Arsa è il secondo film dei Masbedo, ambientato a Stromboli: una storia di solitudine, crescita e arte, con l’intensa interpretazione di Gala Zohar Martinucci.
Il duo artistico Masbedo è composto da Nicolò Massazza e Iacopo Bedogni.
Tra crescita ed educazione emotiva, un intenso ritorno al lungometraggio dopo Tralalà (2012) e The Lack (2014) e un’interessante debutto sullo schermo.
Il film racconta la storia di Arsa, una giovane solitaria che vive isolata in una riserva privata.
Il suo mondo viene sconvolto dall’arrivo di tre ragazzi in vacanza, in particolare Andrea, affascinato da lei.
La protagonista, interpretata da Gala Zohar Martinucci, vive in una capsula fatiscente affacciata sul mare.
Passa il tempo raccogliendo oggetti di plastica abbandonati dai turisti e li trasforma in nuove creazioni.
Il suo isolamento è una scelta, legata all’elaborazione del lutto per la perdita del padre, uno scultore svilito nella sua creatività.
Il film esplora temi come l’elaborazione del lutto, il passaggio all’età adulta, il bisogno d’amore e la società consumistica.
La regia di Masbedo, insieme alla sceneggiatura scritta con Giorgio Vasta, offre una narrazione visivamente affascinante, con immagini potenti e simboliche.
L’armonia degli opposti, come lo Ying e lo Yang che si incontrano, si contaminano e si completano.
I registi giocano e sfruttano il contrapporsi di questi elementi e ne fanno largo uso, esaltando il tutto con la fotografia e l’ambientazione.
Il silenzio contro il chiasso, l’essenziale contro il consumismo, la civiltà contro la natura.
Una natura ancestrale e mitologica, rappresentata anche dai mostri creati da Arsa che hanno molteplici funzioni. Infatti, come quelli di Bomarzo, i mostri servono per narrare ma anche per esorcizzare paure ed elaborare tormenti interiori, come un lutto.
Arsa si crea i suoi mostri e li combatte, fronteggiando con caparbietà tutto il carico emotivo che le sue esperienze e la sua età le pongono davanti.
Superando e vincendo le paure, la giovane accorcia le distanze, reali e metaforiche.
Inizialmente osserva le persone da lontano, con il binocolo (al limite della mise en abyme: il voyeurismo di Arsa è anche quello dello spettatore cinematografico in sala). Ma poi si avvicina, dopo la scossa emotiva provocata da Andrea.
I tempi sono lenti, i silenzi intensi, lo spazio grande. Elementi diegetici sottolineati dalla tecnica di ripresa, dalla fotografia di Gherardo Gossi e il sound design di Marco Saitta.
Arsa è stato presentato alla Festa del Cinema di Roma 2024, ricevendo recensioni positive per la sua originalità e profondità emotiva.
La performance di Gala Zohar Martinucci è stata particolarmente apprezzata per la sua naturalezza e intensità.
Accanto a lei Lino Musella, Tommaso Ragno, Jacopo Olmo Antinori.
In conclusione, Arsa è un’opera intensa e poetica che invita lo spettatore a riflettere sulla solitudine, la crescita personale e il rapporto con la natura, attraverso una narrazione visivamente suggestiva e una protagonista indimenticabile.
Il film è prodotto da Eolo Film Productions di Beatrice Bordone Bulgari, in collaborazione con Alción e Rai Cinema.
Esce nelle sale il 24 aprile distribuito da Fandango.
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