238Views

Aspettando i David: Margherita Vicario, regista di Gloria!
A pochi giorni dalla cerimonia dei David di Donatello, ai quali ha ricevuto ben 9 candidature, Margherita Vicario si racconta ai microfoni di Almanacco Cinema.
Margherita Vicario, regista rivelazione con Gloria!, è un’artista a dir poco poliedrica: nasce come attrice in una serie tv italiana di grandissimo successo, I Cesaroni, per poi diventare, negli anni, cantautrice, regista e sceneggiatrice.
Ai David di Donatello di quest’anno, la cui cerimonia si svolgerà il 7 maggio, ha fatto incetta di candidature, conquistandone ben 9: Miglior esordio alla regia, Migliore sceneggiatura originale, Miglior produttore, Miglior casting, Miglior compositore, Miglior canzone originale e Migliori costumi, Miglior acconciatura e Miglior suono.
L’abbiamo incontrata a margine della sua esibizione musicale all’evento del 25 aprile che si è svolto a Roma in zona Quarticciolo: ecco cosa ci ha raccontato.
Almanacco Cinema presenta: l’intervista a Margherita Vicario
La tua relazione con il cinema parte da lontano: già nel 2008 hai esordito ne I Cesaroni. Che cosa hai imparato da quella esperienza?
Margherita Vicario: “La televisione ha una qualità ce ne ha tante – a volte viene snobbata ma è un mezzo nobile, secondo me. Lì, lavorando soprattutto sulle serie, ho avuto modo di capire la macchina del set: andare veloci, fare più cose. È la cosa che mi piace di più dello stare sul set, il fatto che ci sia un alveare, che ognuno ha un suo ruolo. Forse quello mi ha insegnato: che è un meccanismo corale”.
Da dove è nata l’ambizione di voler diventare anche autrice, oltre che attrice?
M. V.: “Mi sono diplomata come attrice, ma la vita dell’attore è bella dura, nel senso che bisogna avere grande forza d’animo e anche molta pazienza. Io, che invece sono un po’ impaziente di natura, ho iniziato a scrivere le mie canzoni, e ho iniziato ad avere una vita parallela da autrice, da cantautrice, che però sapevo che avrei utilizzato per raccontare una storia nell’audiovisivo. E infatti il mio primo e unico film è proprio sulla musica”.
Avevi girato anche un corto…
M. V.: “48 ore Film Project? Sì, mi ero già cimentata”.
Come attrice ti sono capitate esperienze spiacevoli?
M. V.: “Al 99% delle donne giovani, vecchie, belle, meno belle succede sempre qualcosa di sgradevole. Ovviamente è successo anche a me, non molto nell’ambito cinematografico, più in quello teatrale e musicale. Però poi ci ho scritto le canzoni sopra, quindi… (ride, ndr)”.
Parliamo del suo esordio alla regia di un lungometraggio, Gloria. Un film ha ricevuto ben 9 nomination, anche ai David di Donatello, tra cui quelli per il Miglior esordio alla regia, la Miglior sceneggiatura e la Miglior canzone. Che cosa si prova a essere così poliedriche nel realizzare un film?
M. V.: “Per me sono semplicemente declinazioni diverse per cercare di raccontare una storia, ed è sempre così: che sia con un videoclip o con una canzone. Il film ovviamente è molto più complesso, però io ho sempre fatto più cose una accanto all’altra. In generale il cinema è, in assoluto, quello che ti permette di avere un contenitore ancora più coerente. (…)
Mi è piaciuto, è stato molto impegnativo, parlavo molto tra me e me. Poi ho avuto grandi collaboratori, ho scritto la colonna sonora assieme al mio produttore Davide (Pavanello, ndr), la sceneggiatura assieme ad Anita Riveroli. È un lavoro molto collettivo, io magari posso avere avuto l’intuizione iniziale ma da sola non avrei fatto nulla”.
Mi ha colpito il fatto che tu racconti il personaggio di Teresa, “la Muta” che, quando scopre il pianoforte, in un certo senso trova la sua voce. Questo aspetto ha ricordato Lezioni di piano di Jane Campion. È stata una reference, per te?
M. V.: “Sicuramente ci sono state tantissime reference di cui neanche mi ricordo. In un primo film c’è tutta la tua vita quindi sì, c’è sicuramente anche quello”.
In una tua precedente intervista, leggevo che questo film l’hai fatto per puntare i riflettori sulle tante musiciste dimenticate del passato.
“Sì, ho reinventato un pezzetto di storia di cui si sa poco”.
Se avessi la possibilità di girare i biopic di un musicista e di una musicista famosi, quali sceglieresti?
“Forse Beethoven e Nina Simone ”
1 Comments
Comments are closed.