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Cloud: la trappola del web tra ossessione e terrore

Cloud è il nuovo thriller horror del regista giapponese Kiyoshi Kurosawa. In corsa agli Oscar 2025, affronta con visionaria lucidità i pericoli della rete.

Kurosawa utilizza elementi visivi inquietanti e una narrazione tesa per rappresentare l’oscurità amplificata dalla rete.

Tra rancori, frustrazioni e violenza.

Nel cast: Masaki Suda, Kotone Furukawa, Masataka Kubota.

Kurosawa il profeta

Filmclub Distribuzione di Minerva Pictures insieme a Rarovideo Channel, distribuiscono in Italia il film Cloud.

Il titolo vuole richiamare il concetto di archiviazione digitale.

Il thriller horror è scritto e diretto dal regista giapponese Kiyoshi Kurosawa, già autore nel 2001 di Pulse (Kairo).

Questo film si aggiunge a Cure, altro suo celebre lavoro attualmente in programmazione nelle sale italiane.
Il pubblico italiano ha così l’opportunità di esplorare la poetica di Kurosawa, spesso profetica e lungimirante.

Infatti fin dai suoi esordi, Kurosawa ha esplorato temi come la distorsione della realtà causata dall’influenza della rete sulla psiche umana.

Questo argomento, oggi più attuale che mai è al centro anche di altri prodotti mainstream. Uno fra tutti Adolescence.

La trama di Cloud

Di giorno è solo un operaio in una fabbrica qualunque. Di notte, però, Ryosuke Yoshi si trasforma in “Ratel”, un venditore online spietato, con un ottimo fiuto per gli affari.

Dispositivi medici, borse di marca, figurine rare: tutto è merce da rivendere.

Basta seguire la regola d’oro: compra a poco, vendi a tanto.

La sua ascesa è fulminea, guadagna bene e velocemente.

Ryosuke abbandona la vita di fabbrica e si tuffa a capofitto nel suo impero digitale.

Ma poco a poco quella che sembrava solo un’attività redditizia si trasforma in una trappola inquietante.

Rancori silenziosi si moltiplicano, l’odio cresce tra le ombre della rete. Ryosuke si ritrova intrappolato in un incubo che sfugge al controllo, dove ogni clic può scatenare il caos e la paura serpeggia dietro ogni schermata.

Cosa vuole comunicarci Kurosawa con Cloud

Fin dalle prime scene le intenzioni del regista sono ben chiare.
La storia di Yoshii simboleggia una realtà globale: l’invidia verso i successi altrui, l’amplificazione delle frustrazioni personali e tutti gli effetti tipici dell’abuso dei social network.

Una società in cui chiunque può diventare vittima.

La malvagità si diffonde in modo inaspettato e incontrollabile, l’odio seminato si diffonde nella rete e si trasforma in un’oscura follia collettiva.

In realtà Kurosawa aveva anticipato le paure legate al web già nel 2001, con Pulse (Raiko). In quell’occasione la rete era stata rappresentata come un canale per spiriti inquieti.

Ora, con Cloud, esplora come il mondo digitale amplifichi l’oscurità umana, mostrando un’umanità travolta da odio online, fake news e diffamazioni.

Il tutto reso con una regia curata: venti e luci inquietanti, dialoghi angosciosi, atmosfere cariche di tensione e una narrazione che alterna suspense e azione cruda.

L’uscita di Cloud in Italia

IProiezione in anteprima il 13 aprile durante la 21ª edizione dell’Asia Film Festival di Roma al Cinema Farnese Arthouse.

Nelle sale uscirà ufficialmente il 17 aprile.

Dopo essere stato presentato anche alla Mostra del Cinema di Venezia e al Toronto International Film Festival, Cloud è stato scelto dal Giappone come candidato ufficiale per l’Oscar 2025 come Miglior Film Internazionale.

Ma il film ha già raccolto premi e riconoscimenti: è stato infatti premiato a Cannes e Venezia e nominato Ufficiale dell’Ordine delle Arti e delle Lettere in Francia nel 2024.

 

Sara Cambi

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