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The Blues Brothers: non solo Belushi e Aykroyd

The Blues Brothers è un cult entrato nell’immaginario collettivo. Ha lanciato il mito di John Belushi e di Dan Aykroyd insieme dal Saturday Night Live

Era il 1980 (ormai un bel po’ di tempo fa) quando due giovani attori, alquanto strafottenti, accettano di interpretare due fratelli – i Blues (John Belushi e  Dan Aykroyd)- che cercano di aiutare suor Mary Stigmata (detta la pinguina); la suora ha bisogno di una certa somma per riscattare il vecchio orfanotrofio cattolico nel quale proprio i due fratelli sono cresciuti.

L’impresa, davvero banale per i due manigoldi, diventa molto più complessa quando la sorella chiede, espressamente, che si tratti di denaro pulito mentre i due non sono proprio dei santi e propio ad inizio film, Belushi, esce dal carcere di Chicago dopo aver scontato una pena per rapina. Così ex-ergastolano Jake “Joliet” Blues incontra il fratello Elwood.

I due fratelli si troveranno coinvolti in improbabili inseguimenti ed incorreranno una serie di personalità davvero caratteristiche. Il grandissimo successo del film è dipeso anche dal cast che lo ha composto; una serie di cantanti e musicisti di tutto rispetto si sono, infatti, prestati in questi 133 minuti (che diventano 148 nella versione estesa) di musica e sociale.

Chi si può apprezzare in The Blues Brothers?

Non sono mancati personaggi quali James Brown (reverendo James), oppure Cab Calloway, Aretha  Franklin, Ray Charles ecc. insomma una crew di eccellenze nella sfera blues e jazz. Ognuno di loro vive una vita di sacrificio oppure conosce bene quanto sia difficile la vita.

Nemmeno la decisione di ambientare la pellicola a Chicago è casuale perché proprio la metropoli del nord ovest che ha visto il grande boom edilizio nella seconda metà del 1800, nel 1900 ha investito moltissimo sulle industrie automobiliste e che ha, poi, subito, la grande depressione delle industrie ed un impoverimento generale.

Si tratta, anche, di una delle città più contaminate degli USA e fu anche una delle città più attive durante le proteste (del ’68) contro la guerra in Vietnam.

Insomma un luogo che è un melting pot culturale. Perciò perfetto per l’assurdo stile dei vita dei fratelli Blues.

Il film è diventato famosissimo anche per uno dei suoi inseguimenti che è risultato essere uno di quelli meglio riusciti, ed apprezzati, del cinema; si parla di quel momento stratosferico del cinema di John Landis nel quale quasi tutta la polizia di Chicago insegue i due e non riesce mai ad acciuffarli! Un mix di esplosioni e incidenti automobilistici di tale portata da far lievitare il budget di 30 milioni di dollari.

Una cifra, questa, che non venne ripagata dalle vendite al botteghino e che fece rischiare il flop ma poi è diventato un cult, amato non solo dalla generazione dei protagonisti ma anche dalle generazioni successive.

Lunga vita a The Blues Brothers, Amen!

Ludovica Cassano

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