Il primo gennaio Michael Gracey torna al cinema con Better Man. Il biopic su Robbie Williams, che noi di Almanacco Cinema abbiamo visto in anteprima.
Il regista dell’acclamato The Greatest Showman, Michael Gracey, si getta su un biopic musicale tutto nuovo. Robbie Williams racconta la sua storia in Better Man, un film che promette essere tutto unico e sorprendente. Noi di Almanacco Cinema abbiamo visto il film in anteprima, sarà riuscito a consegnare lo spettacolo tanto promesso?
Better Man segue Robbie Williams, narratore della sua storia. Il pubblico esplora Robert Williams a partire dalla sua infanzia, concentrarsi sulle difficoltà vissute con alcool, droghe e depressione.
Better Man si presenta come tutto fuorché normale. Robbie Williams ci racconta la sua vita in un’opera musicale dove si rappresenta come una scimmia animata in motion capture. Un’idea talmente assurda da risultare brillante ed estremamente accattivante.
La scimmia di Williams è un simbolo di emarginazione, evoluzione, spirito artistico… ma ancor di più del suo periodo di pesante depressione. Better Man affronta tematiche di salute mentale e depressione cronica, viviamo cosa significa ottenere tutto senza sentire niente. È un emozionante viaggio attraverso la tristezza interna di un artista e la sua musica.
E in ciò, Better Man prende alla sprovvista. Accompagna glamore, follia e assurdità, con un velo di tristezza che spesso prende il sopravvento portando perfino alle lacrime. Ma a fine proiezione, il tutto sapeva troppo di già visto.
Better Man sembra in buona parte andare avanti con il freno a mano tirato. Visto il contesto animalesco sarebbe stato lecito aspettarsi un maggiore gioco e molto più divertimento. Anche perché è quando il film si diverte che è al suo meglio. Come nel lungo piano sequenza dedicato al brano Rock DJ, che più avanza e più stupisce. Vengono alla mente diversi momenti di simile brillante follia nel corso della pellicola, ma risultano comunque pochi.
Come risultano pochi i momenti di totale musical e troppe le canzoni spezzate. Non si gioca nemmeno abbastanza con la scimmia, che poteva dare molto di più in scena.
Ma Better Man è comunque alto intrattenimento e risulta tutto fuorché blando o generico. Semplicemente un maggiore effetto meraviglia, che è comunque presente nel film, avrebbe enormemente giovato al dramma raccontato.
Better Man è una storia dal grande impatto. Robbie Williams lascia che il pubblico entri nella sua testa per raccontare la sua vita, cercando di aiutare la gente a migliorare e comprendere chi vive determinate difficoltà. Troviamo una sceneggiatura piena di dolore e profondamente emotiva, che con spettacolo e intrattenimento trasporta nel racconto dell’artista.
Esploriamo un’infanzia caratterizzata da sogni, ma soprattutto da emarginazione e abbandono paterno. Per poi passare ad un’adolescenza dove Robert già incontra la fama, con questa arrivano droga, alcool e sesso. Qui forte dolore diventa violenza e creatività, non solo nell’arte del nostro, ma anche attraverso pesanti sequenze di grandezza visiva.
La storia però non presenta niente di innovativo o particolarmente eccezionale. Molto di ciò che racconta Better Man venne già esplorato in modi forse anche più interessanti in film come Rocketman. Ma qui si eccelle nei personaggi, tridimensionali e memorabili, grazie a ottime performance e meravigliosi dialoghi.
A partire dal nostro Robbie Williams, interpretato da se stesso, come narratore e nelle parti cantate, e da Jonno Davies, nella motion capture e nei dialoghi. Williams continua a dimostrarsi un’eccezionale intrattenitore, portando impeccabilmente tutto il suo talento vocale sul grande schermo e aggiungendo molto ritmo e carattere facendosi narratore della sua storia.
Ma è Jonno Davies a comandare il film, a partire dall’eccellente lavoro nelle movenze, ma la sua è una performance veramente degna di essere tra le più interessanti dell’anno. Divertente, meschino e pieno di dolore… Davies riesce a far trasparire ognuna di queste personalità ed emozioni anche attraverso la sua scimmia.
Grandi prove attoriali anche quelle di Steve Pemberton, come il padre Peter, ed Alison Steadman, come la nonna Betty. Ma, bene o male, tutti i personaggi riescono a risaltare, nessuno è un santo o un dannato in un film che parla proprio delle molte sfumature dell’io.
Better Man fà delle grandi argomentazioni sul perché sia una validissima esperienza cinematografica. A partire dal lavoro tecnico in CG, svolto da Weta Digital (Il pianeta delle scimmie), quasi impeccabile. Ci si abitua talmente in fretta alla scimmia che non si mette mai in dubbio la sua presenza scenica. Anche nei momenti di grande spettacolo, gli effetti digitali si amalgamano talmente bene con quelli pratici che risulta difficile distinguere gli uni dagli altri.
La fotografia di Erik Wilson brilla e vive per il grande schermo. Piena di piani sequenza e di grandi immagini che vivono tra colori ed eccezionali luci, anche grazie ad un piacevolissimo effetto di pellicola che viene utilizzato lungo tutto il film.
Buono il montaggio del grande Lee Smith, anche se al film avrebbe potuto far comodo un migliore ritmo. E buono anche il comparto sonoro, che riesce a dare momenti di grande impatto e supportare non poco la fotografia. Unico problema è nei momenti musicali, che risultano troppo ripuliti rispetto al dialogo e ciò causa un distacco sonoro, a mia detta, troppo evidente.
Vorrei avere parole più gentili invece per la regia di Michael Gracey, ma questo sembra essere un passo indietro rispetto a The Greatest Showman. Nonostante diverse scene di grande spettacolo, non posso dire che la messa in scena sia costantemente interessante in Better Man. Al suo meglio presenta pura meraviglia, al suo peggio rimane comunque valida, ma non poco anonima.
Better Man è un film che riesce ad emozionare e divertire. Robbie Williams si racconta con un film estremamente personale e pieno di sfaccettature, proprio come i suoi protagonisti. Si muove tra grandi scene d’emozione e di assoluto spettacolo visivo, anche grazie all’eccezionale lavoro nella fotografia e negli effetti visivi.
Tuttavia sembra passare troppo tempo con il freno a mano tirato. Si punta su scene di grande spettacolo e di follia visiva, ma non abbastanza. Ci si dedica invece ad un dramma che, si, funziona e commuove, ma per come viene presentato risulta in parte già sentito.
A discapito di qualche intoppo però, Better Man rimane un piacevolissimo film meritevole di attenzione. Fan o meno, lo spettatore finisce catapultato nelle atmosfere di un film pieno di passione ed intrattenimento. Better Man non raggiunge la grandezza, ma è comunque un tipo di cinema che fa sempre piacere incontrare.
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