Skip to content Skip to footer
Matrimonio all'italiana, la recensione di Almanacco Cinema

90 anni di Sophia: Matrimonio all’italiana, la recensione

In attesa del suo novantesimo compleanno il 20 settembre continuiamo il nostro omaggio a Sophia Loren con la recensione di Matrimonio all’italiana.

La commedia da cui Matrimonio all’italiana è tratto, Filumena Marturano, è tra le più celebri e amate del teatro napoletano. Eduardo De Flippo la scrive nel 1946, soltanto un anno dopo la fine della guerra che dell’opera fa da sfondo. De Filippo scrive l’opera per sua sorella Titina De Filippo, prima e per alcuni inarrivabile interprete della protagonista.

Dopo di lei non c’è attrice napoletana (e non) che a un certo punto della sua carriera non si sia misurata con il personaggio di Filumena. Da Regina Bianchi a Pupella Maggio, passando per Isa Danieli e Lina Sastri. La più recente interpretazione è stata quella di Vanessa Scalera in coppia con Massimiliano Gallo nel film tv con la regia di Francesco Amato.

Nel 1964 Vittorio De Sica, a un anno dal successo di Ieri, oggi e domani, prende in mano il testo di Filumena Marturano ricomponendo la coppia Sophia Loren e Marcello Mastroianni. I due avevano già dato prova di grande complicità scenica e si riconfermano intensi e affiatati. De Sica, inoltre, sfrutta al massimo il mezzo cinematografico realizzando una versione davvero inedita della commedia eduardiana.

Matrimonio all'italiana, la recensione di Almanacco Cinema

La trama di Matrimonio all’italiana

Domenico Soriano e Filumena Marturano si conoscono in una casa di appuntamenti al Vicolo Fantasia di Napoli. La città vive sotto le bombe della Seconda Guerra Mondiale. Lui è uno spavaldo ricco pasticcere, lei una spaventata prostituta diciassettenne.

A guerra finita i due si rincontrano, e iniziano una relazione destinata a durare nei vent’anni successivi. In questi vent’anni Filumena si dedica completamente a lui, gli è fedele, e si occupa di sua madre sino alla morte. Domenico, invece, donnaiolo e arrogante, oltre ad avere altre relazioni, non smette mai di considerarla una prostituta, una serva da cui ogni tanto tornare.

Filumena sopporta, sperando che le cose cambino, finché la notizia dell’imminente matrimonio di Domenico la costringe a un atto illecito. La donna finge di essere in fin di vita, e come ultimo desiderio, dopo una vita passata al suo fianco, chiede di essere sposata. L’uomo, convinto che Filumena rimarrà in vita poche ore, accetta.

Rivelato l’inganno Filumena svela anche il motivo che c’è dietro la menzogna. Ha tre figli, cresciuti lontani da lei, ma a cui ha sempre badato grazie al denaro di Domenico. Adesso che sono dei ragazzi vuole rivelarsi a loro, provare a fargli da madre e a dargli il cognome che non hanno mai avuto. Vuole, insomma, che vengano riconosciuti.

Domenico, inizialmente riluttante, verrà sconvolto dalla notizia che uno dei tre è figlio suo. Alla fine, di fronte all’amorosa determinazione di Filumena sarà costretto a cedere, realizzando il sogno della donna.

La sceneggiatura e la recitazione

La commedia eduardiana inizia con l’inganno e affronta solo la fase finale della storia di Filumena e Domenico. Il cinema permette a Vittorio De Sica, attraverso due lunghi flashback, di mostrare allo spettatore l’inizio di questa relazione. La sceneggiatura di Matrimonio all’italiana ricostruisce tutto quello che nella commedia è solo accennato, restituendo un senso di grande concretezza.

Se Domenico è un personaggio risoluto, ciclico, incapace di cambiare, questo non si può dire di Filumena. Matrimonio all’italiana rende evidente la sua sofferenza e soprattutto la sua progressiva disillusione nei confronti di quest’uomo. Filumena subisce le sue continue umiliazioni e sul piano recitativo la luce sul volto di Sophia Loren si spegne scena dopo scena.

Pur credibile anche nei panni della giovane prostituta sognatrice e illusa, è, infatti, nel presente del racconto che Loren dà il meglio di sé. Mastroianni, in uno stile che è tutto suo, sfiora il grottesco interpretando un uomo reso quasi folle dall’inganno della donna. Sophia Loren, al contrario, si consolida in una rabbia sanguigna ma ragionevole che esplode davvero soltanto quando si parla dei suoi figli.

Matrimonio all’italiana: storia dell’amore di una madre

Quella di Matrimonio all’italiana più che la storia di un matrimonio è la storia d’amore di una madre verso i suoi tre figli. Non c’è nulla di romantico nella relazione tra Domenico e Filumena. Domenico, impudente e paternalista, non l’ha mai amata pur tenendosela ben stretta tutta la vita. Filumena, invece, innamorata lo è stata davvero, almeno per qualche momento. E quel figlio è, infatti, il simbolo incarnato di quel bene autentico che l’ha legata a lui.

Non è per lui, però, che agisce. Non trama alle spalle di Domenico per tenerlo legato a sé. Il suo obiettivo è riappropriarsi di quella maternità che la vita non le ha permesso di vivere. Ha amato e curato a distanza, nell’unico modo in cui poteva. Adulta, e dopo una vita di sacrifici e lavoro, si considera assolta ormai da una condotta di cui comunque non aveva colpa.

Matrimonio all'italiana, la recensione di Almanacco Cinema

Più di tutto, però, desidera per i suoi figli la famiglia che non hanno avuto. Un nome che, come dice lei, non li faccia vergognare, che li unisca e li renda parte di qualcosa. Sul finale di Matrimonio all’italiana le lacrime le scendono proprio quando li ascolta chiamare Domenico “papà”. Non per lui, probabilmente, ma per loro che finalmente possono godere della tranquillità di un nucleo familiare di cui non hanno mai sentito il calore.

Piange Filumena perché per la prima volta nella sua vita un po’ di quel bene che ha fatto silenziosamente le viene restituito. Piange perché con la sua appassionata determinazione di madre è riuscita a commuovere persino il cinico Domenico. E piange, infine, perché i suoi tre ragazzi, amati a distanza per vergogna, la chiamano orgogliosamente “mammà”.

In conclusione

Matrimonio all’italiana mette in forma cinematografica la commedia di Eduardo riuscendo a mantenerne l’intensità drammatica. Nonostante alcune modifiche al testo originale (la meno perdonabile forse la riduzione del monologo della confessione ai figli di Filumena) la storia arriva con la sua forza. Più leggera del teatro, più commedia nei toni, ma grazie soprattutto a Sophia Loren, in ogni modo commovente.

Si tratta di un classico che riflette sui grandi temi della narrazione in generale: la maternità, la famiglia, ma anche i generi e il maschilismo. L’immagine della donna prostituta che, pur amando, non viene mai redenta del tutto è molto diffusa nell’arte. Pensiamo a Pretty Woman, o anche a La Traviata di Giuseppe Verdi. Tutte donne che a un certo punto della loro storia, che ci sia o no lieto fine, vengono messe senza pietà di fronte alla realtà di ciò che sono state proprio dagli uomini che amano.

Filumena è un’eroina, una donna scaltra per necessità, e soprattutto per nobili ragioni. Un personaggio che è difficile non amare. L’interpretazione di Sophia Loren resta tra le più amate dal pubblico contemporaneo. L’attrice riesce a mutarsi anche fisicamente. La leggerezza e la freschezza del suo corpo nei flashback fanno da contraltare alla durezza del presente, in cui è affaticata ma emotivamente vulcanica.

Per festeggiare i suoi 90 anni, rivedere Matrimonio all’italiana non può che essere una buona idea!

Recensione a quattro stelle su Almanacco Cinema

Show CommentsClose Comments

1 Comments

Comments are closed.