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Inception, l’illusione del sogno e la delusione del reale

Inception: dal genio registico Christopher Nolan, un film sull’inconscio e le insidie della mente. Un thriller fantascientifico in cui perdersi e sognare.

Uscito nelle sale cinematografiche nel 2010, interamente scritto e diretto da Christopher Nolan, Inception è un film complesso ma facilmente fruibile.

L’uso magistrale di tecniche narrative e registiche consente allo spettatore di rimanere incollato allo schermo fino  all’ultima inquadratura.

Inception, la trama

Il magnate giapponese Saito ingaggia Dominic Cobb, detto Dom (Leonardo di Caprio), estrattore di segreti mentali mentre le persone dormono, e il suo socio Arthur (Joseph Gordon-Levitt) per innestare nella mente del rivale Fisher l’idea di disgregare il suo impero economico.

Se l’operazione avrà successo, Dom verrà scagionato dall’accusa di aver ucciso la moglie Mal (Marion Cotillard) e potrà fare ritorno negli Stati Uniti per riabbracciare i figli.

Inception: visione onirica e alterazione temporale

Sin dalla prima scena, lo spettatore si ritrova  catapultato nel mondo onirico di Nolan e ci rimane per tutta la durata del film.

Inception è un viaggio all’interno della mente umana, nella quale il “tempo”  e lo “spazio” si annullano e si reinventano.  Grazie al sogno, l’anima, non più assoggettata alle leggi fisiche della materia, è libera di muoversi senza costrizioni di nessun tipo.

In Inception, Nolan immagina un futuro in cui l’uomo, aiutato da una sostanza e collegato a una macchina,  diviene creatore onnipotente di altri mondi che può condividere con chi desidera.

Il sogno non è più solo una dimensione personale, intima e caotica, ma la culla di una dimensione lucida. Una realtà alternativa a volte preferibile alla vita reale.

Una dimensione in cui è possibile far entrare le persone amate vive o morte, come nel caso del protagonista e sua moglie Mal, presenza costante nei sogni lucidi di Dom.

Il registro stilistico del film

Il plot narrativo si sviluppa su più piani e affronta le tematiche dell’inconscio e della manipolazione mentale attraverso il “sogno e l’innesto di un’idea”.

Sebbene gli argomenti siano complessi e la visione di Inception richieda un certo livello di attenzione, lo spettatore riesce sempre a orientarsi nei labirinti mentali di Nolan. A guidarlo è la voce del protagonista Dom (che simboleggia una sorta di “filo di Arianna”) che spiega alla giovane risorsa del suo staff, Arianna (per l’appunto), come avviene l’infiltrazione nei sogni. Un infodamping assolutamente necessario!

I continui salti dalla dimensione reale a quella onirica, su più piani (il sogno nel sogno), grazie all’uso perfetto del ritmo narrativo (pacing) trasformano la visione del film in un’esperienza irripetibile.

Inception è un film architettato alla perfezione, nel quale nulla è lasciato al caso. Lo script ben costruito, la tecnica di montaggio cross-cutting (montaggio alternato per creare suspence), la maestosità delle scenografie, la fotografia affidata a due maestri d’eccezione come Wally Pfister, vincitore di un Premio Oscar, e Hoyte van Hoytema, e la colonna sonora dalle note ipnotiche di Hans Zimmer, vincitore di due Premi Oscar (Il Re Leone, 1995, e Dune, 2022) sono gli ingredienti perfetti di questo  grande capolavoro registico.

Conclusioni

La pellicola ha ottenuto numerosi premi, aggiudicandosi ben quattro Premi Oscar su otto candidature: Miglior sonoro, Miglior fotografia, Miglior effetti visivi, Miglior montaggio sonoro.

Inception è un film ipnotico, visionario, un’esperienza onirica in cui perdersi per quasi due ore e mezza, per poi risvegliarsi diversi.

 

 

 

 

 

 

Selene Minopoli

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