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Marvel, i film sono sempre più politici: il dibattito
Marvel, i temi della politica americana invadono i film di supereroi: Anthony Mackie e Julius Onah aprono il dibattito. A partire dall’ultimo Captain America.
Anthony Mackie e il dibattito sulla politica in Marvel
Anthony Mackie, noto per il suo ruolo di Falcon nel Marvel Cinematic Universe, affiancato dal regista Julius Onah ha recentemente aperto una discussione sulla crescente presenza di tematiche politiche nei film Marvel.
Durante un panel, hanno esplorato come i film di supereroi stiano iniziando a riflettere questioni sociali e politiche più esplicitamente rispetto al passato.
La visione di Julius Onah e l’evoluzione del cinema supereroistico
Julius Onah, che ha diretto diversi film di successo, ha condiviso la sua visione su come il cinema supereroistico possa essere un mezzo per trattare temi rilevanti, come la giustizia sociale e i diritti civili. Ha sottolineato l’importanza di narrare storie che non solo intrattengano, ma che stimolino anche riflessioni e dialoghi su temi di attualità.
Si tratta di un tema di grande attualità, tornato in voga con l’anteprima mondiale di Captain America: Brave New World, al margine della quale proprio Onah, regista del film, aveva parlato dell’intento di offrire al pubblico una “fuga dalla realtà”.
Il parallelismo con gli USA di Donald Trump
Eppure la trama del film mostra un importante parallelismo con la realtà statunitense: nel quarto film di Captain America, infatti, dopo che i suoi crimini passati vengono rivelati, il presidente degli Stati Uniti si trasforma in un grande mostro rosso che finisce per distruggere la Casa Bianca prima di accettare con dignità la propria condanna.
Un personaggio, quello di Thaddeus “Thunderbolt” Ross alias Red Hulk, che somiglia fin troppo da vicino al neoeletto presidente USA Donald Trump. L’attore che lo interpreta, Harrison Ford, ha rifiutato con decisione questo parallelismo e la conseguente politicizzazione del film.
Che i film di supereroi, da semplici prodotti di intrattenimento, si siano trasformati in potenti strumenti potenziali di commento e denuncia sociale?
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