Emilia Pérez dopo il suo folgorante esordio a Cannes arriva anche alla Festa del Cinema di Roma, dove è stato presentato in anteprima.
Jacques Audiard ha voglia di sperimentare e così, dopo il meraviglioso Western (I fratelli Sisters), torna dietro la macchina da presa per dirigere un Musical.
Il film apre le danze, in tutti i sensi, con la presenza di una magnetica Zoe Saldana, nei panni di un avvocato messicano, Rita Moro Castro, rilegata ai margini di un grande studio che non le offre il giusto spazio per esprimere al meglio il suo talento. Rita vive male la sua condizione, stretta come una morsa. Sarà la chiamata di un boss della malavita, che le offrirà di diventare ricca, a dare una svolta al suo futuro. L’occasione non può essere rifiutata, lei lo sa, non ha nulla da perdere e accetterà la proposta.
ll boss, Juan Manitas Del Monte (Karla Sofia Gascon), dopo averla fatta incappucciare, le comunica che vuole cambiare sesso. Il nostro avvocato dovrà fare di tutto per accontentare la sua richiesta. Juan cambierà definitivamente vitta grazie al suo nuovo aspetto, lasciandosi alle spalle il suo passato criminale. Ma il boss affida a Rita l’ultima missione. dovrà nascondere i figli e la moglie Jessi (Selena Gomez) in Svizzera. Quando le loro vite sembrano avere preso un’altra strada le nostre protagoniste si rincontreranno. Il boss intanto è diventato un’altra persona, Emilia Pérez.
E’ riduttivo cercare di riassumere una trama sorprendentemente vertiginosa e non ci vogliamo ulteriormente dilungare su una storia che fa dell’imprevedibilità il suo punto di forza.
Già dalla sinossi è chiaro come Audiard abbozzi ad un variopinto affresco di genere, in cui le storie secondarie si intrecciano con armonia tra di loro. Ma qual’è la trama principale? Questa potrebbe essere la domanda che potrebbe porsi lo spettatore, cosa ci vuole raccontare il regista? Forse una parabola transgender, una storia di riscatto? Oppure una parodia di un vero e proprio gangster movie?
Emilia Pérez non risponde a nessuna di queste domande e finisce per stravolgere qualsiasi distinzione di genere. Un film a cui sta stretta qualsiasi etichetta. Sulla carta dovrebbe essere un Musical ma passa costantemente dal thriller al drama, fino ad arrivare alla commedia e alla satira. Il regista finisce per costruire un film dinamico in cui l’intreccio narrativo, sorretto da un continuo accavallamento di generi diventa la vera firma stilistica di Audiard. Il francese dona al film una dimensione, all’interno del panorama cinematografico, completamente originale ma senza mai inciampare in un eccessivo barocchismo.
Lo spettatore viene proiettato davanti ad una continua carrellata di emozioni in uno spettacolo che ci ricorda quanto sia forte la magia che solo il cinema può sprigionare in questa forma.
Un viaggio che non avrebbe avuto lo stesso impatto senza l’aiuto delle attrici su cui si regge tutto il film. Sono tutte in perfetta sintonia tra loro, come hanno notato i giurati a Cannes che hanno deciso di premiare Emilia Perez della migliore interpretazione femminile. Il premio però non è stato vinto da nessuna attrice nello specifico ma da tutte le quattro comprimarie principali (Karla Sofía Gascón, Selena Gomez, Adriana Paz e Zoe Saldana).
Rita del Monte, interpretata da una Zoe Saldana, qui nel ruolo della vita, si districherà in numeri musicali di altissimo livello. Un’ interpretazione contenuta, sospesa tra un progressismo radicale ed una sottile critica al potere costituito. La prova dell’attrice è anche una grande dimostrazione di intelligenza. Infatti dimostrerà di fiancheggiare perfettamente con Karla Sofia Gascon.
Se già conoscevamo il grande talento di Zoe Saldana, la grande rivelazione del film è l’interpretazione dell’attrice trans Karla Sofia Gascon. L’attrice spagnola sarà Emilia Perez, la protagonista del film. L’interpretazione della nostra è talmente dirompente nella sua emotività da creare un precedente significativo con cui tutte le futuri attrici trans, e non solo, si dovranno confrontare. L’attrice cambia pelle, letteralmente, all’interno del film, dove riesce ad interpretare magistralmente una trasformazione, non solo fisica, ma anche emotiva. Vedremo infatti un personaggio inserito all’interno di una vera e propria rivalsa sentimentale rispetto alla sua vita precedente. Karla Sofia Gascon riesce a recitare senza mai cadere nell’istrionismo degli attori più sfacciati e conserva, durante tutta la durata, una significativa eleganza espressionistica.
Rita del Monte, durante un siparietto musical, ricorderà al medico, che dovrà operare la nostra Emilia, l’atto rivoluzionario di quello che sta per succedere.Un cambiamento radicale che segnerà una rivoluzione sociale.
Emilia Perez è prima di tutto un film progressista, dove il linguaggio cinematografico viene completamente stravolto. Jacques Audiard crea così una dimensione cinematografica intima e profonda con cui il cinema dovrà iniziare a confrontarsi.
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