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Le interviste: Laura Giordani, un mondo di scrittura
Laura Giordani è una scrittrice, adattatrice e audiodescrittrice. La sua lunga carriera nasce quando a soli 19 anni entra a far parte della RoyFilm di Roy De Leonardis.
Con più di 35 anni nel mestiere oltre 2000 adattamenti, 6000 audiodescrizioni e 3 libri, Laura Giordani è una scrittrice a tutto tondo. Fra i suoi lavori di adattamento si vede la serie televisiva NCIS o anche i film Disney Lilli e il Vagabondo (remake live action – 2019) e Descendants 1/2/3 (2015 – 2017 – 2019).
Fra le audiodescrizioni quelle di Don Matteo, Che Dio ci aiuti (seconda e quinta stagione) e Once Upon a Time.
Laura ci ha concesso un’intervista per parlare di quei lavori che fanno parte del processo di creazione di un prodotto audiovisivo. L’adattamento e l’audiodescrizione, infatti, sono passaggi obbligatori e non parlandone mai abbastanza oggi vediamo di cosa si occupano e il loro ruolo all’interno del mondo del cinema.
Almanacco Cinema presenta: Laura Giordani, scrittrice e adattatrice
Ciao Laura, al giorno d’oggi si parla tanto di attori, doppiatori e direttori di doppiaggio, ma si parla veramente poco della figura e del lavoro degli adattatori. Puoi parlarci brevemente di cosa ti occupi?
L.G: “Ciao Almanacco Cinema. Ti spiego con un esempio. Molte volte quando dico che lavoro nel mondo del doppiaggio la prima domanda che mi pongono è: “Ah davvero, e chi doppi?”. Ma io non sono una doppiatrice, sono una scrittrice per il doppiaggio. È come se tutto quello che sta dietro a un doppiatore, non esistesse. Per arrivare a un progetto audiovisivo completo e concluso ci sono tantissimi passaggi e lavori.
Come prima cosa bisogna sapere che il doppiatore, prima di arrivare in sala di doppiaggio, ha bisogno di un testo scritto e questo testo deve essere non solo tradotto, ma anche adattato e impostato. L’adattamento dialoghi è una traduzione letterale del testo originale che deve essere rielaborato per mantenere il senso e il ritmo e in seguito messo a sync (asincronizzarlo) con la mimica facciale.
Si tratta di una trasposizione in sincronismo ritmico e labiale. Il dialogo finale deve essere completamento incollato al personaggio e al suo linguaggio del corpo.
Per aiutare il doppiatore, il direttore e l’assistente a incidere le battute nei tempi giusti e in sinc si segnano delle indicazioni tecniche e didascaliche nel copione.”
Soprattutto all’inizio, per te qual è stata la parte più complicata?
L.G: “All’interno di un copione vengono inserite anche le pause effettuate dagli attori originali. Inizialmente quelle mi hanno creato un po’ di problemi. Fra una pausa breve (in copione rappresentate con …), lunga (in copione rappresentate con /) o un’intonazione, mi confondevo e non sapevo bene quale usare.
Poi è venuto da sé visto che nasco come scrittrice e fin da piccola battevo a macchina. Sono cresciuta con il senso del ritmo.”
Da tua ex studentessa ho potuto vederti al lavoro e vedere la cura che hai nella scrittura. Adesso quella cura non è più così visibile, ma è quasi raro trovare un buon doppiaggio.
L.G: “In questi ultimi anni non è più la qualità che fa da padrone, ma la quantità. Non importa più a nessuno se non ci sono più determinate accortezze, l’importante è che il prodotto arrivi finito nei tempi giusti e con meno soldi possibili.
Molte volte capita che le grandi aziende cinematografiche scelgono di chiamare dialoghisti non esperti nel campo per risparmiare. In questa situazione sono i direttori di doppiaggio che devono correggere i copioni in sala, ma loro non hanno il tempo di mettersi a ricontrollare testi interi, per questo capita che molti prodotti escano al pubblico senza la giusta cura.
Per me ormai non ha valore neanche più il doppiaggio televisivo, perché è il primo lasciato a sé stesso. Vedo solo i grandi capolavori al cinema.
Il nostro doppiaggio è invidiato da tutti. Siamo uno dei paesi più bravi in questo mestiere e per questo dovremmo averne maggiore cura.”
Molte associazioni come l’AIDAC (Associazione Italiana Dialoghisti Adattatori Cinetelevisivi), di cui anche tu fai parte, si sta battendo contro l’AI.
L.G: “L’AIDAC insieme a 100Autori (Associazione dell’Autorialità Cinetelevisiva) e ANAC (Associazione Nazionale Autori Cinematografici) sta mandando avanti delle azioni per tutelarci in questo campo. Questo progresso non deve essere fermato, perché è giusto che ci sia, ma la mia creatività deve rimanere tale e non posso permettere a una macchina di sostituirmi.
Io non l’ho mai usata se ho bisogno di una traduzione, infatti, preferisco chiamare un vero traduttore e pagarlo il giusto, avendo così un buon prodotto su cui lavorare. L’AI non riesce ancora a lavorare sul sync, ma riesce a correggere piccoli errori e a tradurre.
In questo modo, a mio parere, il prodotto finale perde ancora di più il suo valore.”
Amazon ha recentemente inserito 14 titoli doppiati con l’intelligenza artificiale e le critiche non sono mancate. Gli utenti si sono lamentati del tono piatto all’interno dell’opera. Per i libri, invece, si parla di un bollino che verrà applicato su quelli pubblicati dall’intelligenza artificiale, così da distinguerli da quelli scritti dalla creatività umana.
L.G: “Quando si usa l’AI per fornire un prodotto completo, l’autore è la macchina e non più l’uomo. In questo periodo ho finito di scrivere il manuale per l’audiodescrizione e sono 400 pagine scritte interamente da me senza l’aiuto di ChatGPT. Quando scrivo preferisco circondarmi di Google con Internet e dei dizionari De Mauro, Sabatini, e Treccani.
Tutto quello che voglio dire e scrivere è nella mia testa. Il prossimo lavoro che pubblicherò sarà un compendio sull’adattamento e poi tornerò a scrivere i miei adorati gialli.”
Ci hai accennato al manuale di audiodescrizione, puoi dirci come ti sei spostata dall’adattamento a questa nuova sfida?
L.G: “Nel 2009 ricevetti una chiamata dalla Rai per fare una prova di audiodescrizione insieme a tre colleghi. A quei tempi non conoscevo ancora la materia e non mi ero interessata a fondo. Finite le prove hanno scelto me e da quel momento non ho mai abbandonato questo campo.
Volendo scoprire sempre di più sul tema mi sono circondata di amicizie fantastiche e ho conosciuto persone con disabilità visive che sono diventate ormai parte della mia famiglia. Ci aiutiamo a vicenda, infatti, quando ho un dubbio, prima di consultare qualsiasi altra persona o dizionario, chiedo aiuto a loro. Sono i diretti interessati e quindi sanno perfettamente in che modo dovrei scrivere.”
Negli ultimi anni le audiodescrizioni sono aumentate in modo esponenziale.
L.G: “Questo perché nel 2010 è entrata in vigore la legge 220/16, che obbliga le aziende cinematografiche a consegnare il prodotto finito con audiodescrizione e sottotitoli.
Però anche se deve essere presentata obbligatoriamente è a loro discrezione la fruibilità. Questo porta le cineteche a essere piene di audiodescrizioni e sottotitoli che non verranno mai consegnati a chi ne ha davvero bisogno.”
Puoi parlarci brevemente del tuo libro “Audiodescrizione. Il Signore degli Anelli. La compagnia dell’AD”?
L.G: Per questo libro è nato tutto in modo casuale. Su un gruppo Facebook (Gruppo Di Audiodescrizioni… E dove trovarle!) avevo visto che un utente chiedeva se qualcuno fosse interessato a audiodescrivere alcune saghe che non lo erano mai state fino ad allora, perché sarebbe costato troppo, quindi mi sono offerta io.
Ho lanciato questa sfida sul social chiedendo se qualcun altro volesse farlo insieme a me e siamo arrivati ad essere 12. Da quel momento ho capito che dovevo mostrare al pubblico come funzionava l’audiodescrizione collaborativa in sinergia anche insieme ai ragazzi non vedenti. Le audiodescrizioni devono essere chiare, semplici e oggettive. Non ci si deve perdere in descrizioni inutili o termini complessi e in questo i ragazzi non vedenti riescono a dare una grossa mano.
La bellezza di questo settore sta nel fatto che si tratta di un luogo in cui possiamo lavorare tutti. Da qui nasce la vera inclusione.”
Ringraziamo Laura per aver accettato l’intervista ed averci dedicato il suo tempo. Un piccolo articolo per far luce su questi mestieri che molte volte vengono dimenticati o nascosti.