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Viaggio nella luna di Méliès, dove nasce la fantascienza
È il primo settembre 1902, a Parigi viene proiettato Viaggio nella luna di George Méliès. Il successo mondiale cambia la storia del cinema e della fantascienza.
Ispirato dall’omonimo romanzo di Jules Verne, Viaggio nella luna è il primo film di fantascienza nella storia del cinema. Agli inizi del ‘900, quando il cinema era ancora cinema delle attrazioni, il pubblico apprezzò particolarmente il cortometraggio di George Méliès. Il successo fu tale che l’opera subì atti di pirateria da Thomas Edison, il quale portò illegalmente una copia della pellicola in America.
Restauro e influenza culturale
Viaggio nella luna venne distribuito in due versioni: bianco e nero e colorato, rigorosamente a mano. La copia di quest’ultimo tipo, è stata donata da un anonimo nel 1993 alla Filmoteca de Cataluña. Dal 1999 al 2011, presso i laboratori della Technicolor di Los Angeles, si sono svolti dei lavori di restauro della copia superstite. Il progetto costò 400.000 euro e fu presentato al Festival di Cannes del 2011, con una nuova colonna sonora.
Costato all’epoca 10.000 franchi (1.500 euro oggi) fu un grande investimento. Quanto basta per influenzare la cultura pop di tutte le epoche, in particolar modo il volto umano e molto espressivo della luna.
Un lungo estratto della pellicola di Méliès lo troviamo nel film del 1956 Il giro del mondo in 80 giorni. Prosegue la carrellata nel mondo dei videoclip con gli Smashing Pumpkins Tonight, Tonight, i Queen Heaven for Everyone e Debbie Harry French Kissin’ in the U.S.A.
Nel cinema, la storia del montaggio di Viaggio nella luna, lo racconta Martin Scorsese nel celeberrimo film Hugo Cabret del 2011.
Anche nel piccolo schermo Matt Groening, nelle sue due più fortunate serie animate I Simpson e Futurama, ha citato in diverse occasioni l’iconica scena dello sbarco sulla luna di Méliès.
Storia del Viaggio nella luna
Viaggio nella luna è un cortometraggio muto di 15 minuti. Come già detto fu stanziato un grosso budget per l’epoca. All’interno della pellicola non esistono didascalie. Ad accompagnare la narrazione in sala era presente un imbonitore, cioè un narratore fisicamente presente in sala che spiegava e coloriva con battute il senso della storia mostrata. Figura che gradualmente sparì.
La componente attrattiva era quello che spingeva le masse nella sala cinematografica, ma Méliès già nei suoi quadri usava la componente narrativa come collante.
Parliamo di una messa in scena teatrale. Il film si sviluppa in 17 quadri girati a 16 fotogrammi per secondo. Le inquadrature spesso non sono perfette. Questo è dovuto alla cinepresa di tipo Lumière che Méliès adoperava. Non ancora dotata di mirino, l’inquadratura era spesso basata sull’esperienza dell’operatore.
Gran parte del budget fu speso soprattutto per i fondali (rigorosamente dipinti a mano) e gli sfarzosi costumi degli abitanti della luna. Insieme ai balletti e il cambio di scenografia costante, la pellicola assume uno stile frenetico per l’epoca.
La trama
Il primo film di fantascienza della storia del cinema, Viaggio nella luna, anticipa di 67 anni lo sbarco sulla luna. Raccontando un immaginario viaggio nella luna.
Un gruppo di astronomi, durante un congresso, decide di andare sulla luna. Viene creata una navicella a forma di proiettile, sparata da una cannone. Mentre un gruppo di ballerine festeggia l’evento, l’astronave arriva sulla Luna.
Il settimo quadro è quello dell’allunaggio. Qui viene mostrato l’iconico volto della luna. La navicella approda sull’occhio del satellite, causandole un’irritazione oculare.
Una volta sbarcati, i viaggiatori incontrano i Seleniti, vengono catturati e presentati al loro Re. Gli umani riescono a scappare e ripartono facendo cadere il proiettile verso il basso. Presumendo che la Terra sia giù, basta sfruttare la forza di gravità per cadere in mezzo all’Oceano.
Infine, dopo essere stati recuperati da una nave a vapore, i viaggiatori vengono celebrati da ballerine festanti in perfetto stile Belle Époque.
Gli effetti speciali
George Méliès inizia la sua carriera come illusionista. Il cinema è un mezzo grazie al quale può stupire ancora di più il pubblico. Nel tempo viene riconosciuto come l’inventore della regia cinematografica. Tutto lo si deve alle numerose sperimentazioni tecniche e narrative del mezzo cinematografico.
Sia il montaggio che gli effetti speciali, sono dovuti da un incidente accaduto sul set. La macchina da presa che stava utilizzando per una sequenza s’interruppe per un brevissimo lasso di tempo. Questo episodio portò al primo montaggio avvenuto nella storia del cinema. Da quel momento nasce il linguaggio cinematografico.
Méliès ha saputo sfruttare al meglio quell’errore per fondere il cinematografo con la sua professione d’illusionista. Scoperto accidentalmente il trucco della sostituzione, fu il primo regista ad usare l’esposizione multipla, la dissolvenza e il colore a mano sulla pellicola.
Possiamo definirlo un visionario, capace di sfruttare a 360° il mezzo cinematografico, oppure “Il Giotto della settima arte” come lo definì Il critico e storico del cinema Georges Sadoul.
Certo è che Méliès (citando Jean-Luc Godard) aveva trovato l’ordinario nello straordinario, mostrando immagini fantastiche esistenti in letteratura credibili grazie all’utilizzo della fotografia in movimento