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Black Doves, la recensione su Almanacco Cinema

Black Doves, la recensione

È arrivata su Netflix Black Doves, la nuova spy story di revenge al femminile con protagonista Keira Knightley.

Se a Natale preferite fare il rewatch di Die Hard piuttosto che di The Holiday, questa serie fa per voi. In Black Doves c’è tanta azione, ci sono spie, inseguimenti, omicidi e amanti, tutto contornato da un’atmosfera dark dove gli unici colori caldi sono quelli delle luci natalizie. La nuova serie di Netflix, ideata da Joe Barton, già autore di Giri / Haji – Dovere / Vergogna  e di The Lazarus Project, è una valida alternativa ai classici film di Natale, se siete più tipi da sparatorie e inseguimenti che da baci sotto il vischio.

La trama

Ambientata a Londra, Black Doves, è un’avvincente serie che intreccia spionaggio, intrighi politici e passioni proibite. La protagonista è Helen Webb (Keira Knightley), una spia sposata da oltre un decennio con il Ministro della Difesa del Regno Unito dal quale trafuga informazioni riservate e le consegna all’organizzazione clandestina delle Black Doves di cui fa parte. La doppia vita di Helen si complica drammaticamente quando il suo amante segreto, Jason (Andrew Koji), viene brutalmente assassinato. Determinata a scoprire la verità, Helen si allea con il suo amico Sam (Ben Whishaw), ex guardia del corpo e ora sicario, finendo in una rete di intrighi tra bande malavitose londinesi e personaggi ai vertici della politica internazionale.

Nel corso di sei episodi, la serie si districa tra cospirazioni, tradimenti e violenti scontri. Black Doves parte come un’intensa storia di revenge al femminile e si evolve in una spy story ricca di colpi di scena introducendo anche gli elementi del romance. Adrenalina, tensione e relazioni pericolose si intrecciano in questo avvincente dramma dove ogni scelta può essere fatale e nessuno è davvero chi sembra.

Black Doves, la recensione su Almanacco Cinema

Il cast fa la differenza

Il cast è impeccabile, con una Keira Knightley che domina la scena: versatile, magnetica e autoironica. Conosciuta per ruoli romantici o avventurosi in film come Pirati dei Caraibi, Love Actually e Orgoglio e Pregiudizio (del quale si vocifera un possibile adattamento Netflix, clicca qui per sapere di più!), Knightley debutta qui nei panni di una spia. Una sfida che affronta con naturalezza, destreggiandosi tra lotte, sparatorie e inseguimenti. La sua interpretazione di Helen Webb mette in luce un dualismo complesso: da un lato, una delle migliori reclute delle Black Doves, capace di sacrificare anni della sua vita in un matrimonio di facciata per il bene della missione; dall’altro, una madre e amante disposta a tutto pur di proteggere e vendicare chi ama. Questo contrasto, benché complesso, si manifesta in un personaggio freddo e calcolatore, che cerca di trovare una profondità emotiva nei flashback con l’amante Jason e nei rari momenti familiari con i figli e il marito.

Altro grande protagonista della serie è Ben Whishaw, ormai veterano del genere spy/thriller grazie al suo ruolo dell’Agente Q nella saga di James Bond. Qui si cala nei panni di Sam, un personaggio sfaccettato, freddo assassino ma anche amante nostalgico. Whishaw, con il suo inconfondibile talento, riesce a unire abilità tecnica e intensità emotiva.

Black Doves: pregi e difetti della trama

Black Doves mescola tensione, spionaggio e un raffinato humour nero britannico, un tratto distintivo che arricchisce la narrazione senza appesantirla. Tuttavia, oltre al semplice intrattenimento, la trama tenta di esplorare temi più profondi, come la complessità delle relazioni umane e il conflitto tra apparenza e realtà.

Nonostante questo intento, la narrazione, pur godibile, potrebbe risultare meno incisiva per gli appassionati del genere o per un occhio più esperto. La sceneggiatura e la regia sono ambiziose ma non sempre all’altezza, puntano a un racconto sofisticato, ma finiscono per smarrirsi nel tentativo di condensare troppo materiale nei sei episodi della stagione.

I personaggi sono ben scritti anche nelle loro sfumature, riescono a conquistare l’empatia dello spettatore nonostante il loro lato oscuro (del resto parliamo di assassini, spie e sicari). Tuttavia, il ricorso quasi esclusivo ai flashback per sviluppare le loro backstory, lascia un po’ a desiderare, rendendo il racconto a tratti superficiale e le vicende principali un po’ affrettate. In compenso, i colpi di scena non mancano e mantengono viva l’attenzione.

Un plauso particolare va al comparto tecnico, con una fotografia e un sound design che alzano il livello della produzione, conferendo alla serie il taglio di un thriller di grande impatto visivo.

Riconfermata per una seconda stagione, Black Doves si presenta come un prodotto di intrattenimento pienamente godibile, ideale per chi cerca una serie di spionaggio avvincente ma non troppo impegnativa. Non aspira a rivoluzionare il genere o a diventare un nuovo classico dello spy-thriller ma, nel suo equilibrio tra leggerezza e tensione, trova un suo posto e un suo pubblico.

Black Doves di Joe Barton è disponibile su Netflix, ecco il trailer:

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