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Trainwreck: The Astroworld Tragedy

Trainwreck: The Astroworld Tragedy e il the show must go on

Trainwreck: The Astroworld Tragedy di Netflix indaga il dramma dell’Astroworld 2021 di Travis Scott. Dieci morti ma lo show continua. Chi ha davvero pagato?

5 novembre 2021, Houston, Texas. Più di 50.000 persone aspettavano l’arrivo di Travis Scott sotto il palco dell’Astroworld, tour-evento organizzato da Live Nation. Ma qualcosa, sin da subito, va storto. Trainwreck: The Astroworld Tragedy, prodotto da Netflix, ricostruisce ciò che avvenne quella notte. Dieci persone morirono per asfissia da compressione, un disastro collettivo che lascia un vuoto enorme, reso ancor più grave per l’assenza di veri colpevoli. Un’industria-impero che si è scrollata di dosso ogni responsabilità seguendo il the show must go on e che fagocita tutto, pur di toccare la vetta del successo e del profitto. Ci chiediamo, chi paga davvero quando la disparità sociale rende la guerra persa in partenza?

Houston, Texas, l’altra faccia del sogno americano

Sin dall’inizio, Trainwreck: The Astroworld Tragedy colpisce con carrellate in slow motion di una Houston periferica e marginale che sembra essersi fermata nel tempo. Una disuguaglianza sociale palpabile, in cui basta voltare lo sguardo e i quartieri ricchi si dissipano, lasciando spazio a periferie dimenticate. Ed è proprio questo il contesto in cui si consuma la tragedia, la promessa di un’esperienza, l’accesso al paradiso per una notte. Ma dietro il marketing e le luci, ai coriandoli e all’eccitazione, rimane esclusivamente un sistema in cui contano solo i numeri e il profitto. Nonostante le richieste di aiuto e di fermare lo show, questo non si fermerà affatto, portando l’ala sinistra del sottopalco a un’ora di agonia.

The Astroworld: culto dell’idolo e fenomeno di massa

Travis Scott si è trasformato in una figura carismatica, quasi mitologica – come molti artisti contemporanei, diventati veri e propri prodotti. Questo è un fenomeno che affonda le radici nel divismo hollywoodiano, seppur oggi abbia una forma ancor più radicale e pervasiva. Netflix accende le luci sul rito collettivo che si respira in questi contesti: una devozione verso l’idolo, quasi totale e cieca. La folla accorre non tanto per la musica in sé per sé, quanto per appartenere a un ecosistema che, attraverso il merchandise e la promessa di un sogno, vende un posto nel mondo. L’industria musicale nello specifico, confeziona marchi, simboli da idolatrare e tutto diventa religione, alimentata dal bisogno identitario.

Trainwreck: The Astroworld Tragedy

La falla del post-Covid

Il documentario suggerisce l’effetto del post-Covid sulle masse, in particolare sui giovani. Dopo mesi di restrizioni, la sete di libertà e di socialità ha reso il ritorno del festival un evento epocale. Accedervi significava entrare in un mondo quasi irreale, dove il rischio non era più una possibilità e l’unico desiderio era quello di una normalità collettiva. Insomma, un ritorno alla vita vera. Già all’inizio, denotiamo una forte negligenza quando una folla di ragazzi irrompe scavalcando tutte le barriere pur di accedere alla promessa di Scott, seppur privi di biglietto. L’Astroworld 2021 sembra una tragedia quasi astratta, tuttavia così prevedibile. Ciò che resta è l’assenza di qualcuno che non c’è più, eppure il silenzio sembra sopprimere tutto.

Trainwreck: The Astroworld Tragedy

Accordo nel caos: forma e contenuto

Netflix urla responsabilità in modo silenzioso: messaggi ignorati, staff impreparato, un layout sbilanciato e biglietti venduti oltre il limite. L’acqua tracima ovunque e lo fa con uno stile poliedrico, raccogliendo interviste ai superstiti e alle famiglie delle vittime che si mescolano con materiali d’archivio. Una forma che riflette perfettamente il contenuto: caos e perdita di controllo. Tante voci sono i tasselli che ricostruiscono, mentre d’altra parte resta un silenzio pesante. Il passaggio dalla musica diegetica a quella extradiegetica, che permane nei giorni successivi nei pressi del memoriale, lascia la scia di un sogno irreale e infranto, una tragedia sospesa nell’aria, quasi dimenticata, ma che vive ancora nel luogo.

Trainwreck: The Astroworld Tragedy, cosa resta?

Il documentario lascia aperta una domanda insostenibile: cosa resta dopo una tragedia simile? Nel 2024, Travis Scott e Live Nation raggiungono nuovamente la vetta di guadagni con un nuovo tour, mentre delle vittime rimane un memoriale e ricordi di vita passata. Una grand jury ha archiviato il caso, senza incriminazioni e con accordi privati. Allora, con quale facilità oggigiorno andiamo avanti, quasi dimenticando addirittura l’esistenza di qualcuno? E quanto è profondo e sconvolgente il vuoto lasciato da un sistema concentrato sul business che vende la promessa di essere “eroi per un giorno”?

Trainwreck: The Astroworld Tragedy