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Le interviste: Giusy Marrone, un viaggio sensoriale alla scoperta di Fellini
Il 6 settembre si terrà un evento dedicato a Federico Fellini: la promotrice e donna di cinema Giusy Marrone è la protagonista della nostra ultima intervista.
Proprio in questi giorni, nell’affascinante cornice della laguna veneziana, si sta svolgendo la 81esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, il festival cinematografico più antico del mondo nonché uno tra i più prestigiosi.
Il principale tra i premi assegnati è il Leone d’Oro, che deve il suo nome al simbolo della città, il Leone di San Marco; premio che, esattamente nel 1985, toccò a Federico Fellini, che durante la 42sima edizione della manifestazione fu insignito del premio alla carriera.
Fellini, regista iconico quanto la Mostra del Cinema di Venezia, è decisamente un simbolo del cinema italiano, con la sua silhouette disegnata di profilo, cappello a tesa larga e sciarpa rossa, riconoscibile tanto quanto l’ombra di Hitchcock all’inizio dei vecchi film in bianco e nero.
I film di Fellini sono indimenticabili quanto lo sono le sue protagoniste, tanto che il suo fu definito un “cinema delle donne”, seppure spesso tacciato “di spirito onirico e autoreferenziale” (cit.).
Sicuramente, parlare di Fellini senza parlare delle donne appare impossibile; e, per questo, è quanto mai interessante che, oggi, sia una donna a parlare di lui mostrandone un punto di vista del tutto particolare e presentando una mise en scene assolutamente fuori dagli schemi.
La donna alla quale ci dedicheremo oggi è Giusy Marrone, donna del cinema a tutto tondo, attiva nel settore cinematografico in qualità di casting director, regista e sceneggiatrice.
Nata a Trani, Giusy dedicherà, il prossimo sei settembre, proprio nella sua città, una serata dedicata all’universo felliniano, dal titolo: “Fellini e le sue Donne – Un viaggio sensoriale”. Perché “sensoriale”?, vi chiederete. I cineasti appassionati del Maestro troveranno questo aggettivo più che mai consono a definire le pellicole e l’immaginario di Federico, perché il suo – come sottolineò il pittore Concetto Pozzati – è un “universo (che) oscilla tra la complicità erotica e sensoriale”.
Vedere un film di Fellini non significava semplicemente “guardare” qualcosa, ma sembrava di sentire gli odori e di assaggiare i sapori che i protagonisti delle sue storie provavano. Citando la regista Lea Celik ISIK: “La sua capacità di creare un’esperienza sensoriale attraverso il cinema ha lasciato un segno indelebile su registi e artisti di tutto il mondo, consolidando il suo status di vero visionario”.
L’intervista a Giusy Marrone
Giusy Marrone è da sempre amante e studiosa di Federico Fellini e della sua arte, ci dona oggi una sua lettura personale dell’opera del Maestro, una lettura che non è solo fatta attraverso le lenti di una donna-artista, ma anche di una psicologa (Giusy ha una seconda Laurea in Psicologia), e che dunque ci porta inevitabilmente a viaggiare anche a livello subconscio in un universo che vada oltre i filtri della percezione sensoriale.
Noi di Almanacco Cinema la abbiamo intervistata in esclusiva per voi.
Giusy, la mia prima domanda è questa: il rapporto tra Fellini e le sue muse è sempre stato particolare, magico. Attraverso le sue protagoniste raccontava interi mondi. Tu come descriveresti questo rapporto?
“Il rapporto tra Fellini e le sue muse è intriso di una magica complicità e di una profonda sinergia creativa. Le sue protagoniste, come Giulietta Masina, Sandra Milo e tanti altri volti iconici, non erano solo attrici, ma incarnazioni viventi delle sue visioni artistiche. Attraverso di loro, Fellini riusciva a esplorare ed esprimere emozioni complesse, sogni e fantasie, creando universi ricchi di simbolismo.
Le sue muse rappresentavano archetipi di bellezza, sensualità, vulnerabilità e forza, diventando protagoniste di storie che riflettevano le sfide e i desideri dell’umanità. Ogni film era un viaggio nell’interiorità e nella società, e le sue muse, con la loro capacità di trasmettere autenticità e profondità, erano fondamentali per dare vita a questi mondi fantastici.
In sintesi, il loro rapporto era una danza di ispirazione reciproca, dove la realtà e l’immaginazione si intrecciavano in modo indissolubile. Infatti Fellini in numerosi suoi film mette in scena gli avvenimenti stessi della sua biografia.
È doveroso aggiungere che la nascente società dei consumi degli Anni Cinquanta, aprendo alla donna ruoli e funzioni nuovi e diversificati, aveva messo in crisi il modello tradizionale sposa-madre e destabilizzato il modo di rapportarsi da parte dell’uomo. L’atteggiamento di Fellini, tanto articolato nei confronti della donna, nasce proprio da questo cambiamento dei tempi.
Affascinata dal Maestro e da tutto questo, mi è venuta l’idea di celebrare il tema e creare l’evento Fellini e le sue donne, che si terrà per la prima volta nella mia Puglia, a Trani presso il Palazzo Filisio Regia Restaurant, in una cornice straordinaria, che ha come scenografia il mare e la maestosa cattedrale. Presto lo replicheremo anche su Roma. L’evento è un vero e proprio viaggio sensoriale nel mondo onirico di Fellini, una serata esclusiva che combina arte culinaria, cinema e musica, ispirata appunto alle iconiche donne del cinema felliniano”.
Come si svolgerà la serata?
“Ci sarà un vero e proprio talk show condotto da me e dal critico cinematografico Lorenzo Procacci Leone, con proiezioni di spezzoni di film selezionati del grande regista. Il tutto accompagnato dalla musica del pianista Domenico Cartago, ispirata al tema e da piatti ispirati ai film scelti”.
Si utilizza spesso l’aggettivo “felliniano”, soprattutto riferito alla donna. Cosa è, secondo te, esattamente “felliniano”?
“L’aggettivo “felliniano” evoca un insieme di caratteristiche e atmosfere tipiche del cinema di Federico Fellini. Riferito alla figura femminile, “felliniano” descrive donne che incarnano un misto di sogno e realtà, sensualità e vulnerabilità. Queste donne sono spesso eccentriche, carismatiche, portatrici di una forte identità, e rappresentano una fusione di fantasie e desideri.
Inoltre, il termine richiama la dimensione poetica e surreale che caratterizza le storie felliniane, dove il fantastico e il quotidiano si intrecciano. Le donne felliniane possono essere sia muse ispiratrici che figure complesse, che riflettono le contraddizioni della vita, amplificando emozioni e stati d’animo attraverso la loro presenza. Quindi, “felliniano” è un concetto che va oltre l’estetica per abbracciare un mondo ricco di simbolismo e significato profondo”.
Come hai ben sottolineato, Fellini e la sua opera si muovono tra sogno e realtà, inconscio e subconscio. Molto spesso Fellini sembra tradurre i suoi sogni in film. Da psicologa, cosa pensi a riguardo?
“Da una prospettiva psicologica, l’opera di Fellini può essere vista come un’esplorazione profonda del subconscio e dei sogni. Il suo approccio al cinema riflette una comprensione intuitiva della psiche umana, dove elementi onirici, simboli e archetipi si intrecciano per rivelare le paure, i desideri e le aspirazioni degli individui.
Fellini utilizza il linguaggio cinematografico per materializzare sogni e visioni, creando un ponte tra il conscio e l’inconscio. Federico, seguito da Bernhard durante il suo percorso personale di analisi, scopre i lavori di Jung e prende familiarità con le sue teorie sull’analisi dei sogni e da allora intraprende un meticoloso lavoro di trascrizione dei propri sogni, con il disegno e con la scrittura. Da psicologa e sceneggiatrice consiglio vivamente di approfondire la tecnica dell’analisi dei sogni, sia come strumento di terapia che come tecnica di ispirazione artistica.
Questa fusione di sogno e realtà non solo intriga lo spettatore, ma lo invita anche a un’introspezione personale, portando alla luce dimensioni nascoste dell’esperienza umana. Pertanto, il cinema di Fellini offre non solo un’esperienza estetica, ma anche un viaggio nel profondo dell’anima, dove sogni e realtà si riflettono e si influenzano reciprocamente”.
Usciamo ora dal subconscio. I film di Federico Fellini sembrano rapire i sensi, oltre che la mente: stimolare non soltanto il gusto estetico, ma in qualche modo anche coinvolgere altri aspetti della sensorialità, molte delle sue figure sono decisamente “carnali”. Come si coniuga questo aspetto, rispetto al lato più etereo ed onirico?
“Le opere di Federico Fellini sono caratterizzate da un affascinante dualismo tra il sensoriale e l’onirico, che si intrecciano in un modo unico. Le sue figure “carnali” rappresentano un’esperienza fisica vibrante, evocando sensualità, desiderio, vitalità e spesso erotismo. Questo aspetto materiale della vita è frequentemente amplificato attraverso l’uso di colori vivaci, musiche coinvolgenti e una messa in scena che cattura i dettagli del corpo e delle emozioni.
D’altra parte, il lato etereo e onirico dei suoi film emerge attraverso rappresentazioni di sogni, visioni e simboli, creando un’atmosfera surreale. La fusione di questi elementi consente a Fellini di esplorare tematiche complesse della condizione umana, come il conflitto tra il desiderio fisico e quello spirituale.
Queste dimensioni opposte si coagulano in una sorta di danza: il corpo e la carne diventano portatori di esperienze emotive e psicologiche più profonde. I personaggi freschi e vividi di Fellini vivono in un mondo dove la realtà quotidiana e le fantasie si sovrappongono, permettendo allo spettatore di percepire un’intensa connessione tra l’esperienza sensoriale e quella onirica. Così, il cinema felliniano diventa un viaggio che esalta non solo il gusto estetico, ma coinvolge tutti i sensi, trasportando l’individuo in un’esperienza totale e immersiva”.
Passiamo ora all’ultimo punto, che definirei il lato “gourmet” dell’evento da te proposto. La nipote di Federico Fellini ha dichiarato che “In famiglia Fellini la sacralità del cibo è stata un vero e proprio motore familiare, elemento in grado di aumentare esponenzialmente l’amore per i propri cari e soprattutto per la propria terra”. Da dove è nata l’idea di collegare ai film felliniani la degustazione e il viaggio sensoriale previsti in questo evento?
“L’idea di collegare i film di Federico Fellini alla degustazione e al viaggio sensoriale nasce dalla profonda interconnessione tra cibo, cultura e le esperienze evocative che caratterizzano le sue opere. Fellini stesso attingeva spesso alle sue radici romagnole, celebrando il cibo come simbolo di convivialità, identità e affetto familiare.
Nel cinema felliniano, il cibo non è solo un elemento visivo, ma un fulcro di emozioni e relazioni. Le scene che ritraggono pasti condivisi, celebrazioni e momenti di intimità evidenziano quanto il cibo possa essere un veicolo di amore, memoria e cultura.
Organizzando un evento che unisce la visione dei film a esperienze di degustazione, si crea un’opportunità unica per immergersi nei mondi felliniani. Gli spettatori possono vivere un’esperienza multisensoriale, dove i sapori richiamano le atmosfere e le emozioni dei film, permettendo di apprezzare non solo il valore estetico dell’opera, ma anche il profondo legame affettivo e culturale che la alimenta.
Questa sinergia tra cinema e gastronomia celebra la sacralità del cibo come un atto d’amore e di condivisione, riflettendo l’essenza stessa delle storie felliniane e delle relazioni umane che esse esplorano”.
Ringraziamo Giusy Marrone per la sua disponibilità.