Harmonica, il nuovo mondo in Iran

I ricordi d’infanzia in Iran raccontati sotto la lente del maestro Amir Naderi, pilastro del cinema iraniano.

Amir Naderi racconta il suo Iran e la sua infanzia sulla costa iraniana. Con Harmonica, uscita in originale col nome Saz Dahani, il regista riesce ad espandere un tema apparentemente semplice come crescere in Iran e la gioventù sulla costa con tutte le tradizioni e abitudini della cultura ma che si espande ed affronta tematiche più universali. Harmonica è un film sull’umanità dominata dal senso d’egoismo che ci parla direttamente.

In un momento storico dove la globalizzazione e lo sviluppo tecnologico iniziavano ad accellerare ed il mondo si preparava ad un scontro culturale che avrebbe diviso il tempo, anche il regista riesce a riadattare tale tema nella sua madrepatria. Un film autentico fatto con i propri mezzi, attori non professionisti e la purezza di una terra ancora incontaminata.

La trama

Sulla costa meridionale dell’Iran, luogo di provenienza del regista, Amiro vive con la madre. Orfano di padre, non ha ancora un’occupazione e passa le giornate con gli altri ragazzini del posto dove tutti vivono in comunità e le notizie girano in fretta. Un giorno, affinché Abdoulu, un altro ragazzo del posto, prendesse una medicina, il padre decide di regalargli un armonica dal Giappone.

L’armonica era un oggetto rarissimo che nessuno conosceva nel villaggio e per questo divenne presto motivo d’attenzione di tutti gli altri ragazzini che inizieranno a fare di tutto pur di suonare l’armonica in prestito da Abdoulu anche solo per 30 secondi. In particolare, Amiro s’infatuerà notevolmente del misterioso oggetto dal suono armonioso, tanto da subire vere e proprie umiliazioni pur di suonarla.

Il signore delle mosche

Amir Naderi restituisce all’Iran il proprio Signore delle mosche, analizzando l’umanità attraverso l’impossibilità di riuscire a convivere, usando la gioventù come metafora. Sia l’aggressività che la noncuranza per l’altro ricorda molto il libro di William Golding dove la convivenza forzata di un gruppo di bambini a causa del dirottamento del loro aereo diventa presto una situazione selvaggia ed incontrollabile di puro odio e sete di potere.

Proprio l’oggetto a cui gira attorno il film, l’armonica, estremizzazione dell’oggetto del desiderio è molto simile all’importanza che ha la conchiglia nel libro, oggetto simbolo di status e potere nonché di fascinazione esotica proveniendo dall’estero. Naderi ci dimostra come un semplice oggetto di mero valore riesca a trasformare un gruppo di bambini mettendoli in competizione pur di raggiungerlo.

Il nuovo futuro

Il modo di girare di Naderi che segue i ragazzini riprendendo dalla loro altezza e mostrando invece i genitori dall’alto al basso che guardano in maniera sprezzante i giovani anticipa il gap incolmabile che si stava già formando tra nuove e vecchie generazioni. Il nuovo futuro o il nuovo mondo, come diceva Pier Paolo Pasolini. Una differenza generazionale che sarebbe diventata incomprensione pura e ad oggi ce ne accorgiamo bene.

Il regista non ci parla solo di un gruppo di ragazzini ma dello sfruttamento politico e l’uso illeggittimo del potere, così come del crescente consumismo che rapidamente stava inglobando tutto il mondo. L’armonica non è altro che l’oggetto del desiderio, l’oggetto di consumo attraverso il quale il potere dei consumi riesce a sfruttare e ad ingannare il popolo. Abdoulu diventa un dittatore nel momento in cui capisce come può sfruttare a suo favore il potere dell’armonica e la crudeltà infantile diventa l’avidità umana.

Filippo Maulicino

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