Trieste Film Festival 2025: il film d’esordio della regista lituana Saule Bliuvaite si è aggiudicato il Premio Trieste alla 36^ edizione del festival.
Classe 1994, la giovane Saule Bliuvaite si è portata a casa il primo premio al Trieste Film Festival 2025 che si è concluso ieri. Toxic, il suo film d’esordio, si era già aggiudicato il Pardo d’oro al Locarno Film Festival 2024 e anche in questa occasione è riuscito a colpire i membri della Giuria.
Il film vincitore della 36^ edizione del Trieste Film Festival racconta la storia di due ragazzine che vivono in un piccolo paesino rurale della Lituania. Le due giovani donne decidono di partecipare a un casting di modelle e questa scelta le metterà a dura prova. In particolare, dovranno fare i conti con gli standard di bellezza che dominano quel mondo e questo minerà il rapporto che le giovani protagoniste hanno tra di loro e con il proprio corpo.
Quello di Toxic è un racconto che riflette perfettamente i nostri tempi. Il culto del corpo, l’ideale di bellezza e perfezione irraggiungibile e la rivalità spietata sono le caratteristiche che regnano nel mondo della moda occidentale oggi. Un film quindi realistico, duro e assolutamente attuale che è riuscito a colpire la sensibilità della giuria e si è meritato il premio tanto ambito.
Il principale appuntamento italiano dedicato al cinema dell’Europa centro-orientale si è concluso il 24 gennaio e oltre al lituano Toxic altri film sono stati degni di nota. Il premio per la menzione speciale della Giuria è stato assegnato a Lesson Learned di Balint Szimler, regista ungherese anch’egli alla sua opera d’esordio. Il premio per il miglior documentario è andato invece alla coproduzione rumeno-tedesco-olandese Tata di Lina Vdovii e Radu Ciorniciuc.
Il miglior cortometraggio è stato invece Night of passage dell’austriaco Reza Rasouli mentre il Premio Corso Salani è andato all’italiano Il canto di Alina di Ilaria Braccialini e Federica Oriente. Il Premio del Pubblico per il Miglior Lungometraggio è stato inoltre vinto da Three kilometers to the end of the world del regista rumeno Emanuel Parvo. Il pubblico ha poi confermato Tata come miglior documentario e ha eletto The man who could not remain silent di Nebojsa Slijepcevic (Croazia, Bulgaria, Francia, Slovenia) come miglior cortometraggio.
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