Le recensioni di I tre moschettieri – D’Artagnan e I tre moschettieri – Milady: la nuova “mini-saga” di Martin Bourboulon tratta dal capolavoro di Dumas.
Una per tutti e tutti per una, sarà un po’ lo spirito di questa recensione. Tratteremo, infatti, entrambi i film che compongono la nuova “mini-saga” di Martin Bourboulon: I tre moschettieri – D’Artagnan (2023) e I tre moschettieri – Milady (2023). Tutte le recensioni saranno no spoiler.
I tre moschettieri [1844] è una delle opere più conosciute della letteratura francese e ha fatto il giro del mondo. Alexandre Dumas si ispirò anche a personaggi ed eventi reali. Le avventure di d’Artagnan e i suoi tre compagni, infatti, si basano in un manoscritto di Gatien de Courtilz, che a sua volta fu moschettiere e che conobbe un compagno d’armi del d’Artagnan storico.
L’opera ha avuto un tale successo che, tra cinema e tv, i tre moschettieri sono stati trasposti ben 25 volte.
La prima trasposizione vera e propria la sia ha nel 1909 con I tre moschettieri, un cortometraggio di Michele Caserini.
I film di Bourboulon arrivano dopo la serie tv britannica The Musketeers (2014), mandata in onda dalla BBC e, per quanto riguarda il grande schermo, I tre moschettieri (2011) di Paul W.S. Anderson; un film che (come spesso accade quando ci si mettono in mezzo gli americani) era esagerato. I personaggi del romanzo d’avventura sembravano usciti da un videogame, atmosfera steampunk e una Milla Jovovich usata come e peggio che in Resident Evil.
Non metto in mezzo i film di Giovanni Veronesi, perché fuoriescono fin troppo dal materiale originario, rielaborando i moschettieri in una chiave quasi parodistica.
Con Bourboulon i moschettieri tornano in Francia. L’ultima volta era stata nel 1961 con La vendetta dei moschettieri, di Bernard Borderie.
Per Bourboulon la sfida maggiore è stata proprio riuscire ad introdurre una nuova visione dei moschettieri, dopo tutte quelle che si erano aggiunte nel corso degli anni, e seguirla.
Si è scelto di produrre 2 film piuttosto che uno solo, girati l’uno consequenzialmente all’altro.
Bourboulon ha detto di ispirarsi per la maggiore a Alejandro González Iñárritu. Nei piani sequenza delle scene d’azione, infatti, il legame con un film come The Revenant si nota parecchio. Legame confermato dallo stesso regista.
Trama: Il giovane D’Artagnan ambisce a diventare un moschettiere di re Luigi XIII e si reca a Parigi per mettersi al servizio del capitano de Tréville. In viaggio incappa nel rapimento di una ragazza e rischia la vita per cercare di salvarla. Arrivato nella capitale, si rende conto di come sia facile litigare con i moschettieri ma soprattutto di quanto giochi di potere e corruzioni corrodano la nobiltà di Francia. Mentre i moschettieri sono fedeli al re, il cardinale Richelieu è disposto a tutto pur di screditarli e acquisire sempre più potere.
Cast: François Civil, Vincent Cassel, Romain Duris, Pio Marmaï, Eva Green, Louis Garrel, Eric Ruf, Vicky Krieps, Lyna Khoudri, Jacob Fortune-Lloyd.
Budget: 72 milioni di euro
Uscita: 6 aprile 2023 [ITA]
Dove vederlo in streming: Now TV
Recensione: Casting perfetto in ogni componente. Spiccano la Milady interpretata da Eva Green, l’Athos e l’Aramis rispettivamente di Cassel e Duris, e infine il re e la regina di Francia, Luigi XIII (Louis Garrel) ed Anna d’Austria (Vicky Krieps).
E’ una regia che cerca il realismo, anche con l’ausilio della fotografia. E’ un mondo più crudo, sporco e lo sono anche i moschettieri, ad esempio nelle coreografie dei combattimenti. Ogni moschettiere ha il suo stile ma i combattimenti sono brevi e feroci, addio agli infiniti scambi di stoccate perfette americani. Le scene d’azione sono gestiste in maniera certosina ed è davvero bella l’idea di girarle tutte in piani sequenza. La cosa aumenta la veridicità e il senso di lotta vera e propria, e di conseguenza il coinvolgimento.
L’investimento fatto per il budget si nota anche nel grande numero di comparse. Le battute dei dialoghi sono vivaci e contribuiscono a non far arenare il ritmo nelle scene più quiete; bello, per citarne uno, il momento in cui Athos racconta la sua storia.
Forse la scrittura rende il film un po’ troppo pesante in alcune parti, ma nulla di chissà quanto grave.
Una delle migliori (se non la migliore) trasposizioni sul grande schermo dei moschettieri di Dumas; un film davvero godibile e ben riuscito, retto da un cast perfetto.
Trama: D’Artagnan è alla ricerca dell’amata Constance, scomparsa dopo un fallito attentato a Luigi XIII. Crede di poterla liberare ma finisce per imbattersi in Milady. La donna è al servizio del cardinale Richelieu e viene ricercata sia dai cattolici che dai protestanti, i quali si confrontano a La Rochelle che rischia di diventare il luogo in cui si aprirà una nuova guerra di religione. Nel frattempo Athos deve lasciare il figlio per tornare a combattere e Aramis deve risolvere un problema della sorella che si trova in convento.
Cast: François Civil, Vincent Cassel, Romain Duris, Pio Marmaï, Eva Green, Louis Garrel, Eric Ruf, Vicky Krieps, Lyna Khoudri, Jacob Fortune-Lloyd, Alexis Michalik, Marc Barbé, Julien Frison, Ralph Amoussou.
Budget: 36 milioni di euro.
Uscita: 14 febbraio 2024 [ITA]
Dove vederlo in streaming: Apple TV +
Recensione: In questo film viene portato in scena il primo moschettiere di colore della storia: Hannibal, basato su Luis Anniaba e interpretato da Ralph Amoussou. Non che abbia chissà quale impatto nella vicenda, come pure Porthos che è un po’ il personaggio sacrificato della saga di Bourboulon. Il suo ruolo è sempre stato quello di linea comica, certo, ma forse si sarebbe potuto costruire qualcosa di un minimo più complesso.
Anche in questo caso Louis Garrel riesce a dare al suo Luigi XIII una finta infantilità e una malinconia di fondo, davvero lodevoli.
Budget dimezzato che non si nota affatto, il film è praticamente la ripresa dopo la messa in pausa del primo ed è, a conti fatti, un buon anello di congiunzione. E’ più che lecito aspettarsi un terzo capitolo ora.
C’è una morte che non mi sarei aspettato già a questo punto, e queste sono sempre scelte gradite, anche se il pretesto che la genera mi è parso fin troppo una forzatura, anche per il personaggio in questione.
E’ una delle poche volte in cui la storia d’amore riesce a non essere (troppo) pesante per lo spettatore, probabilmente complice la tenerezza che suscitano i due attori e rispettivi personaggi.
Diminuiscono i duelli dei moschettieri, in favore di quelli di D’Artagnan, sebbene quelli del primo film restino sempre migliori. Avvincente quello finale.
Cala un po’ il livello ma, anche in questo caso, davvero un buon film.
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