Parthenope, il nuovo film di Paolo Sorrentino, è stato proiettato ieri in anteprima mondiale al Festival di Cannes. La pellicola è in gara per la Palma D’Oro.
L’attesa è finita, Parthenope è stato presentato in anteprima al mondo. L’unica pellicola italiana in gara a Cannes 77 ha già conquistato i cuori dei fortunati che hanno assistito all’evento.
In queste ultime ore a Cannes, le varie maestranze del cinema non fanno a meno che parlare del nuovo film di Paolo Sorrentino.
Definito dalla critica la sua nuova “Grande Bellezza”, il regista napoletano premio Oscar firma la sua ode definitiva, incantevole e lancinante. Sorrentino racconta il mistero della giovinezza, e come in E’ stata la mano di Dio il mistero della sua città natale, Napoli.
Il film rappresenta il viaggio della bellissima e incantevole Parthenope. E’ il viaggio della sua vita, la crescita, la fine della sua giovinezza, l’illusione di un adolescente quando inizia a vedere il mondo con gli occhi di un adulto.
Il lungo viaggio di Parthenope è “abitato dalla passione inesorabile per la libertà, per Napoli e gli imprevedibili volti dell’amore. I veri, gli inutili e quelli indicibili, che ti condannano al dolore. E poi ti fanno ricominciare”, spiega il regista, che nel film precedente raccontava qualcosa della sua giovinezza (segnata dal lutto della perdita dei genitori) e questa volta, invece, sembra voler immaginare una giovinezza altra, idealizzata, incarnata da una donna e dal suo rapporto con lo scorrere del tempo, donna che Sorrentino fa nascere filmicamente con quella magnifica sequenza di Parthenope, diciottenne, che fuoriesce dal mare come una splendida dea mitologica.
Le maestranze lo hanno anche definito un racconto epico, intrigante, sulla lunghezza della vita. Ma è soprattutto una ricerca “sorrentiniana” commovente, di sé stessi, e di una cinema ancora sublime e al solito conturbante.
Paolo Sorrentino è il Federico Fellini dell’epoca moderna, non amare il suo cinema significa non amare la vita.
In Parthenope Sorrentino con il suo stile narrativo tira fuori un altra storia struggente e racconta come solo lui sa fare, la poetica della nostalgia. Un film gigante di lentezza visionaria, diseguale e ricco, impudente e scenografico, con lampi di follia.
Come in È stata la mano di Dio accomuna fratelli e sorelle, amici e zii di fronte alla bellezza di Napoli. Presentando personaggi come sempre eccentrici, caratteristici e allo stesso tempo eleganti.
Al termine dell’anteprima, il pubblico di Cannes presente in sala, ha omaggiato la pellicola con una Standing Ovation di dieci minuti.
“Questo film è per me una celebrazione del viaggio della mia vita”, ha detto emozionato Sorrentino. “Ringrazio Fremaux, per avermi fatto cominciare qui 20 anni fa il mio viaggio nel cinema”.
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