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Le interviste: Chiara Basile Fasolo, dalla tv a Prime Video
Almanacco Cinema vi presenta Chiara Basile Fasolo: una ragazza dal multiforme ingegno, che ha all’attivo esperienze attoriali, registiche e di conduzione.
Una certa aria da donna di altri tempi Chiara ce l’ha davvero: appare davvero a suo agio negli sfarzosi abiti ottocenteschi che sfoggia nel programma da lei scritto, ideato, diretto e condotto: Sogno italiano – Ville e castelli, disponibile su Amazon Prime Video.
Ma oltre i bei vestiti, c’è un talento poliedrico che, fin da giovanissima, ha esplorato molteplici campi: la televisione, il teatro, il doppiaggio. E ora la conduzione.
Scopriamo insieme Chiara Basile Fasolo.
Le interviste: Chiara Basile Fasolo
Sei un’attrice, una regista, una sceneggiatrice, una doppiatrice… Tu come ami definirti?
“Poliedrica (ride). In realtà quando ero molto piccola, a 7 anni, giravo con la telecamera analogica di mio padre. Invitavo le mie amiche, le cugine, e mi inventavo dei film da girare in giardino, a volte con trame molto tragiche. Quindi si può dire che io facessi già la regista e l’attrice. All’epoca non sapevo ancora che fosse un lavoro.
Negli anni ho fatto tante cose: come attrice fiction Rai e Mediaset, come doppiatrice serie tv internazionali e cartoni. Poi ho fatto anche teatro durante i primi anni dell’adolescenza, e in seguito sono approdata alla conduzione con Roberto Giacobbo in Morning Voyager su RaiDue, in Frigo su RaiDue assieme a Tinto. Poi sono andata a Los Angeles: l’esperienza americana è completamente diversa. Penso che non mi manchi niente.
Ho una voce da soprano ma non ho mai studiato e non l’ho mai utilizzata. Ho un occhio molto aperto sul mondo, perché ho sempre viaggiato moltissimo con i miei genitori, e sono un’attenta osservatrice, quindi la regia mi piace molto, come la fotografia, perché riesce a catturare momenti e a renderli fruibili ad altre persone.
Mi piace moltissimo fare l’attrice perché ti dà spazio per l’interpretazione e il racconto, ma anche la produzione. In particolare mi è piaciuto moltissimo lavorare alla serie da due punti di vista diversi – come attrice e come regista – ma io resto sempre la stessa”.
Sei approdata al mondo dello spettacolo molto giovane: com’è stato il tuo approccio a questo mondo?
“La mia primissima esperienza televisiva risale a quando avevo 13 anni: era un programma per ragazzi che avevo creato io e proposto a un’emittente toscana (Chiara è pisana, ndr) perché non potevo aspettare i 18 anni per trasferirmi a Roma (ride, ndr). Fu bello andare per un anno in diretta con il pubblico che interagiva con telefonate e SMS. Il programma si chiamava Il TG dei ragazzi.
Per rispondere alla tua domanda, dal punto di vista artistico non ho avuto problemi perché sono molto spontanea e diretta: fin dall’inizio è stato bellissimo per me parlare in televisione. Però mi sono subita trovata in un mondo di squali, fatto di persone scorrette, persone che si approfittavano della mia ingenuità e della mia voglia di lavorare e fare esperienza per altri fini, solo a sfondo sessuale”.
Hai ricevuto avance?
“Sì, e spesso molto esplicite. Soprattutto quando hai 18-20 anni e vieni da una piccola città, ti senti veramente in un mondo di squali anche perché non te l’aspetti. Magari vai a fare un provino, sei lì con tutta la tua passione e il tuo entusiasmo e ti trovi davanti persone viscide, che ti mettono le mani addosso, anche di pomeriggio e in jeans e maglietta.
Io ho trovato molte difficoltà in questo senso, ma ho trovato anche persone belle e interessanti che mi hanno dato la possibilità di crescere e mi hanno insegnato”.
Quali sono state le persone che ti hanno aiutata a crescere?
“Sicuramente Pupi Avati: aver lavorato con lui a 20 anni, con una persona di grande esperienza, molto tranquilla sul set. Mi dava consigli. Anche aver lavorato su RaiDue con Roberto Giacobbo: lui ha creduto in me, ha visto delle qualità. Anche Alexis Sweet, con cui ho fatto Il tredicesimo apostolo, ha creduto in me.
Pensa che, invece, alcune delle persone che si sono comportate male con me mi hanno scritto e alcune hanno chiesto di lavorare con me nella serie che ho creato. Quindi, a parte la faccia tosta, quella è stata una grande soddisfazione”.
Il talento è più natura, dono, o deriva dallo studio?
“Ho studiato molto i grandi pittori del Rinascimento: Leonardo Da Vinci e Michelangelo sono nati con il talento, ma sono andati a studiare a bottega da grandi talenti. Il talento è la base per diventare bravi, ma lo studio è altrettanto importante. Ci vuole una base di talento e grandi maestri”.
C’è qualche regista con il quale ti piacerebbe molto lavorare come attrice?
“Giuseppe Tornatore, perché ha una maniera di raccontare che mi piace molto. Non mi sono riconosciuta in nessuno dei ruoli dei suoi film, quindi spero in un ruolo futuro (ride, ndr). E Benigni, toscano come me, che al di là di La vita è bella, ha questa maniera giocosa di raccontare il dramma. Io mi ci ritrovo perché noi toscani siamo così”.
Ti piacerebbe, da appassionata di lingue, interpretare un film in dialetto, in futuro?
“Assolutamente sì! Non ho mai fatto film in toscano o in pisano. Mi piace recitare anche in altre lingue, ma è un’esperienza completamente diversa”.
A proposito di lingue, ho letto che conosci perfettamente anche inglese e spagnolo, e un po’ di francese…
“Nella serie di Sogno italiano, la mia voce in lingua originale è anche in inglese e in spagnolo. Poi so anche un po’ di tedesco, ho studiato un po’ di arabo perché mi piace, ora sto studiando il cinese… Mi piacciono le lingue perché le parlo quando vado in giro per il mondo”.
Hai mai ricevuto qualche proposta di lavoro internazionale?
“Sì, a Los Angeles mi è capitato tante volte. Sono tornata in Italia perché avevo già altri impegni presi qui”.
Hai recitato in una serie molto amata dagli adolescenti, Braccialetti rossi: se potessi scegliere, quale sarebbe il tuo target ideale di riferimento? A quale pubblico ti piacerebbe arrivare?
“Direi 25-40 anni. Però mi piacciono molto anche i bambini: se mi proponessero qualcosa rivolto ai bambini accetterei perché mi piacciono, sono molto entusiasti, ed è qualcosa che gli adulti hanno perduto. Anche io, in parte. Quando mi capita di far vedere ai bambini il trailer di Sogno italiano rimangono a bocca aperta”.
Sogno Italiano – Ville e castelli, la serie che hai creato, ti rappresenta? Ti senti anche tu una sognatrice romantica?
“Sì, la serie l’ho creata a mia immagine e somiglianza (ride, ndr). Il fatto di essere durante tutta la serie in abiti ottocenteschi rispecchia appieno il mio animo romantico”.
La serie è uscita in Italia su Prime Video: ti piacerebbe lavorare per un’altra piattaforma?
“Certamente!”.
Cosa pensi delle piattaforme?
“Hanno un’offerta vasta e ti danno la possibilità di vedere quello che vuoi quando vuoi, cosa che purtroppo la televisione standard non offre. Mi piace essere sulle piattaforme perché così tutti possono vedere la mia serie in qualsiasi momento e da qualsiasi parte del mondo: è una grande opportunità”.
Magari potresti iniziare una carriera di attrice internazionale da un simile trampolino di lancio…
“Già con Prime Video io sono visibile dall’America al Giappone, però ovviamente mi piacerebbe. Magari mi offrono un film in costume… perché no?”.
Qual è l’esperienza formativa più importante che hai fatto finora, lavorativamente parlando?
“Quella della serie, perché mi sono messa in gioco a 360 gradi. Esterna alla mia, il doppiaggio è l’esperienza più difficile”.
Raccontaci come sei arrivata al doppiaggio.
“In famiglia nessuno faceva il doppiatore: i miei genitori sono medici. Io ho fatto la scuola di doppiaggio e tramite quella sono arrivata ai turni in sala. Poi lasciai perché iniziai le riprese di Morning Voyager in giro per l’Italia, mentre il doppiaggio presume che tu sia lì, sempre a disposizione. Ho fatto questa scelta”.
Ci puoi spoilerare qualche progetto al quale stai lavorando?
“Nei prossimi mesi è in programma la terza stagione della mia serie e all’inizio del prossimo anno ci dovrebbe essere un film in Italia. Faccio numerosi provini, vediamo che cosa succede. Sono disponibile”.