288Views

Le interviste: Sonia Signoracci, come portare il cinema in provincia
Abbiamo incontrato Sonia Signoracci, persona attivissima nel campo della promozione cinematografia nel territorio di Santa Marinella, a nord di Roma.
A Sonia Signoracci, che nella vita lavora alla Federazione Italiana Badminton del CONI, il cinema, in un certo senso, scorre nelle vene. Suo nonno, infatti, lavorava come giardiniere e viveva in una tenuta molto speciale: la tenuta che era il buen ritiro estivo della coppia stellare Roberto Rossellini –
Ingrid Bergman negli anni Cinquanta.
Suo padre è cresciuto insieme ai figli della coppia, le gemelline Isabella e Isotta e l’unico figlio maschio Robertino.
Questo è una delle circostanze che hanno accostato Sonia al cinema spingendola, esattamente 10 anni fa, a dare vita a un’associazione, Santa Marinella Viva, che si impegna a promuovere la cultura cinematografica sul territorio del litorale laziale a Nord di Roma.
Un impegno che ha portato anche alla creazione di un festival di cortometraggi, il Santa Marinella Short Film Festival, la cui decima edizione avrà luogo dal 26 al 28 luglio nella città di Santa Marinella. Oggi ha una delega alle Attività Cinematografiche assegnatole dal Comune di Santa Marinella.
Noi di Almanacco Cinema l’abbiamo intervistata per saperne di più sulle sue attività di carattere cinematografico: ecco cosa ci ha raccontato.
Le interviste: Sonia Signoracci, Santa Marinella Viva
Che cosa significa portare iniziative di questo tipo in un piccolo centro come Santa Marinella?
“L’attività che ho iniziato 10 anni fa è iniziata un po’ per caso. La mia famiglia era legata ai Rossellini, così 10 anni fa ho deciso di organizzare una mostra con foto che ritraevano Bergman e Rossellini a Santa Marinella negli anni Cinquanta per creare un evento culturale al quale fossero ospiti anche loro, che doveva durare il tempo di una serata. Era un regalo alla città e a mio padre, che voleva incontrare i Rossellini dopo tanti anni.
Questo evento è diventato più grande di quanto mi aspettassi, anche a livello mediatico, e quindi da lì, insieme ai miei collaboratori e all’amministrazione comunale, abbiamo deciso di creare qualcosa che durasse nel tempo e che riportasse alla luce quello che è stato il cinema a Santa Marinella negli anni Cinquanta.
Perché tutti questi divi del cinema avevano scelto Santa Marinella come meta di vacanza o set dei loro film? Ho indagato un po’ la storia di ciò che era successo in quegli anni. E in quella serata ho percepito l’interesse da parte del pubblico. Così ho deciso di iniziare questa attività.
All’inizio è stato un lavoro di tipo “storico” e di divulgazione, anche nelle scuole, poi mi è venuta l’idea di creare un Festival e i corsi di cinema. Sicuramente è una bellissima esperienza che ripeterei, ma è molto faticosa. Soprattutto perché questo è un piccolo centro.
Quando 10 anni fa parlavo di cinema mi vedevano come un’aliena, quando Roma era la capitale dei festival e dei corsi. Sicuramente è stato difficile, con pochi fondi, soprattutto inizialmente: questo ha significato tanto volontariato, tanta passione e tanta determinazione. La spinta molto forte che ho avuto nel proseguire per così tanti anni sono stati i giovani.
Quando ho iniziato a vedere che, attraverso i corsi di cinema, i ragazzi sposavano appieno l’idea di imparare a fare cinema, andare avanti è diventata quasi una missione, per me. Oggi alcuni di loro oggi lavorano nel mondo del cinema, soprattutto nell’ambito tecnico: è stata una grande soddisfazione, per me, avergli fatto conoscere il mestiere di fare cinema.
Un’altra grande soddisfazione è stata aver portato la mostra su Bergman e Rossellini all’Istituto Italiano di Stoccolma nel 2015. Vedere un Paese così lontano e culturalmente lontano da noi così accogliente e interessato a quello che stavamo proponendo è stato molto gratificante. E l’anno dopo molte persone che avevano assistito alla mostra e al convegno sono venute a Santa Marinella a visitare i luoghi nei quali Ingrid Bergman aveva passato l’estate per 16 anni”.
Per realizzare queste iniziative, ovviamente, avrai ricevuto un aiuto da parte della famiglia Rossellini…
“Sì. In particolare mi ha aiutato Robertino Rossellini, che è stato la prima persona che ho contattato: è stato lui a fornirmi tutte queste immagini inedite. Isabella l’ho incontrata un paio di volte a Roma, quando invitò la mia famiglia all’Auditorium in occasione del centenario di Ingrid Bergman nel 2015. La cosa carina che fecero fu cambiare leggermente il copione della serata inserendo l’ingresso di due personaggi che erano i miei nonni. Fu un momento molto emozionante per mio padre”.
Tuo padre è cresciuto nella villa Rossellini-Bergman?
“Non solo: ci è proprio nato. Una volta si partoriva in casa, ed è nato lì. Ha vissuto lì fino all’età di 16-17 anni, prima le estati erano molto più lunghe: i bambini si portavano in villeggiatura a maggio e si riportavano in città a ottobre: quindi si passavano 4, 5 mesi insieme, con i figli dei Rossellini-Bergman e altri, come i figli di De Sica.
In quegli anni a Santa Marinella venivano spesso Totò, Alberto Sordi. Al quarantesimo compleanno della Bergman (29 agosto, ndr) l’ospite d’onore era Jean Renoir. Passavano da Santa Marinella anche Rock Hudson e Gregory Peck, che ne era un frequentatore assiduo”.
Parliamo del Festival che hai creato 10 anni: il Santa Marinella Short Film Festival. Cosa possiamo aspettarci dall’edizione di quest’anno?
“La novità è che quest’anno il Festival è stato gestito interamente dai giovani. La mia idea è quella di lasciare questo gioiellino a questo gruppo di ragazzi che ha sposato appieno il progetto. Il mio sogno è che lo porti avanti per tanto tempo e credo che sia giusto il passaggio di consegne perché i giovani possono così dargli la loro impronta.
È importante dare un aspetto più fresco e giovane al Festival, che pian piano deve accogliere i nuovi registi, persone che si confrontano, personaggi famosi che possono dare consigli ai giovani cineasti. Stando a Santa Marinella non possiamo fare un festival di sole proiezioni: per attirare la massa abbiamo cercato di inserire in corollario all’evento esibizioni di danza, canto, recitazione e sfilate con abiti ispirati al cinema. Abbiamo sempre cercato di inserire pillole che potessero arricchire il Festival, facendolo diventare uno spettacolo”.
Secondo te, al momento, il Governo e la Regione fanno abbastanza per valorizzare le iniziative di carattere cinematografico?
“A livello di bandi c’è molto, il problema sono le modalità di fruizione e i requisiti di accesso. Ad esempio, per realizzare il Festival, ci chiedono di anticipare 10.000 euro che poi ci vengono restituiti dopo un anno: un grande Festival, come ad esempio quello di Venezia, vive di grandi sponsor e può permetterselo, ma un piccolo Festival come il nostro fa fatica.
Dovrebbe essere più agevole la fruizione anche per i Festival più piccoli”.
Quali saranno le prossime iniziative della tua associazione, Santa Marinella Viva?
“Malgrado abbia consegnato il Festival ai giovani, ovviamente, continuo ad essere di supporto, soprattutto sulla parte burocratica. L’obiettivo grande che mi sono prefissata per i prossimi 3-4 anni, invece, è quello di creare una vera e propria scuola di cinema riconosciuta dal MIUR, La location ideale sarebbe il Castello di Santa Severa, quindi bisognerebbe coinvolgere anche la Regione Lazio. Ci sto lavorando. Creare una sorta di succursale di qualche scuola romana importante, come la Gian Maria Volonté, che è nata grazie alla Regione. Questo è forse, in assoluto, il mio obiettivo più difficile: e forse è proprio per questo che devo delegare le altre cose”.
Come sogni questa scuola?
“Se parliamo di una scuola riconosciuta dal MIUR dovrebbe avere tutti i criteri di una vera scuola. Io finora ho fatto corsi, che sono un’altra cosa. Vorrei magari il primo anno una classe sperimentale aperta a tutti: ad esempio, l’Istituto Cine TV Rossellini non è aperto solo ai ragazzi che vanno dai 14 ai 18-19 anni ma anche ad una fascia di età più grande in orario serale . Vorrei una situazione del genere. La vorrei aperta a tutti. Mi rendo conto che non è un progetto ambizioso, è ambiziosissimo, però credo che insieme, facendo squadra, ci si possa riuscire”.