbraio. Intanto ripercorriamo le ultime vicende della rinnovata carriera di Pamela Anderson.

Con The Last Showgirl Pamela Anderson è stata premiata con l’Occhio d’oro allo Zurich Film Festival e ha ricevuto la candidatura ai Golden Globe come Miglior attrice in un film drammatico e agli Screen Actors Guild Award come Migliore attrice cinematografica.

Al direttore del festival svizzero Christian Jungen l’attrice ha detto: “Quando ho letto il copione, ho pensato: questa sono io. Nessun altro può interpretare questo ruolo”.

Lui l’ha definita una performance da Oscar.

Lo script nella spazzatura

La sceneggiatrice Kate Gersten aveva pensato proprio a lei, ma Anderson ha rivelato che il suo ex agente aveva buttato lo script nella spazzatura senza chiamarla.

La regista Gia Coppola è poi riuscita a rintracciare il figlio Brandon, che ha passato la sceneggiatura alla madre.

Lei, trasferitasi nella Columbia Britannica, aveva rinunciato a recitare. La lettura del testo le ha fatto cambiare idea.

L’interprete ricorda di aver pensato: “Questa è la mia opportunità di riversare tutta la mia esperienza di vita in qualcosa, una donna che è così ben scritta, ben delineata, imperfetta, interessante, complessa. Era semplicemente un’opera mozzafiato. Non avevo mai provato quella sensazione prima”.

Pamela Anderson rinasce come Shelly

La storia è quella di Shelly, una ballerina che dopo trent’anni sui palcoscenici di Las Vegas viene licenziata per la chiusura del suo show.

Costretta a mettere via strass, paillettes, piume e costumi, deve invece rimettere mano alla sua vita e reinventare sé stessa e i rapporti con le persone che la circondano.

È una rinascita che Anderson sente di aver provato sulla sua stessa pelle.

Quando hanno iniziato a cercare Shelly, il documentario di Ryan White su e con Pamela (Pamela, A Love Story, 2023) – due nomination ai 75° Creative Arts Emmys – era appena uscito su Netflix.

“…E lei aveva quell’apertura, quella vulnerabilità e quella meraviglia che Shelly ha. Queste due donne si sentivano davvero allineate in molti modi”, ha dichiarato Gersten.

Il parallelo è chiaro anche in una scena cruciale del film: “Nel bel mezzo di un’umiliante audizione, Shelly si rende conto di non avere alcuna possibilità di essere presa. Non avendo nulla da perdere, dice all’annoiato produttore maschio: ‘Ho 57 anni e sono bellissima, figlio di puttana’.”

Né per la protagonista né per la 57enne attrice che veste i suoi panni il tempo è scaduto.

Da Baywatch a Broadway

La svolta è arrivata però nel 2022, con Chicago e il ruolo di Roxie Hart, contattata da Rob Marshall, regista dell’adattamento cinematografico del musical.

Così aveva detto: “Sono sempre stata una grande fan del lavoro di Bob Fosse e di Gwen Verdon. E anche di Ann Reinking; Interpretare Roxie Hart è un sogno realizzato”.

E poi c’era stata Pamela, A Love Story, una sorta di risposta a Pam & Tommy (2022), serie sul suo passato e il suo matrimonio col batterista Tommy Lee.

Nonostante le 10 nomination agli Emmy, Anderson ha avuto solo parole di sconforto nei confronti di quel prodotto, di cui, almeno allora, non aveva visto neanche un minuto e per cui domandava scuse pubbliche.

Interrogata su Lily James, la Pamela della serie, aveva però risposto: “Penso che sia difficile interpretare qualcuno quando non si conosce l’intero quadro. Non ho nulla contro Lily James. Penso che sia una bella ragazza e che stesse solo facendo il suo lavoro. Ma l’idea che sia successo tutto questo mi ha distrutta“.

Ricordiamo che all’epoca dei fatti (1995-1996) una videocassetta hard rubata “ha rovinato delle vite”. Quell’episodio e la conseguente massiccia intrusione dei tabloid nel privato della coppia “ha cambiato la nostra percezione della celebrità e della privacy”, riflette Tatiana Siegel di Variety.

Invece, dell’intelligenza e della profondità di quella che è stata anche una sdolcinata bagnina superstar, ha parlato Lisa Nishimura, vicepresidente di Netflix per i film indipendenti e i documentari: “Il mondo ha cercato di creare quasi una caricatura della sua persona“.

Dello stesso parere Barry Weissler, il produttore di Chicago: “Pam è una persona ricca di moralità. Si preoccupa degli animali. Si preoccupa del pianeta. Si preoccupa delle persone.

La differenza tra lei come Pam e Roxie è che Roxie non si preoccupa di nessuno se non di sé stessa, e non le importa nulla del mondo esterno finché può essere famosa”.

No, Pamela Anderson non è stata e non è solo un sex symbol in costume rosso.

 

 

 

 

 

 

 

Viviana Pungì

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