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Will Smith e Jaden Smith in una scena del film

La ricerca della felicità, il vero sogno americano

Nonostante siano passati 18 anni, La ricerca della felicità di Gabriele Muccino è un blockbuster che rende sempre attuale il mito del sogno americano.

La ricerca della felicità, la trama

Chris Gardner (Will Smith) è un padre di famiglia che fatica a sbarcare il lunario tentando di vendere una partita di scanner per rilevare la densità ossea. Purtroppo molti medici e ospedali non ritengono necessario il macchinario e così Chris cadrà in una profonda crisi economica.

Questa situazione porterà anche alla fine del matrimonio con la moglie Lindan (Thandie Newton) che, stanca di tante rinunce, deciderà di andarsene e gli lascerà in custodia il figlio Christopher (Jaden Smith).

Chris si ritrova così a essere un padre single con scarse prospettive lavorative. Ma la sua grande determinazione fuori dal comune, lo conduce ad ottenere un posto da praticante presso una prestigiosa società di consulenza di borsa. L’incarico che gli viene dato non è retribuito, almeno per i primi sei mesi. Ma l’uomo lo accetta lo stesso, convinto che, alla fine, avrà un lavoro e un futuro promettente.

Saranno mesi duri per Chris e suo figlio, non avendo denaro per vivere, sono costretti a dormire nei ricoveri per i senza tetto, nelle stazioni degli autobus, nei bagni pubblici ovunque trovino un rifugio per la notte.

Nonostante la situazione drammatica, Chris continua sempre a dare speranza e diversi insegnamenti di vita a suo figlio, senza fargli mancare la speranza di sognare nella ricerca della felicità.

Will Smith e suo figlio in una scena di La ricerca della felicità

Il segreto del successo è il duro lavoro

Nel 2006 questo film di Muccino è stata una sorpresa cinematografica per milioni di telespettatori in Italia e nel resto del mondo. Sentimenti come l’amore e il dolore, tipici del cinema di Muccino, applicati ad una storia americana vera conducono all’immedesimazione dello spettatore, riuscendo nell’obbiettivo cinematografico stesso.

La ricerca della felicità porta con sé una grande carica emotiva conducendo lo spettatore ad una morale ben precisa: il segreto del successo è il duro lavoro. Dalle difficoltà più estreme ne scaturiscono coraggio e forza di volontà, che possono fare la differenza nella competizione che ci pone il mondo e la società. Ed è quello che fa Chris, assumendosi la responsabilità di lavorare senza una paga per sei mesi e con un briciolo di speranza per un futuro migliore.

Altri valori costanti nel film sono l’impegno e il sacrificio, che aiutano e permettono di rialzarsi dopo le ripide cadute e imprevisti, e tutto questo viene trasmetto attraverso gli insegnamenti che Chris darà a suo figlio, al quale spera di riservare un futuro più radioso e ricco di opportunità. E proprio in questa grande forza d’animo e di speranza che c’è la ricerca della felicità.

La ricerca della felicità, Will Smith e suo figlio con Chris Garder

La ricerca della felicità, una storia realmente esistita

La ricerca della felicità di Gabriele Muccino è ispirata alla vera storia dell’imprenditore Chris Gardner. Figlio di una famiglia proletaria di Milwaukee, cresce con un padre violento e una madre che gli insegna a contare sulle proprie forze, una lezione che Chris farà sua sempre. 

Ambizioso e con la voglia di migliorare sempre più la sua condizione di vita, Chris sembra avviato a una vita felice con la compagna Jackie e il figlio Christopher jr. Ma una serie di circostanze sfortunate lo costringono prima in prigione e poi in mezzo a una strada. Con figlio piccolo che dipendeva esclusivamente da lui deciso a non mollare mai, Gardner riesce a dare l’ennesima svolta alla sua esistenza. Da 2006 vende la sua azienda e guadagna diversi milioni di dollari, e inizierà a dedicarsi alle attività filantropiche. 

Nel film, Chris Gardner fa anche un cammeo in una delle scene finali è l’uomo in giacca e cravatta che, attraversando la strada, incrocia lo sguardo di Will Smith.

La prima volta ad Hollywood di Gabriele Muccino

Dopo un periodo di difficoltà lavorativa grazie a La ricerca della felicità, Gabriele Muccino riesce ad affermarsi e a farsi notare come uno dei più importanti e noti registi italiani in America.

Un sostegno importante è stato da parte di Will Smith, protagonista nell’omonimo film, che dopo aver visto L’ultimo bacio e Ricordati di me, decise personalmente di sceglierlo come regista. Da lì si è creata una grande intesa lavorativa che li ha portati a collaborare altre volte. Muccino è riuscito a portare diverse candidature tra cui quella data a Smith come Miglior attore protagonista agli Oscar, sfiorandone però la vittoria.

 

La ricerca della felicità, Will Smith e Gabriele Muccino

 

La ricerca della felicità è anche occasione di mostrare il rapporto tra padre e figlio al di fuori del contesto cinematografico in quanto vede il debutto di Jaden Smith, primogenito di Will Smith e Jada Pinkett Smith.

Le curiosità e casualità del titolo

Il film è noto anche per alcune curiosità legate al titolo; infatti il titolo originale è The Pursuit of Happyness, e la y al posto della i nella parola happiness, non è un errore ortografico, ma è tratto da un graffito che appare di fianco all’entrata della scuola frequentata nel film dal piccolo Christopher/Jaden Smith.

Altra curiosità è il riferimento del titolo alla Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti d’America, richiesta e scritta da Thomas Jefferson (1743–1826), e che recita così: 

“Noi riteniamo che le seguenti verità siano di per se stesse evidenti, che tutti gli uomini sono stati creati uguali, che essi sono stati dotati dal loro Creatore di alcuni Diritti inalienabili, che fra questi sono la Vita, la Libertà e la ricerca della Felicità”

 

Will Smith nella scena finale di La ricerca della felicità

Per concludere, Gabrielle Muccino ha creato un film dove qualsiasi formula per cercare la felicità vengono completamente eliminate. Quest’ultima va cercata anche nelle piccole cose della vita stessa, continua sfida che ogni uomo deve affrontare senza farsi scoraggiare. Insomma si tratta di una storia sentita e fortemente realistica che permette un grande coinvolgimento del pubblico, chiave del successo di qualsiasi pellicola cinematografica.

Recensione a cinque stelle su Almanacco Cinema