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L’innocenza: chi è il mostro?

Approdato al Festival di Cannes nel 2023, il nuovo film di Kore-eda, L’innocenza, è finalmente arrivato nelle nostre sale cinematografiche.

Approdato al Festival di Cannes nel 2023 con il titolo originale Kaibutsu, L’innocenza, il nuovo film di Kore-eda è finalmente arrivato anche nelle nostre sale cinematografiche lo scorso agosto. Alla sceneggiatura, per la prima volta non c’è Kore-eda che si dedica alla regia ma un suo collega Yuji Sakamoto che si aggiudica la Palma d’Oro per il suo lavoro. Responsabile della colonna sonora è Ryuichi Sakamoto. Per il compositore è infatti l’ultima collaborazione cinematografica a causa della sua morte a marzo 2023.

Kore-eda si affida ancora una volta a Sakura Ando, che aveva già recitato in Un affare di famiglia, e costruisce il film a partire da una domanda: chi è il mostro?

L’innocenza, la trama

La storia si dipana attraverso un triplice punto di vista prendendo come evento catalizzante l’incendio all’hotel delle hostess. Ogni punto di vista infatti inizia con l’incendio e termina con il Big Crunch, l’ipotesi che il mondo possa contrarsi e che gli esseri umani possano reincarnarsi. L’innocenza inizia con Saori (Sakura Ando) che a seguito di alcuni comportamenti strani di Minato (Soya Kurokawa), suo figlio, inizia a indagare su Hori (Eita Nagayama) suo insegnante. Il film prosegue poi con il cedere il testimone al professore e al tentativo di ripulire la sua immagine e di non soccombere alle pressioni dell’istituzione. Infine termina prendendo le veci di Minato e del suo amico Hoshikawa (Hinata Hiiragi) che per poter essere amici devono vivere in un mondo diverso da quello scolastico.

Il mondo dell’infanzia

L’innocenza è un film tenero e schietto che contrappone il mondo dell’infanzia, simile ai mondi immaginari di Miyazaki, ad un mondo adulto di incoerenze e paranoie. Contrapposizione che si denota anche dai colori freddi e duri dei primi due punti di vista e il filtro nostalgico dell’ultimo connotato da boschi verdi e spazi vivaci.

Soprattutto quando si distacca dal mondo adulto, la regia di Kore-eda scorre fluida e parla del rapporto tra Minato e Hoshikawa in maniera intima e sensibile, si sintonizza con le difficoltà del crescere e approfondisce la psicologia dei due personaggi che trovano comprensione tra di loro ma che agli occhi degli adulti rimangono incomprensibili.

Ritornano i temi cari al regista come l’incomunicabilità, l’indagine dei rapporti umani e la descrizione delle contraddizioni della società nipponica ma è l’esplorazione del mondo interiore ciò che ci colpisce. Per la prima volta Kore-eda esplora infatti le tematiche omosessuali e lo fa mettendo a confronto Hoshikawa e i valori arretrati del padre, Hoshikawa e il bullismo scolastico ma anche descrivendo la rosa di sentimenti contrastanti di Minato. 

Chi è il mostro ne L’innocenza?

L’interrogativo dell’intera narrazione è la ricerca di un mostro e di conseguenza di un’innocenza attraverso un triplice punto di vista che rimanda al modello di Rashomon pur con le sue differenze. Il film di Kore-eda infatti è un puzzle che gira attorno a tentativi di colpevolizzazione, una ricerca del mostro tortuosa e oziosa, punti di vista che s’intrecciano e si rincorrono per poter completare un quadro nella consapevolezza che il punto di vista umano può essere solo individuale. Kore-eda costruisce diversi sostrati di falsità e verità, i personaggi sono coloro che puntano il dito e coloro contro cui quel dito è puntato. 

In conclusione

L’ultimo film di Kore-eda ha quindi una struttura stratificata che mette in discussione l’apparenza e in moto i meccanismi di giudizio che muovono la vita. Un film in cui la contrapposizione tra adulti e bambini vuole sfidare i rapporti intergenerazionali, che parla di morte e di rinascita presupponendo un mondo in cui potersi reincarnare depurandosi dai propri peccati.

L’innocenza è un film toccante, umano che descrive il dolore dicendo che se non è per tutti, non è felicità.

Audrey Joelle Boudou

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