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F1

F1: tra Top Gun e Per qualche dollaro in più

F1 è il nuovo film con Brad Pitt incentrato sul mondo della Formula 1, è uscito da poco e già ha fatto discutere tutti gli appassionati di cinema e di corse.

Tra elogi alla regia nelle scene in pista, critiche sul modo in cui il film ha affrontato il tema e critiche alla banalità della sceneggiatura, tocca a noi parlarne con calma per capire se siamo di fronte a un buon prodotto o meno.

F1, la trama

Sonny Hayes, interpretato da Brad Pitt, è un ex pilota di Formula 1 che è stato costretto a ritirarsi a causa di un grave infortunio. Col passare degli anni non ha mai abbandonato il mondo delle corse ma è rimasto sempre distante dalla Formula 1. Quando gli si presenta davanti l’occasione di riscattarsi proprio in quell’ambito, decide di non lasciarsi scappare questa opportunità.

Hayes si ritrova così in un gruppo parecchio in difficoltà e che non ha mai vinto una gara. Inizieranno così una serie di scontri all’interno della squadra sia generazionali sia per diversità di vedute, ma sempre con l’obbiettivo cardine di vincere la gara.

Cosa funziona in F1

L’elemento cha salta subito all’occhio e che giustamente è la caratteristica che il pubblico guarda di più in un film come F1, è la regia delle scene ambientate durante le gare. Indubbiamente queste sequenze funzionano e sono realizzate veramente molto bene. La tensione è costruita bene e la gestione dei tempi è corretta. Ogni gara lascia lo spettatore con il fiato sospeso fino alla fine, segno che la scena è stata girata bene.

Altra cosa interessante è la caratterizzazione del personaggio principale: Sonny Hayes. Il suo passato emerge un po’ alla volta e piano piano il pubblico inizia a conoscerlo. Questa modalità di trattare il personaggio (solo lui però dato che gli altri sono di una banalità unica) riesce a creare interesse e curiosità nello spettatore. Hayes è quasi un antieroe di leoniana memoria. Arriva in pista camminando come Chuck Norris nella sigla di Walker Texas Ranger e se ne va alla fine del film come Lee Van Cliff in Per qualche dollaro in più (Sergio Leone, 1965), con il tramonto all’orizzonte e sorridendo alla giovane promessa della Formula 1, facendogli però capire che non tornerà mai più.

Sicuramente epico ma forse un tantino esagerato.

F1

Cosa invece non funziona

Quello che, al contrario delle qualità appena elencate, non funziona per niente è proprio la sceneggiatura. Non voglio dire che il film è quasi un remake di Top Gun: Maverick, che a sua volta era un remake di circa un altro migliaio i film, però la storia l’ho trovata decisamente banale e scontata. Ormai i film di questo tipo sono uno la copia dell’altro, i cliché sono sempre quelli e la svolte narrative sono le solite tre/quattro nei soliti momenti del racconto.

Se prima di entrare in sala avessi scritto su un foglio cosa avremmo visto nel film e a che punto della narrazione, diciamo che avrei sbagliato di molto poco.

F1, in conclusione

Infine, F1 è un discreto film d’intrattenimento. Ottima la regia nella messa in scena delle varie gare ma la storia risulta eccessivamente già vista e a tratti banale. In ogni caso una visione è più che meritata.

Recensione a tre stelle su Almanacco Cinema