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Dumb Money – Non chiamateli sprovveduti, o forse si?
Dopo tanta attesa arriva anche in Italia Dumb Money – Non chiamateli sprovveduti. Il nuovo film di Greg Gillespie è ora disponibile su Prime Video.
A quasi un’anno di distanza dall’uscita americana Dumb Money arriva anche in Italia. Ma ad attendere il nuovo film di Greg Gillespie (Io, Tonya) ed il suo enorme cast non è il cinema. 01 Distribution ha invece deciso di puntare ad un sempre triste e silenzioso rilascio streaming su Prime video.
Basato sul libro The Antisocial Network, Dumb Money racconta la vera storia del vlogger Keith Gill. Keith vede un’opportunità nell’investire denaro nelle azioni di Gamestop. Mentre man mano riporta online tutti gli avvenimenti, molti decidono di seguire il suo esempio ed investire in borsa sul negozio. L’evento smuove Wall Street ed ha conseguenze completamente inedite sugli investitori.
I troppi obbiettivi di Dumb Money
Siamo davanti a un’opera il cui senso mi sfugge, in tutta onestà. Dumb Money è una commedia biografica che non riesce a bilanciare i due elementi. Cerca di raccontare molto in termini politici, ma senza mai prendere una direzione chiara. Finisce per disperdersi in un labirinto di, assolutamente giuste, tematiche.
Come commedia compie un lavoro comunque discreto portando molteplici simpatiche parentesi, in particolar modo con il personaggio di Pete Davidson e la meta narrativa social. Ma ciò non basta e Dumb Money si sorregge troppo su un eccessivo e distraente cast protagonista. Crea una narrazione che per i primi due atti non riesce ad intrattenere o interessare al pubblico. Peggio ancora, non sembra interessato a provarci.
Chiunque avesse Twitter o Reddit nel 2021 conosce questa delirante storia. Dumb Money racconta un evento che anche a distanza di anni sembra più un sogno lucido che la realtà. Ma il film decide prevalentemente di raccontarlo nel modo più semplice e generico possibile.
Solo nel terzo atto decide di andare in territori più divertenti, aggressivi e politici. Ma per i primi due, la sceneggiatura non riesce a trovare un’approccio costante. Cerca fin troppo spesso di far arrivare al pubblico lo stesso messaggio. Messaggio di ribellione che si va disperdere, piuttosto che argomentare, tra le tante narrazioni.
Il nuovo film di Craig Gillespie
Il regista Craig Gillespie ha nella sua carriera dimostrato grande mano e stile. Basti vedere il suo Crudelia, che nonostante i suoi difetti riesce a catturare lo spettatore grazie al suo distinguibile carattere. Ma per Dumb Money a malapena sembra essersi presentato sul set.
Non c’è ispirazione o stile. Dumb Money non è mal girato o caratterizzato da problemi tecnici, ma quasi risulta privo di voglia o intenzioni tecniche. Fatta eccezione per alcune interessanti sequenze sembra ci si trovi davanti a un’opera prima piuttosto generica. La fotografia di Nicolas Karakatsanis, solito collaboratore di Gillespie, è stavolta noiosa e generica. Il montaggio di Kirk Baxter (The Social Network) non riesce, sorprendentemente, a creare il ritmo e la tensione desiderata.
Talvolta il film sembra assomigliare più a un’ottima pubblicità piuttosto che un prodotto cinematografico. A tal punto da farmi chiedere come mai abbiano puntato a una, ignorata, release cinematografica piuttosto che in streaming. Gillespie tristemente delude e il film, nonostante la sua contenuta durata, ha diverse sequenze che mancano di intrattenimento.
Fin troppi personaggi
Il grande cast è utilizzato alquanto maldestramente. Paul Dano è il nostro protagonista Keith Gill, o Roaring Kitty. Dano è un grande attore e porta una buona performance, ma è quantomeno difficile riuscire ad identificarlo come uno streamer. Keith non è un personaggio particolarmente interessante e viene costantemente oscurato dal cast di supporto. Ci viene raccontata la sua storia, ma non la sua persona. Lo spettatore si trova quindi in uno stato di lontananza emotiva dal protagonista. Distanza ancora più accentuata da quella visiva, con un Paul Dano che sembra completamente fuori luogo.
Seth Rogen, America Ferrara, Nick Offerman, Pete Davidson, Myha’la, Sebastian Stan, Shailene Woodley, Vincent D’Onofrio e tanti, tanti altri. Il cast di supporto in questo film è enorme. Ma sembra anche essere un metodo per distrarre lo spettatore piuttosto che per raccontare la grandezza dell’evento. I tanti attori portano buone performance ma che non riescono a salvare ciò che manca alla sceneggiatura. In particolare la coppia Riri e Harmony risulta finta e completamente priva di quella carica sessuale che il film cerca di dargli. Come per gli altri personaggi, queste risultano genuine unicamente grazie al talento delle attrici.
A risaltare prevalentemente sono i personaggi di Pete Davidson e America Ferrara. Davidson interpreta David, fratello di Keith, fra tutti è forse l’unico che riesce a sembrare una persona reale, tra pregi e difetti. Il classico e costante carisma di Davidson rende il personaggio irresistibile e ruba costantemente la scena. America Ferrara invece interpreta Jenny, un’infermiera e madre single che fa affidamento ai consigli di Roaring Kitty. Ferrera porta indubbiamente l’interpretazione più convincente e più profonda. Jenny, nonostante porti lo stesso problema di molti altri personaggi, risulta più umana e caratterizzata.
In conclusione
Dumb Money non ci riesce. E in tutta onestà non mi sembra ci abbia provato granché. Il film è un lungo percorso verso un ottimo e avvincente terzo atto, ma che non basta a tenere unita l’opera. Anche commedia non funziona male, ho riso più volte ed ho trovato la rappresentazione di Reddit in parte esilarante. Complessivamente viene presentato un prodotto che non mi sento di definire brutto, ma semplicemente pigro.
Dalla sceneggiatura alla tecnica, è spesso tutto molto blando. È un film tra gli schemi, per una storia che ne vive completamente al di fuori. Il cast aiuta lo spettatore a mantenere l’attenzione e gli attori, per quanto non vengano troppo spesso supportati dalla sceneggiatura, fanno del loro meglio per intrattenere. Ma un’abbondanza di personaggi e di star non è un sostitutivo adeguato per la mancanza di una grande narrazione.
Non considero il cinema come un’ottimo mezzo di informazione, molto viene tradotto per intrattenere o per interpretazione autoriale. Ma Dumb Money può risultare interessante per chi non conosce gli avvenimenti e si vuole informare. Se non si ha voglia di leggersi il libro, che non ho letto, o di aprire Wikipedia è una alternativa abbastanza decente che racconta bene o male ogni aspetto della storia. Ma non ha molto altro da dire oltre a questo e non affronta niente che non sia già stato affrontato.