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The Running Man

The Running Man, Glen Powell corre per la vita nel trailer

The Running Man torna in versione moderna con Glen Powell protagonista: Edgar Wright riscrive il cult degli anni ’80 con un nuovo cast e tanto stile.

The Running Man è pronto a tornare sul grande schermo. Il remake, affidato alla regia di Edgar Wright (Baby Driver, Ultima notte a Soho), si ispira al romanzo del 1982 di Stephen King, già adattato nel celebre film del 1987 con Arnold Schwarzenegger.

Nella pellicola originale, Schwarzenegger interpretava Ben Richards, un uomo comune costretto a partecipare a un letale gioco televisivo per guadagnare soldi e libertà in una società dominata dai media e dalla violenza.

Oggi Wright promette di aggiornare la storia con il suo stile, riportando sullo schermo una distopia che, tra reality e voyeurismo social, sembra più attuale che mai.

Glen Powell raccoglie l’eredità di Schwarzenegger

A guidare questa nuova versione ci sarà Glen Powell, fresco del successo di Hit Man – Killer per caso, Tutti tranne te e Twisters. L’attore intepreterà Ben Richards, un operaio disperato che accetta di diventare un ‘corridore’ per salvare la figlia malata. Il suo avversario? Un’intera nazione affamata di spettacolo e sangue.

Accanto a Powell, un cast di assoluto livello: Josh Brolin vestirà i panni del produttore senza scrupoli Dan Killian, mentre Colman Domingo sarà Bobby Thompson, il carismatico conduttore del game show. Katy O’Brian interpreterà una concorrente, Lee Pace sarà il letale cacciatore Evan McCone e Michael Cera un ribelle pronto ad aiutare Ben nella sua fuga.

The Running Man, Edgar Wright riscrive il mito

Edgar Wright non si limita a dirigere: firma anche la sceneggiatura insieme a Michael Bacall, già co-autore di Scott Pilgrim vs. The World e 21 Jump Street. L’obiettivo? Restituire a The Running Man la carica e l’energia del romanzo di King, dando nuova linfa a un concept sempre attuale: l’intrattenimento che divora la vita.

Con uno sguardo moderno sulla distopia, il remake punta a conquistare nuove generazioni, dimostrando che Ben Richards, ieri come oggi, non corre solo per sé stesso, ma per svelare un sistema corrotto a chi non vuole più restare a guardare.