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Across The Spider-Verse, ora su Netflix: la recensione

Spider-Man: Across the Spider-Verse entra nel catalogo Netflix questo sabato. Prendiamoci qualche minuto per parlare di questo capolavoro animato.

Le origini della saga

Prima di addentrarci in Spider-Man: Across The Spider-Verse, facciamo un passo indietro per parlare dell’inizio della saga. Spider-Man: Into The Spider-Verse. Il primo progetto cinematografico dedicato a Miles Morales è arrivato dopo una lunga serie di adattamenti dedicati all’Uomo Ragno. Partendo dai capolavori di Sam Raimi, passando per i tanto discussi The Amazing Spider-Man e arrivando fino alla versione più recente con Tom Holland.

Data la vasta quantità di prodotti su Spider-Man, sembrava difficile realizzare qualcosa di innovativo e distintivo. Tuttavia, l’affidamento del progetto a Phil Lord e Christopher Miller lasciava ben sperare. I due erano già noti per altri film d’animazione come Piovono polpette e The LEGO Movie. Con The LEGO Movie, i due registi avevano dimostrato di saper prendere in mano un franchise storico, stravolgendolo in positivo e riuscendo a trasmetterne l’essenza più profonda. Infatti, quando Into The Spider-Verse uscì nelle sale, lasciò tutti a bocca aperta: fan dei fumetti, critica, appassionati di cinecomics e chiunque volesse semplicemente vedere un grande film.

Con la sua tecnica di animazione innovativa, il cel shading, una trama coinvolgente, numerose citazioni per i fan e personaggi che incarnano lo spirito dell’amichevole Spider-Man di quartiere senza sembrare ripetitivi, il film ha segnato un punto di svolta per il genere. Nonostante un incasso inferiore ai blockbuster del MCU, il successo di critica ha portato Into The Spider-Verse a vincere l’Oscar come Miglior Film d’Animazione, spianando la strada al suo attesissimo seguito.

Cel Shading: una rivoluzione visiva

Prima di parlare del film, è doverosa una breve digressione sulla tecnica di animazione utilizzata. Lord e Miller hanno scelto il cel shading, uno stile che nell’audiovisivo ha trovato grande fortuna grazie anche a loro. Tra i prodotti che utilizzano questa tecnica possiamo citare Flow e Il Robot selvaggio per quanto concerne i film. Arcane per le serie TV. I veri precursori di questa tecnica, però, si trovano nel mondo dei videogiochi, con titoli come XIII, Viewtiful Joe e Jet Set Radio.

Il cel shading è una fusione tra l’animazione tradizionale e il modeling 3D, permettendo agli animatori di dipingere direttamente i modelli tridimensionali e dando vita a uno stile versatile e creativo, che riporta in auge l’essenza dell’animazione classica in una veste moderna e dinamica.

Spider-Man: Across The Spider-Verse – Un’evoluzione perfetta

Spider-Man: Across The Spider-Verse riesce in un’impresa quasi impossibile: prendere tutto ciò che Into The Spider-Verse aveva fatto di buono e portarlo a un livello superiore. Il miglioramento è paragonabile a quello che Sam Raimi riuscì a ottenere con Spider-Man 2, guadagnando maggiore libertà creativa. Lord e Miller sembrano avere avuto un controllo maggiore sul progetto, confezionando uno dei migliori film d’animazione mai realizzati.

Miles Morales è cresciuto: ora è un adolescente, più alto, più forte e con responsabilità sempre maggiori. Il film ruota attorno alle scelte che lo definiranno come eroe e individuo, allontanandosi dai canoni classici dell’Uomo Ragno. Altro tema portante è il conflitto generazionale tra giovani e adulti, figli e genitori. Miles cerca disperatamente di dimostrare il suo amore alla famiglia, ma fatica a comunicare con il padre, un rigido capo della polizia che nasconde un cuore tenero e mille preoccupazioni per il futuro del figlio.

Il film parla di sentimenti senza risultare retorico, e lo fa con un linguaggio visivo eccezionale. Un esempio perfetto lo vediamo nell’universo di Gwen Stacy, dove i colori e le pennellate cambiano in base alle emozioni dei personaggi, creando quadri viventi in cui l’arte stessa diventa espressione dello stato d’animo dei personaggi.

Escono dalle fottute pareti

Con una durata di due ore e mezza che vola via in un attimo. Il film introduce una moltitudine di Spider-Man provenienti da fumetti e film. Inizialmente, la paura era che la sovrabbondanza di personaggi potesse risultare caotica, ma Lord e Miller gestiscono il tutto magistralmente. Le citazioni sono infinite: Un vero nerd di Spider-Man potrebbe passare mesi a trovarle tutte, specialmente nella scena centrale in cui il protagonista si trova di fronte a centinaia di varianti dell’Uomo Ragno.

Nonostante la quantità di personaggi, il film riesce ad approfondire i più importanti senza risultare confusionario. È una vera lezione su come gestire un multiverso espanso, una masterclass su come intrecciare numerosi archi narrativi senza sacrificare la chiarezza. Forse una frecciatina al MCU, che negli ultimi anni si è perso tra fan service e montagne di progetti poco richiesti.

I personaggi di Spider-Man: Across The Spider-Verse sono tantissimi, e citarli tutti sarebbe impossibile, ma alcuni meritano una menzione speciale.

I ragni chiave

Miguel O’Hara, lo Spider-Man di 2099. Protagonista di una delle serie a fumetti più amate dell’Uomo Ragno, è l’antieroe del film. A capo di un’associazione di Spider-Man provenienti da tutti gli universi, ha il compito di controllare il multiverso e riparare gli squarci che si sono creati al suo interno. Miguel è un personaggio crudo, divorato dai rimorsi e dalle responsabilità, con un passato doloroso che lo ha reso quasi un mostro. La sua rappresentazione visiva è grezza, con tratti decisi e spessi, e i suoi movimenti ricordano quelli di un felino che caccia la sua preda.

Gwen Stacy ha un ruolo preponderante in questo capitolo. Il film si apre con lei e con il suo rapporto complicato con il padre. Indecisa sul da farsi, si sente fuori posto nel mondo e proprio per questo decide di seguire Miguel. Questa scelta la porta però solo ad affrontare ancora più problemi.

Poi c’è Spider-Punk, animato con una tecnica sbalorditiva. Il suo stile di animazione è un patchwork in continua evoluzione che genera un senso di movimento costante. È un vero punk in tutto e per tutto, sia nell’estetica che nell’atteggiamento, sempre pronto a ribellarsi al sistema, una mina vagante che porta caos ovunque.

Infine, Pavitr Prabhakar, lo Spider-Man indiano. Sì, esiste anche lui! Giovane e energico, è l’unico tra gli Spider-Man principali a non aver ancora vissuto traumi. La sua versione di Mumbai è rappresentata con grande attenzione ai dettagli, grazie anche al contributo di sceneggiatori indiani. Il film gioca con gli stereotipi del paese senza risultare eccessivo, riuscendo a mostrarne le diverse sfaccettature con ironia, senza mai scadere nel buonismo.

Il villain: The Spot

Loro e molti altri personaggi, magnificamente scritti, si uniranno per affrontare un villain altrettanto straordinario. Un cattivo nato proprio da Miles, la sua nemesi, capace di minacciare l’intero multiverso. The Spot, in italiano La Macchia.

Un underdog, proprio come Miles, un perdente in cerca di riscatto. Nei fumetti, è sempre stato un personaggio secondario, quasi ridicolo, usato per semplici gag. Ma in Spider-Man: Across The Spider-Verse si trasforma in una minaccia mostruosa, rappresentata con uno stile visivo unico e inquietante. Da semplice ladruncolo che ruba spiccioli in un minimarket all’inizio del film, si evolve fino a diventare una divinità interdimensionale. Protagonista di alcune delle scene più spettacolari, il suo design in bianco e nero lascia senza fiato.

Un villain perfetto per Spider-Man, perché è il suo riflesso. Dall’amichevole Spider-Man di quartiere che salva il gattino sull’albero al supereroe che deve proteggere l’intero universo.

Vanno fatte menzioni speciali ad alcuni artisti che hanno contribuito alla realizzazione di Spider-Man: Across the Spider-Verse. Un film che vanta un team composto da centinaia di talenti, ognuno dei quali ha curato con maestria i diversi Spider-Man e i loro universi di appartenenza.

Preston Mutanga

Con un piccolo canale YouTube, LegoMe_TheOG, dove realizza animazioni in stop motion con i LEGO. Il giovanissimo Preston Mutanga, a soli 14 anni, è stato chiamato a dirigere un’intera sequenza dedicata allo Spider-Man LEGO. La sua straordinaria tecnica di animazione con cui ha gestito la scena lo hanno reso una delle rivelazioni del progetto.

Mauro Belfiore

C’è anche un tocco d’Italia in Across The Spider-Verse. Il talentuoso Mauro Belfiore ha curato il design dell’Avvoltoio, che appare all’inizio del film. Questa versione del villain proviene da un universo ispirato a Leonardo da Vinci, caratterizzato da ingranaggi e invenzioni che richiamano lo stile del pittore. L’animazione e il design di Belfiore danno vita a un Avvoltoio affascinante e unico, aggiungendo ulteriore profondità artistica alla pellicola.

Ci sarebbe ancora molto da dire, ma la verità è una sola: Spider-Man: Across the Spider-Verse è un capolavoro. Da sabato, potrete vederlo su Netflix. Buona visione!

 

Mattia Sabbioni

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