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“Il Mostro” domina le classifiche Netflix

La serie Il Mostro di Stefano Sollima debutta in vetta su Netflix: un trionfo italiano che trasforma un caso di cronaca in successo globale.

C’è un nuovo fenomeno italiano che sta facendo parlare il mondo intero. Si chiama The Monster of Florence, da noi Il Mostro, la miniserie Netflix firmata da Stefano Sollima e Leonardo Fasoli, e in pochi giorni è balzata in cima alla classifica globale delle serie più viste sulla piattaforma.

Lanciata il 22 ottobre, la serie è arrivata al numero uno in 44 Paesi e nella top 10 di ben 85 territori nel periodo compreso tra il 20 e il 26 ottobre, secondo i dati ufficiali diffusi da Netflix. Un risultato impressionante per una produzione italiana, che raramente riesce a imporsi con questa forza nel panorama internazionale.

Una storia true-crime che non smette di inquietare

Il “Mostro di Firenze” è una ferita ancora aperta nella memoria collettiva italiana. Tra il 1968 e il 1985, una serie di omicidi sconvolse la quiete della campagna toscana: coppie uccise in auto, la notte, nei dintorni di Firenze, sempre con la stessa arma, sempre con una ritualità crudele. La verità, nonostante decenni di indagini, processi e teorie, non è mai stata del tutto trovata.

Il trionfo de Il Mostro non arriva per caso. Negli ultimi anni, il pubblico globale ha dimostrato un vero e proprio appetito per le serie e i documentari true-crime, dalle produzioni statunitensi come Mindhunter e l’antologia di Monster, fino ai titoli europei più recenti. Questo crescente interesse per le storie vere di crimine, indagini e misteri ha fatto sì che milioni di spettatori si avvicinassero alla serie italiana di Netflix con curiosità.

Un successo nato dal realismo

Il segreto del successo globale de Il Mostro sta nella sua autenticità. Sollima, già regista di Suburra e Romanzo criminale, rinuncia al sensazionalismo per concentrarsi sull’atmosfera: una Toscana cupa, quasi sospesa nel tempo, fotografata con luce naturale e silenzi inquieti.
Il racconto non si limita alla caccia al killer: esplora le ossessioni di un Paese, il peso del sospetto e la fame di verità che diventa, essa stessa, una forma di follia collettiva. Il riconoscimento della serie – distribuita in più di 190 Paesi – è anche la prova di come le storie locali possano diventare universali.

Un segnale per la serialità italiana

Con questo risultato, l’Italia conferma di saper competere su scala globale senza imitare nessuno. Il Mostro non cerca di “americanizzarsi”: parla la sua lingua, usa il suo ritmo, e conquista.
Per l’industria audiovisiva italiana, è un momento di svolta. Il successo della serie potrebbe aprire nuove porte a produzioni originali, magari più coraggiose e radicate nel territorio.

Miriam Gallinelli

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