Inizia oggi, 20 novembre 2025, al Palazzo delle Esposizioni a Roma, la retrospettiva dedicata a Robert Altman, intitolata Mash Up Altman, organizzata per celebrare i cento anni dalla sua nascita.
All’interno della rassegna troviamo una vasta selezione di film realizzati dal regista: M.A.S.H., Nashville, I protagonisti, America oggi, Gosford Park, Radio America. La retrospettiva è curata da Marco Berti e Francesca Pappalardo per il Palazzo delle Esposizioni ed è promossa dall’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale e dall’Azienda Speciale Palaexpo.
Robert Altman, nato il 20 febbraio 1925 a Kansas City, ha segnato in modo significativo il cinema americano grazie a una poetica inconfondibile. È stato vincitore del Leone d’oro nel 1993 per America oggi, mentre nel 1996 ha ricevuto il Leone d’oro alla carriera e nel 2006 l’Oscar alla carriera.
Lo possiamo collocare all’interno del movimento della New Hollywood, accanto a registi come Martin Scorsese e Francis Ford Coppola. Tuttavia, Altman si distingue come un solitario: il suo è un cinema profondamente americano e anti-americano, capace di mostrare alternative ai modelli di vita dominanti negli Stati Uniti dell’epoca, restituendo un quadro complessivo del Paese.
Il suo cinema si caratterizza per un caos che ordina e ridefinisce gli spazi, manipolando la realtà. Questo elemento si riflette anche nella regia, volutamente caotica e priva di regole rigide, così da far emergere la coralità dei personaggi. Altman racconta un’umanità che si muove freneticamente intorno a obiettivi futili, senza veri eroi né cattivi. Ne emerge un ritratto corale di una società allo sbando, dove il crollo dei valori tradizionali accompagna esistenze sempre più incerte.
Altman è spesso associato alla coralità proprio perché gran parte delle sue opere, da M.A.S.H. (film che apre la rassegna) a Nashville, da America oggi a Gosford Park, costruisce la narrazione su una struttura corale, moltiplicando i punti di vista e sostituendo la classica centralità del singolo protagonista.
I suoi personaggi sono immersi in mondi caotici, e il regista riesce così a rappresentare una società complessa, servendosi di codici e generi diversi: dal poliziesco di Anche gli uccelli uccidono (1970) al western de I compari (1971), dalla rivisitazione del noir in Il lungo addio (1973) alla parodia western di Buffalo Bill. Centrale, inoltre, è la rappresentazione femminile in film come Quel freddo giorno nel parco, Images, Tre donne e Jimmy Dean, Jimmy Dean. Importante anche il suo rapporto con gli attori, ai quali concedeva grande libertà di movimento e improvvisazione all’interno delle scene.
Gli organizzatori descrivono così il titolo della rassegna: è un gioco tra il suo capolavoro intramontabile, caricatura spietata della guerra, e la tecnica musicale contemporanea del mash-up, che unisce due o più brani preesistenti. In un momento spaventoso come quello attuale, tra slogan bellici, voci sovrapposte, cantilene pubblicitarie, suonerie e notifiche, questo grande maestro ci ricorda l’importanza di non perderci e di restare umani.
Con l’obiettivo è quello di mostrare la ricchezza e la complessità di un autore che ha rivoluzionato gli strumenti del racconto cinematografico.
La rassegna, totalmente gratuita e su prenotazione, sarà dal 20 novembre al 21 dicembre al Palazzo delle Esposizioni a Roma.
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