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A Family Affair, la recensione su Almanacco Cinema

A Family Affair, la recensione su Almanacco Cinema

Distribuito su Netflix a partire dal 28 giugno, A Family Affair è attualmente al secondo posto della Global top 10 della piattaforma. Noi di Almanacco Cinema lo abbiamo recensito per voi.

La formula è quella della commedia romantica. La regia quella di Richard LaGravenese, già regista di PS. I Love You e sceneggiatore de I ponti di Madison County. I volti quelli di Zac Efron, Nicole Kidman e Joey King. Gli ingredienti per un buon prodotto c’erano tutti. Tuttavia, A Family Affair, pur essendo un film che si lascia guardare, non convince.

Innanzitutto, il film era chiaramente proiettato verso una programmazione natalizia. L’uscita era prevista 17 novembre ed è slittata per via dello sciopero SAG che si è protratto da luglio a novembre. Pertanto, troviamo abeti decorati, regali, cene di famiglia, un’ambientazione curiosa a meno che non siate degli #inverners già nostalgici delle lucine natalizie.

Sui titoli di testa le immagini, con una voice over da testata giornalistica, ci presentano il protagonista del film. Chris Cole (Zac Efron) è una star del cinema super pop, quello delle saghe e dei supereroi. Passerelle, copertine, autografi: l’intro ricorda moltissimo quello con cui Notting Hill presenta Anna Scott senza, però, l’aura di Julia Roberts.

Lo sviluppo, tuttavia, non ruota intorno alla storia d’amore tra la star e la persona comune. A Family Affair mette al centro della narrazione più di una tematica: il lutto, l’indeterminatezza giovanile, ma soprattutto il rapporto madre-figlia.

A Family Affair: la trama

La ventiquattrenne Zara (Joey King) lavora come assistente personale della star Chris Cole. Pieno di sé e per nulla indipendente l’attore la costringe a una vita particolarmente frenetica. Zara fa la spesa per lui, lo segue ovunque, e svuota gli appartamenti delle sue ex dalle sue cose. Tutto questo sotto la costante minaccia di essere licenziata.

La ragazza resiste nella speranza che dopo tale gavetta sarà promossa a sua produttrice esecutiva. Quando, però, capisce che verrà sempre e solo sfruttata si licenzia. Chris, resosi conto di quanto abbia bisogno della sua assistente, va da lei ma incontra sua madre, Brooke (Nicole Kidman).

Brooke è una vedova, scrittrice di talento che con fatica sta tornando a lavorare sostenuta dall’ex suocera (Kathy Bates). È una donna che dalla morte di suo marito, dieci anni prima, si è dedicata anima e cuore a sua figlia. L’incontro con Chris risveglia qualcosa in lei e i due finiscono a letto insieme. La scoperta della relazione tra la madre e il suo capo getterà Zara nel panico, rompendo tanto il suo equilibrio familiare quanto quello lavorativo.

No chemistry no romcom

È una “questione di chimica” cantavano Donatella Rettore e Ditonellapiaga a Sanremo qualche anno fa. Ed è proprio quella che manca in A Family Affair. Al di là di una sceneggiatura non memorabile forse il più grande difetto del film sta proprio nella mancanza di sintonia tra i due protagonisti.

A Family Affair, la recensione su Almanacco Cinema

In un genere molto stereotipato, strutturalmente prevedibile, laddove scrivere una bella sceneggiatura forse è più difficile che in altri contesti, l’intesa può davvero fare la differenza. Nicole Kidman e Zac Efron faticano a essere davvero credibili come coppia. Nei loro scambi e nei loro sguardi manca la scintilla, e per questo lo spettatore fa fatica a emozionarsi.

L’attrazione è esplicitata ma non percepibile. Tuttavia, il momento in cui si lasciano andare, anche se privo di erotismo, dà avvio alla scena più genuinamente esilarante del film. Zara vive un doppio trauma: sorprende la madre e letto con un uomo, e quell’uomo è il suo odioso capo.

A Family Affair: Zara

A Family Affair si presenta come una romcom sui generis. La relazione meglio approfondita (e anche più verosimile) è, infatti, quella tra Zara e Brooke. Per tornare al paragone con Notting Hill, le locandine sono molto simili. Le due star poste sui cartelloni pubblicitari e i corrispettivi interessi romantici davanti. Se in Notting Hill, però, Hugh Grant è solo, Nicole Kidman è affiancata da Joey King. Ed è Zara la vera protagonista del film.

Il suo è il personaggio meglio sviscerato di A Family Affair, e anche quello che compie l’arco di trasformazione più completo. Zara vive la tipica precarietà dei giovani d’oggi a cui nessuno sembra consentire una soluzione.

In uno degli scambi più limpidi lamenta a Chris di averle promesso che avrebbe fatto parte del suo team produttivo. Lui le risponde che non ha la minima esperienza nella produzione. Lei ribatte che mai ne avrà se lui non le permette di fare un primo passo, relegandola continuamente a compiti irrilevanti. Una dinamica questa, in cui molti ragazzi si riconosceranno.

Brooke e Zara: due generazioni a confronto

Uno dei temi del film è il rapporto tra una madre vedova e una figlia ancora alla ricerca di sé stessa. Se Zara vive un’incognita professionale, Brooke è invece in un certo senso “bloccata” dalla morte di suo marito Charlie. Chris, da questo punto di vista, è una boccata d’aria fresca, è la miccia che le permette di tornare a bruciare.

Il tema della figlia che deve imparare a considerare la mamma anche e soprattutto come una donna, seppur interessante, non viene sviluppato in modo chiaro. Il problema di Zara, almeno in tutta la prima parte del film, sembra essere un altro. Non è neanche l’age gap a cui si fa riferimento solo con una breve battuta, ma piuttosto la personalità di Chris.

A Family Affair

Lei lo conosce e l’ha visto lasciare senza pietà (ma con un regalo di congedo) chissà quante donne. Inoltre, sa come lui si comporta con lei, quanto la tenga sotto scacco trattandola spesso senza empatia. Non sembra minacciata dalla felicità della mamma, come le viene più volte detto, quanto dalla repulsione che prova verso di lui.

In ogni caso, la risoluzione finale tra le due è uno dei rari momenti in cui il film riesce a toccare corde più profonde.

In conclusione

A Family Affair è un film senza pretese. Probabilmente non resterà negli annali, ma scorre comunque non privo di momenti spassosi e di qualche dialogo che funziona bene. Un punto a favore è la colonna sonora che spazia da classici come Believe di Cher alla recente Love on di Selena Gomez.

Zac Efron e Nicole Kidman, evanescenti in coppia, risultano più efficaci nelle loro interazioni con gli altri personaggi. L’interpretazione più incisiva è quella della Zara di Joey King, tra i tre forse quella più a fuoco e più autentica. Un plauso, inoltre, a Kathy Bates, ottima nei panni della saggia nonna di Zara.

Il cinema, come microcosmo con le sue paranoie, non viene risparmiato. La star è arrogante, insicura, bisognosa, e anche non particolarmente colta. Inoltre, non c’è nel film alcun tentativo di far sì che ci faccia compassione, e questo è certamente onesto.

Non lo consiglierei a chi in genere non ama le romcom, o a chi è alla ricerca di una storia d’amore appassionante. Se, però, non siete particolarmente esigenti e avete voglia di passare un paio d’ore di leggerezza allora potrebbe fare al caso vostro.

Recensione a due stelle su Almanacco Cinema