Heretic, l’ultima tentazione di Hugh Grant

Heretic è il nuovo prodotto sfornato dalla A24, la casa di produzione che da un po’ anni si sta impegnando a realizzare film con trame originali e innovative.

Credo che il modo migliore di parlare al grande pubblico con il cinema sia attraverso il genere. I temi più importanti e più politicamente e socialmente rilevanti rimangono più impressi se raccontati in modo più semplice e comprensibile. Se vogliamo quindi che un film con un certo messaggio raggiunga più persone possibili, la soluzione migliore è comunicare tale messaggio attraverso un genere cinematografico popolare.

Nel caso di Heretic, il genere è il thriller tendente all’horror e il tema trattato è il ruolo e l’estrema influenza che le religioni hanno nei confronti dell’uomo.

Ma il tentativo sarà risultato efficace oltre che coinvolgente? Vediamolo con calma.

Heretic, la trama

Due giovani donne appartenenti alla Chiesa dei Mormoni vanno ad un appuntamento con il signor Reed che ha espresso interesse a conoscere la loro realtà. Questo particolare signore, interpretato alla grande da Hugh Grant, si comporta in modo un po’ strano, seppur sempre con modi gentili, e le due ospiti decidono quindi di andarsene. Ad un certo punto diventa sempre più chiaro che il signor Reed ha in mente ben altro e tornare a casa non sarà così semplice.

Inizia così un gioco tra gatto e topo allo scopo di mettere a nudo la religione e far crollare tutto ciò a cui le nostre protagoniste hanno creduto finora.

Credo quia absurdum

La frase attribuita a TertullianoCredo quia absurdum“, Credo perché è assurdo, sta ad indicare la natura irrazionale della fede, non solo cristiana ma di tutte le religioni. Noi crediamo proprio perché la nostra fede non si può spiegare, non si può vedere. Si tratta di una scelta basata sulla pura fiducia e qualunque ricerca di prove razionali non porterebbe a nulla.

Il signor Reed inizia a discutere con le ragazze proprio provocandole su questi concetti. Il personaggio interpretato da Hugh Grant le stuzzica sulle contraddizioni della loro Chiesa e sulle caratteristiche capitalistiche che governano le religioni, compresa la loro. Arriva successivamente a dimostrargli che la loro fede è il risultato di un addestramento vero e proprio e soprattutto è il frutto di una cieca fiducia nei confronti dei loro maestri.

Non manca infine il discorso sul potere e sulla possibilità di controllo delle masse esercitato da una potente religione. Il credente può diventare la marionetta di qualcuno se il burattinaio è talmente bravo da riuscire a conquistarne la cieca fiducia.

Gesù Cristo in L’ultima tentazione di Cristo (Martin Scorsese, 1988) ha la tentazione sulla croce di non sacrificarsi per l’umanità e godersi invece la vita in quanto figlio di Dio. Il personaggio di Hugh Grant, pur non essendo figlio di nessuno, ha già ceduto a quella tentazione dopo aver sperimentato il piacere del potere e del controllo dovuto alla pura fede degli altri. Allo stesso tempo egli induce in tentazione le ragazze, facendole dubitare in ogni momento di tutto e di tutti.

Il meccanismo del thriller

Naturalmente il film segue le caratteristiche del genere e la prima parte indubbiamente funziona. Non si può però dire lo stesso relativamente alle seconda metà del film. Il signor Reed ha messo in atto un meccanismo più perfetto di un gioco di Jigsaw in Saw – L’enigmista (James Wan, 2004) e abbiamo l’impressione che se una delle vittime si fosse grattata la testa trenta secondi prima del previsto sarebbe crollato tutto il castello di carte messo in atto dal nostro amico.

Ovviamente ho utilizzato un’iperbole ma il senso è il medesimo. Se la tensione funziona tutto sommato sempre, la credibilità viene meno durante la seconda parte che presenta numerosi passaggi eccessivamente forzati.

Heretic, in conclusione

Per finire, Heretic è un film che indubbiamente merita una visione. La tensione è ben gestita e certamente lascia degli spunti di riflessione. Peccato però per la seconda parte, la quale mi ha dato l’impressione che gli autori non sapessero come uscire dall’ottimo meccanismo iniziale ma in qualche modo bisognava pur fare. In ogni caso da vedere.

Davide Perin

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