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Scott Rudin

Ritorno Scott Rudin a Broadway. Focus abusi dello spettacolo

Dopo lo scoppio mediatico delle accuse per abusi e il suo relativo crollo nel mondo Hollywoodiano, il produttore Scott Rudin pianifica di tornare con Broadway.

Avete capito bene miei cari amici lettori, il produttore statunitense Scott Rudin, che si era ritirato dall’industria cinematografica e teatrale nel 2021 dopo le accuse di abusi sul posto di lavoro, sta progettando il suo grande rientro sulla passerella teatrale di Broadway.

Una notizia sconvolgente di Scott Rudin

Questo venerdì il New York Times ha riportato la notizia sui suoi “fogli di giornale”, annunciando ufficialmente che Scott Rudin sta preparando un paio di produzioni teatrali dai nomi Little Bear Ridge Road, Montauk e il revival del capolavoro “Broadwaiano” Morte di un commesso viaggiatore.

Tutti lavori ben predisposti e conseguenziali che prevedono, al primo, il coinvolgimento di Samuel D. Hunter, il regista Joe Mantello e la protagonista Laurie Metcalf per questo autunno; per il secondo, una commedia di David Hare, la collaborazione di Metcalf e Mantello per la ventura primavera; e per l’ultima opera il lavoro tripartito di Nathan Lane, Metcalf e Mantello per la stagione successiva.

Il caso di Scott Rudin

Ma qual è stato il caso eclatante di Scott Rudin? Rinfreschiamoci la memoria.

Dunque, il produttore americano è stato accusato, nel lontano 2021 in un articolo di inchiesta del The Hollywood reporter, di aver lanciato oggetti e maltrattato i suoi dipendenti, allontanandolo inevitabilmente dal mercato cinematografico.

Abusi che riguardavano scagliare una cucitrice e patate al forno contro i lavoratori, rimproveri e minacce di ritorsioni per la loro carriera se avessero abbandonato il posto di lavoro e l’incidente, verso un assistente, di avergli rotto una mano con il monitor di un computer.

Lo scatto della denuncia

Una situazione oltremodo oltraggiosa, che però si è smossa solo dopo lo scoppio del movimento #MeToo, che ha profondamente scosso le fondamenta di potere patriarcale di Hollywood.

Le accuse e la denuncia verso Rudin, infatti, sono state mosse dopo le dichiarazioni allarmanti delle condizioni di lavoro abusive, sempre più numerose nell’ambiente ogni giorno che passava, e che sono state, successivamente, rivalutate e condannate in sede di giudizio.

La confessione di Scott Rudin

Passati 4 anni dal suo scandalo mediatico e dalla sua “reclusione” forzata, Scott Rudin ha ammesso al New York Times la sua indegna condotta, confessando:

Ho molto più autocontrollo di quanto non avessi quattro anni fa. Ho imparato che non sono così importante, e penso che sia molto salutare. Non voglio deludere nessuno. Non solo io. Mio marito, la mia famiglia e i miei collaboratori…Quello che è successo nel ’21 era in qualche modo inevitabile. È stato detto molto poco che non fosse stato detto molte volte. Quindi, francamente, ho sempre pensato che una volta che la cultura avesse iniziato a cambiare, un giorno sarebbe cambiata per me.

Scott Rudin

Le produzioni di Scott Rudin e le conseguenze dell’inchiesta

Prima dell’emersione, dalle acque torbide di Hollywood, del caso dei suoi abusi di potere, Scott Rudin era l’uomo dai mille agganci, un produttore di successo, che aveva dato vita a capolavori di alto lignaggio sia di Broadway, quali The Book of MormonTo Kill a Mockingbird, sia cinematografi, come The Social Network, il vincitore del Miglior Film Non è un paese per vecchi e molti atri.

È stato, inoltre, uno dei pochi figuri dello spettacolo a vincere gli EGOT, ovvero i quattro principali premi annuali degli Emmy, dei Grammy, gli immancabili Oscar e i Tony Award.

Le conseguenze per il produttore

Ebbene, dopo la rivelazione delle accuse di abusi sul posto di lavoro, Scott Rudin non solo venne allontanato dall’industria cinematografica, ma venne immediatamente interdetto il suo contratto di partnership commerciale con la A24.

Rudin, rispetto a quel particolare momento storico della sua vita, ha commentato:

Molto di quello che è stato detto era vero. Parte di ciò che è stato detto non era vero. Ma non sentivo che avesse senso rispondere a tutto questo, perché che senso ha analizzare i cattivi comportamenti? È stato un cattivo comportamento. Lo possiedo…Non credo di essere mai stato davvero all’oscuro del motivo per cui ero duro con le persone. Sapevo perché ero duro con le persone. Per molto tempo, mi è sembrato un prezzo con cui potevo convivere. Non stavo davvero pensando a quale prezzo potessero vivere gli altri, perché produrre al livello di volume in cui ero io, richiede un certo livello di narcisismo. Se non credi intrinsecamente di fare meglio degli altri, perché lo stai facendo? Ci sono modi migliori per guadagnarsi da vivere.

Parole dure, ma che altresì non sembrano condannare del tutto il suo crudele operato.

Le ovvie reazioni di Hollywood e Broadway contro Scott Rudin

Successivamente al maremoto scatenato dall’inchiesta di Scott Rudin, tante opere e star di Broadway, come rispettivamente lo spettacolo To Kill a Mockingbird di Aaron Sorkin e le attrici Karen Olivo (Moulin Rouge) e Sutton Foster (Music Man), tagliarono i ponti con il produttore, spaventati delle potenziali conseguenze.

Al tempo Rudin, rammaricato dell’increscioso accaduto e redento dei suoi atti, si è scusato con una dichiarazione pubblica, annunciando:

Sono profondamente dispiaciuto per il dolore che il mio comportamento ha causato e faccio questo passo con l’impegno di crescere e cambiare.

Le parole di Rudin quattro anni dopo l’accaduto

Ora, 4 anni dopo la sua terapia forzata, lontana da tutto lo spettacolo, ha aggiunto al New York Times:

Cercherò di tornare e fare un altro buon lavoro, e le persone si sentiranno come si sentono. E se alcune persone sono davvero arrabbiate per questo, avranno il diritto di essere arrabbiate per questo. Ammetto quello che ho fatto. Mi sento orgoglioso del lavoro nel suo complesso, e dispiaciuto per il costo che ne è stato fatto per alcune persone che ci hanno lavorato.

 

Scott Rudin

Altri casi di abusi oltre Scott Rudin

A prescindere dal caso di Scott Rudin, rispolveriamo velocemente i casi più famosi, quanto inquietanti, di abusi rivelati all’interno dell’industria Hollywoodiana, dal 2017 a oggi.

Harvey Weinstein

Ovviamente, non possiamo iniziare questo riepilogo se non dal caso più grande della Hollywood di qualche anno fa, l’inchiesta contro il produttore Harvey Weinstein.

Finito nell’occhio del ciclone dell’ingiuria americana grazie all’articolo di denuncia del New York Times, il 6 ottobre 2017, Weinstein è stato accusato di molestie sessuali da non meno di una dozzina di attrici e figure dello spettacolo, che poi gli anni a seguire si sarebbe alzato esponenzialmente fino ad arrivare ad un numero circostanziale di 93 vittime.

Un caso abnorme e mastodontico, che non solo gli valse il licenziamento immediato alla Weinstein Company (di cui era il co-fondatore), l’espulsione categorica dall’Accademy Award e il suo arresto per tentato stupro e estorsione, ma anche la nascita del movimento #MeToo, di cui ne è entrata a far parte la nostra italianissima Asia Argento, anche lei vittima del produttore.

Bill Cosby e Morgan Freeman: dalle stelle alle stalle

Passiamo ora al caso similare di due attori, icone del cinema americano, Bill Cosby e Morgan Freeman, che contrariamente alla loro immagine positiva e idilliaca, nascondo nella loro ombra un passato oscuro.

Rispettivamente, il primo, Bill Cosby, amato da tutto il pubblico mondiale per il suo ruolo nella serie tv I Robinson, è stato dichiarato colpevole, nell’aprile del 2017, dal tribunale popolare della Pennsylvania di aver violentato, minacciato e drogato, nel 2004, la cestista canadese Andrea Erminia Constand.

L’attore, sempre dichiarato innocente fino a quel momento, è stato condannato a 30 anni di carcere, in quanto a sostegno della Constand sono intervenute altre 5 donne.

Per il secondo invece, Morgan Freeman, le accuse vennero mosse da un articolo della Cnn, che riportava accuratamente la testimonianza di 8 donne abusate dai comportamenti inappropriati, verbali e fisici, dell’attore sia sul set sia negli uffici della sua casa di produzione, con il conseguenziale terrore di essere martorizzate in caso di richiesta di aiuto.

Il caso Blake Lively e Justin Baldoni: l’abuso sul set che è ancora da definire

Oltrepassando velocemente i casi singoli di Kevin Spacey, accusato molteplici volte, dal 2017, di avance sessuali e abusi su attori e minorenni, che lo hanno posto sotto una lunga indagine e hanno concluso bruscamente la sua carriera; e il caso aberrante di Woody Hallen, denunciato dalla figlia adottiva Dylan Farrow per molestie sessuali; parliamo velocemente del caso, attualmente in corso, tra Blake Lively e Justin Baldoni.

“Vagamente similare” al caso di abuso domestico tra Johnny Depp e Amber Heard, che aveva bloccato tutto il mondo per seguire la loro vicenda familiare, con il responso definitivo per Depp; il caso tra Blake Lively e Justin Baldoni è iniziato sul set di It Ends With Us e sta proseguendo tutt’ora al tribunale americano.

Partita da controversie di direzione e scrittura della pellicola, la battaglia Lively vs Baldoni è basata sulla denuncia, iniziale, da parte dell’attrice americana, riguardo determinati comportamenti sconvenienti del suo collega, quali abusi psicologici e di potere, commenti verbali sminuenti, richieste di adempiere a determinate richieste umilianti (spogliarsi davanti alla troupe per chiedergli le misure del corpo), oltre alla consueta ostracizzazione generalizzata sul set.

Una diffamazione non solo immediatamente portata nero su bianco in tribunale, ma repentinamente controbattuta dalla controparte di Baldoni, con imputazioni altrettanto gravi, come la presa di potere dell’attrice sulla realizzazione del film, la sua imposizione totale sulla distribuzione del prodotto finito, fino alla costruzione di un caso mediatico per sminuirlo e incriminarlo, agli occhi del mondo cinematografico, come predatore sessuale.

Una storia agghiacciante che verrà dipanata, con un botta e risposta degno del far west, nei prossimi mesi, alla ricerca di un’equa giustizia.

 

La maggioranza degli argomenti sono stati presi dall’articolo di Skytg24, che potete approfondire QUI.