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Shoshana e gli altri. Il conflitto israelo-palestinese nel cinema

Shoshana, uscito al cinema il 27 giugno, si aggiunge alla lunga lista dei film sul conflitto israelo-palestinese. Ma quali sono gli altri? Scopriamoli insieme.

Da più di settant’anni, e mai come nell’ultimo anno, la questione israelo-palestinese è una ferita aperta. È un’epopea di cui sembra impossibile vedere la fine.

In un conflitto così vasto, che coinvolge così tante culture, risulta difficile e macchinoso risalire alle origini. Per questo motivo, i numerosi film realizzati sul conflitto israelo-palestinese ci vengono in aiuto.

Quella che segue è una raccolta di film che offrono una visione del conflitto da entrambe le prospettive. Un modo per avvicinarsi a una striscia di terra così lontana e così martoriata.

Shoshana

Il film, presentato al Toronto Film Festival, è uscito in Italia lo scorso 27 giugno. Diretto da Michael Winterbottom, è un thriller politico ispirato a fatti realmente accaduti.

Attraverso la relazione tra Thomas Wilkin e Shoshana Borochov, il film racconta come la violenza e l’estremismo riescano a creare una separazione tra gli individui, costringendoli a scegliere da che parte schierarsi.

Membro della squadra antiterrorismo delle forze di Polizia Britannico-Palestinesi, Wilkin si ritroverà a dare la caccia a un leader clandestino, il carismatico poeta Avraham Stern. Quest’ultimo è convinto che la costruzione dello stato di Israele debba necessariamente passare attraverso la violenza.

Come molti a Tel Aviv, Shoshana è moderna, progressista e femminista. Odia le politiche di Stern e i suoi seguaci ma con l’intensificarsi del clima di violenza, sarà costretta a decidere accanto a chi vorrà combattere.

Nel cast nei panni dei due protagonista troviamo Douglas Booth e Irina Starshenbaum, oltre a Harry Melling e Aury Alby.

Bethlehem

Uscito nel 2013, è il film d’esordio del regista Yuval Adler. Questo thriller politico non ha l’obiettivo di fornire risposte semplici a domande complesse. Al contrario, cerca di spingere lo spettatore a interrogarsi e a porsi quante più domande possibili.

La trama presenta forti analogie con quella di Omar, ma dal punto di vista israeliano.

Un ufficiale dei servizi segreti israeliani si infiltra tra i palestinesi con l’obiettivo di reclutare come informatore Sanfur, fratello di un eroe del braccio armato della militanza palestinese. Il giovane si troverà quindi di fronte a un dilemma che sembra quasi impossibile da risolvere.

Paradise Now

Il film ha vinto un Golden Globe e ottenuto una candidatura all’Oscar come miglior film straniero.

Diretto da Hany Abu-Assad e uscito nel 2005, questo dramma psicologico narra le vicende di due ragazzi palestinesi. I due, reclutati come kamikaze, sono destinati a compiere un duplice attentato suicida oltre le linee israeliane. Il film racconta gli ultimi giorni che i due ragazzi trascorrono insieme, tra dubbi, credenze e paura.

Paradise Now è un accorato appello alla vita, alla riscoperta dell’importanza della stessa, a come quelli che spesso chiamiamo mostri, siano in realtà frutto degli orrori della storia e del potere.

Come sottolinea il regista: “Il film è un punto di vista artistico su di una questione politica [quella del conflitto israelo-palestinese]. I politici la vogliono vedere come bianco e nero, bene e male, mentre l’arte vuole vederla solo come una questione umana.”

Omar

Dallo stesso regista di Paradise Now, è stato candidato agli Oscar come miglior film straniero. Uscito nel 2013, racconta una storia di amicizia e amore spezzati da un muro.

Omar, interpretato da Adam Bakri, è innamorato di Nadia, una ragazza che vive al di là del muro di separazione. Insieme a due suoi amici organizza un’attività clandestina di addestramento per la causa della liberazione della Palestina. Caduto prigioniero, si ritroverà a scegliere tra il carcere a vita o la collaborazione con la polizia israeliana.

Il film cerca di porsi nel modo meno giudicante possibile verso la questione isreaelo-palestinese: non esalta né demonizza. Ne risulta un racconto intimo e umano, che si mescola con la crescente tensione dovuta al ritmo incalzante.

Degno di nota è il cast composto da attori esordienti che offrono una performance stupefacente. Oltre il già citato Bakri, nei panni degli altri tre protagonisti troviamo: Waleed ZuaiterLeem Lubany e Eyad Hourani.

Munich

Diretto da Steven Spielberg nel 2005, il film è scritto in collaborazione con Tony Kushner, che firmerà poi anche la sceneggiatura del formidabile Lincoln per lo stesso regista.

Citando il prologo del film, si ha un quadro chiaro di ciò che narra: “Nel 1972 il mondo è testimone dell’assassinio di 11 atleti israeliani alle Olimpiadi di Monaco. Questa è la storia di quanto accadde dopo“.

Il film ricostruisce, dunque, l’assalto del commando palestinese di Settembre Nero al villaggio olimpico di Monaco nel 1972, con la cattura e la presa in ostaggio di undici atleti israeliani.

La pellicola si sviluppa su due filoni principali: il primo ripercorre i tragici fatti di Monaco, mentre il secondo segue un commando del Mossad in azione. Su precisa direttiva del primo ministro Golda Meir, il commando ha il compito di scovare e uccidere il maggior numero possibile di responsabili dell’attentato.

Il Giardino dei Limoni

È un film del 2008 diretto da Eran Riklis. Segue la vicenda legale tra la vedova palestinese Salma e il Ministro della Difesa israeliano, circa il possesso di un limoneto sul confine cisgiordano.

Hiam Abbass, già vista nei sopracitati Paradise Now e Munich, veste in maniera sublime i panni della protagonista, regalando una performance notevole.

Il Giardino dei Limoni, è un film quasi neo-realista, per la sua capacità di fare di una narrazione quotidiana, semplice e piccola, un simbolo di una problematica ben più grande, quella del conflitto israelo-palestinese. Scavando in profondità si può capire come il punto focale non sia il concetto, semplice, di proprietà. Ma quello di memoria, del legame personale con la patria e le proprie origini.

Il film trae spunto da una storia vera, quella di Salma Zidane. Nonostante il suo ricorso alla Corte Suprema d’Israele si vide tagliare il proprio limoneto dal ministro Shaul Mofaz.

Come dice l’avvocato nel film: “Allora signori, il lieto fine c’è soltanto nei film americani.

Lebanon

Diretto da Samuel Maoz, premiato con il Leone d’Oro alla 66ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di VeneziaLebanon è un grande racconto emotivo ed umano.

Ambientato completamente all’interno di un carro armato, durante la prima guerra del Libano del 1982, è un film ipnotico grazie ai suoi spazi angusti, che trasmettono incertezza. Rappresenta una sintesi perfetta della tragedia che fu quella guerra senza, però, dimenticarsi di onorare la sofferenza di tutti quei soldati che furono chiamati a pagare in prima persona per scelte fatte da altri. Pone l’accento sugli uomini come uomini, e non solo come carne da cannone.

Nonostante parli di un altro tempo, di un’altra guerra, rimane tutt’ora un film attuale.

I bambini di Gaza – Sulle onde della libertà

Last but not least, un altro film uscito nel 2024. E’ l’opera prima del regista Loris Lai.

Ambientato durante la Seconda Intifada del 2003, racconta il conflitto israelo-palestinese attraverso la storia di due ragazzi, un palestinese e un israeliano, che stringono un’amicizia impossibile, uniti dall’amore per l’acqua.

Potete trovare la nostra recensione del film insieme ad un racconto più dettagliato qui.

Stella Stopponi

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