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Parigi, 13 Arr. - Almanacco Cinema

Film da scoprire: Parigi, 13 Arr. – La recensione

La recensione di Parigi, 13 Arr. – Les Olympiades (2021) di Jacques Audiard. Un bellissimo ritratto, in bianco e nero, di una giovane generazione parigina.

Les Olympiades è il quartiere del 13° arrondissement di Parigi. Venne chiamato così perché costruito nel 1970, dopo i Giochi Invernali di Grenoble. Non a caso ognuna delle torri abitative porta il nome di una città sede delle Olimpiadi: Atene, Città del Messico, Tokyo, eccetera.

L’operazione immobiliare non venne apprezzata molto dai suoi ipotetici destinatari borghesi, diventando così meta di immigrati (soprattutto cinesi), che hanno trasformato la zona in un concentrato di etnie diverse e rendendo Les Olympiades un esempio della Francia multietnica.

Parigi, 13 Arr., il bel film che consigliamo oggi, si ambienta qui.

Informazioni su Parigi, 13 Arr.

Durata: 106′. 

Il titolo originale è proprio Les Olympiades e, come si sarà intuito, il film è una produzione francese. Il film è stato girato tra settembre e dicembre 2020, in piena emergenza Covid.

Per la prima volta nella sua carriera, il regista Jacques Audiard firma anche la sceneggiatura, insieme a Céline Sciamma e Léa Mysius, ispirandosi alle graphic novel di Adrian Tomine. In particolare i racconti Amber Sweet e Morire in piedi, contenuti in Morire in piedi (2015) e Hawaiian Getaway, contenuto in Summer Blonde (2002).

Parigi, 13 Arr. - Almanacco Cinema

La decisione di utilizzare il bianco e nero è stata una precisa direttiva del regista al direttore della fotografia, Paul Guilhaume.  Gli ha chiesto, infatti, di girare “in un bianco/nero brillante come le fotografie di Anders Petersen“.

«Ho voluto il bianco e nero,» dice lo stesso regista. «Per mostrare Parigi in un altro modo, perché il bianco e nero è ormai uno standard del passato, io invece lo considero uno standard dell’era moderna, un modo per mostrare una Parigi che non fosse troppo romantica, museale o piccola ma graficamente complessa. Il bianco e nero potrebbe ad esempio dare l’impressione di trovarsi in una metropoli asiatica.»

Presentato in anteprima il 14 luglio 2021 in concorso alla 74ª edizione del Festival di Cannes, Parigi, 13 Arr. è stato distribuito nelle sale cinematografiche francesi e belghe a partire dal 3 novembre dello stesso anno. In Italia è uscito il 24 marzo 2022. Parigi, 13 Arr. finisce per incassare nel mondo 2 480 870 $.

Cast: Lucie Zhang, Makita Samba, Noémie Merlant, Jehnny Beth, Camille Léon, Océane Cairaty, Anaïde Rozam.
Montaggio: Juliette Welfling.
Scenografia: Mila Preli.
Costumi: Virginie Montel.
Musiche: Rone.

La trama

Quattro vite con i rispettivi interrogativi esistenziali, quattro destini che si intrecciano sullo sfondo dei grattacieli parigini di Les Olympiades. Emilie (Zhang) incontra Camille (Samba), del quale si innamora ma che finisce per essere attratto da Nora (Merlant), timida ragazza arrivata a Parigi per studi e che a sua volta incrocia il cammino di Amber Sweet (Beth), cam girl che la “riconnette” col mondo . Tre ragazze e un ragazzo in un mondo liquido in cui si ridefinisce l’amore moderno.

La recensione no spoiler di Parigi, 13 Arr. – Les Olympiades

Film consigliatissimo. Potrebbe sembrare un mattone e invece è un’ora e tre quarti che scorre liscia come l’olio. Audiard, Sciamma e Mysius sono bravissimi  a costruire dei personaggi sfaccettati e con i quali si entra subito in sintonia.

Il mio preferito è stato senza dubbio quello di Nora ed in particolare tutta la storia che la riguarda.

Oltre a far tenerezza lei per il suo carattere ingenuo e per la disavventura che le capita, è anche molto bello il fatto che per un po’, quando te la presentano, si mantenga un minimo di dubbio se possa essere o meno una sosia di Amber Sweet o lei stessa che stia cercando di cambiare vita.

Il modo in cui le due arriveranno a compensare le proprie solitudini, arrivando ad aver bisogno l’una dell’altra, è un qualcosa di dolcissimo e certamente il rapporto migliore di tutto il film.

Parigi, 13 Arr. - Almanacco Cinema

Ottima la fotografia, soprattutto nei momenti in cui i personaggi attraversano il loro picco drammatico, con la luce che si offusca su di loro. L’unica scena a colori è quella dell’esibizione di Amber, che dura comunque pochi secondi.

La musica elettronica è altamente azzeccata e, oltre a favorire l’immersione nel mondo offerto dal regista, pulsa quasi di un senso si riscossa che cercano anche gli stessi personaggi (un esempio è Camille che, come dice lui stesso, compensa le frustrazioni lavorative con un’intensa attività sessuale).

La Parigi che si descrive è una città dove si cerca fortuna, ma dove è altrettanto difficile trovarla; con trentenni costretti ad arrangiarsi in pochi metri quadri di stanza o ad affittarle a persone che abbiano appena dato una delusione d’amore. Ecco, quindi, che si descrive un mondo dove oltre a perdersi il concetto di casa diventa più complesso anche quello di rapporto affettivo e di sesso. Il sesso per alcuni diventa poco più di un passatempo a due, senza alcun coinvolgimento emotivo. E’ un mondo in costante movimento, in cui tutto si fa repentino ed intercambiabile, dalle abitazioni agli affetti.

Un film che sembrerebbe parlare di una specifica realtà parigina e che, invece, è uno sguardo sul punto a cui sia arrivata la nostra società. Con un ritratto di una generazione che ostenta sicurezza e disillusione, ma che si dimostra molto più fragile di quanto non sia disposta ad ammettere.

Molto bello.

Recensione a quattro stelle su Almanacco Cinema