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The White Lotus

Il finale della terza stagione di The White Lotus è perfetto

Mike White ci è riuscito di nuovo, l’ultima puntata della terza stagione di The White Lotus ci regala un finale pieno di colpi di scena e tragedia greca.

The White Lotus 3, proprio come le due stagioni precedenti, si è conclusa con una puntata carica di colpi di scena. Tutti i personaggi hanno terminato il loro ciclo narrativo, alcuni vincendo, altri morendo (o quasi).

All’inizio la serie ti lascia immergere nella sua arena lentamente – a parte la primissima scena dove l’ormai collaudato escamotage mostra (senza mostrare) la morte di uno dei personaggi.

Ci racconta le stravaganze dei variegati personaggi senza far vedere mai nulla di troppo assordante (Sam Rockwell ed incesto a parte, ovviamente).

Poi ecco l’ultima puntata, la bomba esplode, e proprio come un disegno che all’improvviso viene capovolto riesci a vedere le cose come stanno davvero.

Il cerchio si chiude e finalmente emerge la vera natura di tutti quei dettagli sapientemente seminati da quel genio di Mike White, erano proprio lì, sotto i nostri occhi, mentre ci urlavano la loro collocazione naturale.

The White Lotus 3, a ognuno il suo

Partiamo da chi per molti sono stati i veri protagonisti della stagione tailandese, la famiglia Ratliff. Tim, il capofamiglia, sull’orlo della bancarotta passa (senza ombra di dubbio) la peggior settimana della sua vita.

Fra lexotan, pensieri suicidi e uno sterminio mancato, conclude la sua esperienza al White Lotus con quella che è una delle prese di coscienza più profonde che si possano desiderare, Tim guarda le gocce del mare, il lexotan non serve più.

Ma come ci riesce? Partiamo dai frutti velenosi, questi vengono mostrati nella prima puntata ma ovviamente ce ne dimentichiamo ed ecco che come la pistola di Cechov ritornano in quella che è la soluzione di morte più ovvia, quella che era sempre stata sotto il nostro naso.

E dove vanno a finire? Nel frullatore di Saxon ovviamente, oggetto usato (quasi abusato) dalla prima all’ultima puntata e che il figlio minore “finalmente” adopera.

Lochlan riesce a salvarsi fra le braccia di Tim, tragedia sfiorata che regala all’uomo la forza di accettare ciò che lo ha perseguitato per l’intera stagione.

Poi ci sono loro, quella che sembrava la coppia peggio assortita di sempre, Rick e Chelsea, in un finale che White ha definito “pura tragedia greca”.

La morte di Chelsea per mano di quello che alla fine era il vero padre di Rick è stata un vero colpo di scena, eppure il regista ci aveva regalato degli indizi attuando quella che è la semplice regola del tre.

Chelsea infatti nelle puntate precedenti rischia di morire già due volte, la terza, quasi seguendo una regola matematica del cinema, era quella definitiva. Il cadavere che ci viene mostrato all’inizio della prima puntata invece è proprio quello di Rick. È Gaitok a sparargli, gesto che lo porterà alla fatidica promozione tanto sperata da Mook.

Passiamo al viaggio fra ragazze, l’esperienza di Jacylin, Laurie e Kate si conclude sorprendentemente per il meglio. Il monologo dell’epifania di Laurie è toccante. Nel bene e nel male capisce che i sentimenti che prova per le sue amiche sono autentici e profondi.

Nonostante tutto, confessa, è felice che insieme abbiano rappresentato per ognuna una costante, testimoni sempre presenti delle loro vite. Le tre ritornano dal viaggio più unite che mai.

Guardiamo invece il finale di Belinda, proprio come un cerchio che si chiude la sua conclusione è praticamente identica a quella della prima stagione, ma sta volta con un’inversione di ruolo.

Alla fine Belinda riuscirà ad aprire il suo centro estetico e, per ironia della sorte, lo farà proprio con i soldi di Jennifer Cooldige (che glieli aveva promessi e poi negati). Belinda farà la stessa cosa al suo collega e amante, senza voltarsi indietro.

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