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Frozen, Recensione su Almanacco Cinema

Frozen II – Il segreto di Arendelle. La storia continua

Disney, al D23, annuncia la data d’uscita in sala di Frozen 3. In attesa del 2027, tutte le curiosità sul secondo capitolo della saga campione d’incassi.

Frozen II – Il segreto di Arendelle, sequel di Frozen – Il regno di ghiaccio (recensione qui), è il 58° classico Disney. Campione d’incassi nella storia dei film d’animazione, diretto da Jennifer Lee, ci svela tutti i segreti legati ai poteri di Elsa e ai fatti antecedenti del primo film sul reame di Arendelle.

Squadra che vince non si cambia, uscito nelle sale italiane il 27 novembre 2019, troviamo alla regia anche il marito della Lee: Chris BuckLo stesso vale per la colonna sonora, nuovamente a cura dei coniugi Kristen Anderson-Lopez e Robert Lopez per quanto riguarda le canzoni e di Christophe Beck per le musiche.

Il brano Into the Unknow nominato agli Oscar del 2020 per la miglior canzone, vanta una magnifica interpretazione di Idina Menzel insieme ad alcune doppiatrici di tutto il mondo di Elsa, regalandoci un momento magico per una serata altrettanto magica. Giusto per ricordarci l’impatto mondiale che ha questo film.

La trama

Prima degli eventi narrati nel primo film, re Agnarr racconta alle sue figlie Elsa e Anna la storia del nonno re Runeard. La diga che protegge Arendelle dall’inondazione è frutto di un trattato di pace con la tribù dei Northuldri, abitanti della foresta incantata. Per ragioni ignote ci fu uno scontro e il re morì, mentre il principe fu salvato da una figura a lui misteriosa.

Dopo lo scontro gli elementi di terra, acqua, aria e fuoco scomparvero, ed un fitto muro di nebbia intrappolò tutti i presenti nella foresta. La storia finisce e le due bambine iniziano a fare domande sulla vicenda. Già hanno due caratteri ben contraddistinti: Anna si concentra sul lato sentimentale e chi possa aver salvato il papà, mentre Elsa si domanda cosa possa essere successo alle persone.

La regina Iduna, canta alle figlie una ninnananna su Ahtohallan. Un fiume nel quale risiedono le memorie del passato, capace di rispondere ai propri quesiti. Per arrivarci bisogna perdere tutto ciò che si ha e chiunque vada troppo in là rischia di annegare.

Tre anni dopo gli eventi del primo capitolo, Elsa, Anna, Olaf, Kristoff e Sven vivono insieme, serenamente, nel castello di Arendelle. Olaf sta affrontando un periodo di crescita ed inizia a farsi domande sul futuro. Elsa invece, ha paura del futuro e spera rimanga tutto così. Kristoff, dal canto suo, vuole chiedere ad Anna di sposarlo e affrontare il grande passo. Anna vive spensieratamente nel reame dei suoi sogni.

Una notte Elsa sente un richiamo melodioso, lo segue e risveglia gli elementi andati perduti anni or sono. Il regno di Arendelle però è in pericolo, il troll Gran Papà consiglia di andare verso nord per salvare il reame e i suoi abitanti.

Il gruppo arriva al muro di nebbia che Elsa con un tocco riesce ad aprire. Al suo interno trovano scorci del passato e le persone intrappolate dal giorno dello scontro fra Northuldri e l’esercito di Arendelle. Elsa, dopo aver dominato l’elemento dell’aria, quieta una piccola salamandra che incarna l’elemento del fuoco.

Elsa e Anna riescono ad avere una tregua fra i due schieramenti, spiegando loro che la madre era una Northuldra e il padre di Arendelle. Scoperto che fu proprio la madre a salvare il padre da piccolo, vengono a conoscenza di un quinto spirito capace di riportare l’armonia fra gli altri quattro. Elsa è convinta sia proprio la voce che sente.

Kristoff e Sven rimangono indietro, mentre Elsa, Anna e Olaf vanno verso nord. Trovano una nave, si scopre essere dei genitori delle due sorelle partiti per Ahtohallan in cerca di risposte sui poteri della figlia. Non volendo mettere in pericolo Anna e Olaf, Elsa fa in modo di continuare il suo viaggio da sola. Arriva così al Mare Oscuro, dove domina l’elemento dell’acqua sottoforma di cavallo.

Proprio a cavallo raggiunge Ahtohallan, un fiume ghiaccciato, dove sono racchiusi tutti i ricordi. Come detto da Olaf: l’acqua ha memoria, infatti Elsa si addentra nel ghiacciaio ripercorrendo tutta la sua infanzia fino a prima della sua nascita. A chiamarla era lo spirito della mamma, affinchè potesse ricongiungersi con gli altri spiriti, perché lei è il quinto elemento.

Elsa arriva fino al punto più profondo e scopre la causa dell’inizio del conflitto. Il nonno aveva fatto costruire la diga per isolare gli abitanti della foresta, per paura che potessero prendere il controllo del reame. Il freddo congela Elsa, che riesce a mandare un segnale alla sorella. Ora è tutto nelle mani di Anna, rimasta sola perché la magia che teneva in vita Olaf scompare.

Anna trova e sveglia i giganti, l’elemento della terra, dirigendoli verso la diga per distruggerla a discapito di Arendelle. Riesce nell’impresa, Elsa si scioglie e anche Olaf torna in vita. Elsa in groppa all’elemento dell’acqua riesce a dominare l’onda ed evita l’inondazione del reame. Nel frattempo il muro di nebbia si dissolve.

Tutti i personaggi si ritrovano, Kristoff chiede ad Anna di sposarlo ed accetta. Elsa spiega ad Anna che loro sono il ponte tra le persone e gli elementi della natura. Ristabiliscono un nuovo ordine: Anna è la nuova regina di Arendelle, mentre Elsa è la protettrice della foresta incantata dove vi rimane per mantenere l’equilibrio fra i vari elementi.

Le due sorelle rimangono in contatto grazie allo spirito del vento. Dopo i titoli di coda, Olaf torna al castello di ghiaccio per raccontare la sua avventura al gigante di ghiaccio e i suoi piccolini. Questa è una perla che si lega allo spin-off Frozen Fever.

Frozen, un approfondimento

In questo secondo capitolo, assistiamo ad una crescita emotiva di tutti i personaggi principali. Oltre ad approfondire la storia del mondo in cui vivono. L’universo di Frozen è in continua espansione, e questo lo dimostra anche l’uscita del prossimo capitolo. Questo però coinvolge anche i membri della troupe del film.

Nel primo capitolo la renna Sven era ispirata al cagnolino di uno dei produttori. Nel secondo, invece, il personaggio appassionato di renne, con il quale Kristoff lega, è un omaggio al figlio scomparso di uno degli animatori durante la produzione del film. Amante della pellicola, gli sceneggiatori hanno deciso di includerlo nella storia.

Elsa ed Anna, sono le prime principesse Disney ad avere un vasto armadio, permettendole di cambiare outfit in base alla situazione in cui si trovano. Lo studio dei loro vestiti evolve in base alla crescita del personaggio. Come abbiamo visto nel primo film l’importanza degli accessori e , la loro simbologia, in questo caso sono importanti i colori che assumono.

Anna inizia con dei vestiti molto colorati, ma andando avanti nel viaggio, assume dei toni più scuri (come il marrone e viola) più decisi. Questo è il riflesso della sua maturazione verso l’età adulta. Non a caso, alla fine dopo aver rischiato il tutto per tutto, è pronta a diventare regina di Arendelle.

Lo stesso vale per Elsa con una mise inusuale per una regina, ma funzionale per essere la guardiana degli elementi. Lascia, non del tutto, i colori di Arendelle per inglobare quelli della natura. Dal viola passa all’azzurro fino al bianco. È la prima principessa/regina ad essere scalza e mostrare i piedi (eccezion fatta per Ariel che è una sirena).

Anche Olaf e Kristoff crescono. Il primo si pone tutte le domande che qualsiasi bambino durante la crescita si fa, e ci da nozioni sugli archetipi del viaggio dell’eroe. Ad esempio il significato della foresta all’interno della quale tutti ne usciranno cambiati. Il secondo dalla vita solitaria passa a quella di coppia, ed affronta argomenti da grande (come sposarsi) con la semplicità e l’entusiasmo di un bambino.

Conclusioni

Frozen II – Il segreto di Arendelle ci regala una storia semplice, lineare e pulita. Ci dimostra come il salto verso l’ignoto, la crescita e la caverna più profonda siano tappe paurose ma necessarie.

Un prodotto studiato nei minimi dettagli che abbatte la terza parete auto criticandosi. Quando Elsa arriva ad Ahtohallan e si rivede lei che cantare Let it go, fa una smorfia a simboleggiare un basta sentire quella canzone. Questa è una piccola reference a quello che fu il sentimento generale dovuto all’esplosione di questo fenomeno, ironizzando sul fatto che fossimo tutti saturi di sentire ovunque Let it go, Elsa compresa.

Molti miei coetanei hanno criticato la pellicola asserendo avesse dei buchi di trama, come ad esempio il momento in cui Elsa capisce di aver risvegliato i quattro elementi. Beh, quello che non capiscono è che siamo in un mondo magico. Il deus ex machina di tutta la storia è proprio lei. Il motivo per cui le succedono le cose è perché devono succedere. Lei può.

Quello che conta in Frozen, oltre i meravigliosi disegni e il lavoro grafico enorme, sono le evoluzioni emotive dei personaggi. I legami che essi creano fra di loro. Questo è un prodotto capace di spiegare le varie sfaccettature del proprio essere sia ai grandi ma soprattutto ai più piccoli. Insegna ad accettare e a come fare per essere accettati rimanendo fedeli noi stessi.

In tutti i film Disney si parla di crescita, ma in questo caso la soluzione a tutti i mali non è il principe azzurro. Le due eroine della storia combattono per il loro popolo e la loro realizzazione. Anna affronta l’ignoto, ma segue la storyline amorosa, mentre Elsa è uno spirito libero non ancora pronta per legarsi a qualcuno. Ed è assolutamente giusto così.

A rendere Frozen una storia potente, probabilmente è anche il legame forte e indissolubile che le due sorelle Elsa e Anna hanno. La certezza che ci saranno sempre l’una per l’altra nonostante la distanza, conferisce un maggiore impatto emotivo alla storia.

Recensione a cinque stelle su Almanacco Cinema